Andropausa, cosa c’è da sapere
Iniziamo con il dire che il termine andropausa è un neologismo nato per associazione con la parola menopausa e tutto quanto essa significa. La precisazione è d’obbligo perché quando si parla di andropausa spesso si rischia di creare confusione nel nostro interlocutore che, se non sufficientemente esperto in materia, è indotto a credere che menopausa e andropausa siano semplicemente due facce della stessa medaglia dove su una c’è la donna e sull’altra l’uomo ma, sostanzialmente, con le stesse problematiche a cui far fronte.
Una confusione spesso generata dal suffisso “pausa”
In realtà non è propriamente così, ma la possibile confusione è indubbiamente generata dal suffisso “pausa” che può far pensare a un’interruzione repentina delle capacità procreative dell’uomo. Niente di più lontano dal vero invece, perché il processo per giungere a quella che davvero possiamo definire andropausa, ovvero il naturale esaurimento delle capacità riproduttive maschili in età avanzata, avviene gradualmente. Nella donna, al contrario, la menopausa indica un processo ben definito che comincia con la scomparsa del ciclo mestruale accompagnata da un repentino calo della produzione di ormoni estrogeni.
PADAM, la sindrome da parziale carenza di androgeni nella terza età
Nell’uomo la vera e propria andropausa, da intendersi quindi – ripetiamo – come la perdita completa della capacità riproduttiva, si manifesta soltanto in un numero limitato d’individui. Ecco perché all’interno della comunità medica si preferisce parlare, piuttosto, di Partial Androgen Deficiency in Aging Male (PADAM), cioè di una sindrome da parziale carenza di androgeni nella terza età.
È un disturbo parafisiologico il cui principale sintomo è l’irritabilità
Secondo quanto detto l’andropausa è una sindrome con manifestazioni differenti a seconda del soggetto e per nulla ascrivibile al campo delle malattie quanto, invece, a quello dei cosiddetti disturbi parafisiologici anche in considerazione dell’estrema variabilità con cui dà segni di sé.
Il calo del testosterone, l’ormone maschile per eccellenza, è appunto progressivo. Basti pensare che questo graduale processo comincia già intorno all’età di trent’anni e, a lungo andare, può causare tutta una serie di disturbi, tra cui: diabete mellito, osteoporosi e malattie cardiovascolari. Ciò non significa che dopo i trent’anni tutti gli uomini andranno incontro a questi disturbi, ma sicuramente una minor protezione ormonale aumenterà la soglia del rischio.
Di norma accade che uno dei sintomi più evidenti del calo di testosterone sia l’irritabilità che, se non ben controllata e canalizzata, può sfociare, nei casi più gravi, in una vera e propria sindrome depressiva.
Differenti manifestazioni: da un calo della libido a una disfunzione erettile
La sintomatologia dell’andropausa varia molto a seconda del soggetto in questione che può comunque essere in grado di avere rapporti sessuali e di procreare. Questa condizione, a ogni modo, può associarsi a un calo della libido e, conseguentemente, a una diminuzione dell’attività sessuale. Contemporaneamente le erezioni calano fino a quando – e anche qui non esiste una regola fissa – non si giunge a una disfunzione erettile completa.
Altri sintomi riscontrabili
Tra le manifestazioni tipiche dell’andropausa va citata la riduzione del volume dell’eiaculato – perché direttamente connessa alle alterazioni endocrine – e un aumentato periodo refrattario.
Per molti uomini, inoltre, cominciano a far capolino problemi legati all’accumulo di adipe su fianchi, addome e glutei e si va incontro, quindi, a una riduzione della massa magra e a un aumento di quella grassa in zona mesenterica.
Negli ultrasessantenni si nota spesso, poi, l’aumento di volume della ghiandola mammaria (ginecomastia) e una riduzione del volume dei testicoli (ipotrofia testicolare).
Che cosa è opportuno fare?
In presenza di uno o più dei sintomi descritti la prima cosa da fare è rivolgersi a un andrologo che possa valutare insieme a voi quali esami svolgere per impostare un corretto iter terapeutico volto a risolvere la maggior parte dei disturbi e a valutare con precisione se il quadro clinico sia realmente riconducibile ad andropausa.
Senza addentrarci nella specificità degli esami che vi verranno proposti e ai possibili rimedi farmacologici, dato anche il non sempre univoco parere della comunità scientifica, vogliamo riportare l’attenzione su uno dei metodi più semplici e di maggior efficacia nella prevenzione di malattie di ogni qualsivoglia sorta: il movimento. Se impostato nel modo giusto in base alla vostra fascia di età e alle vostre caratteristiche, una moderata e regolare attività fisica è in grado di prevenire disturbi come diabete, malattie cardiovascolari, ipertensione, obesità, aterosclerosi, salute mentale e declino del testosterone.
Del resto lo sappiamo sin dall’antichità, ce lo diceva già Ippocrate nel IV secolo a.C.: “tutte le parti del corpo che hanno una funzione, se usate con moderazione ed esercitate nell’attività alla quale sono deputate, diventano più sane, ben sviluppate ed invecchieranno più lentamente; ma se non saranno usate e lasciate inattive, queste diventeranno facili ad ammalarsi, difettose nella crescita ed invecchieranno precocemente”.
Meditate gente, meditate!
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