I tre capitali che ognuno di noi ha
L’economista premio Nobel Franco Modigliani ha definito il ciclo di vita del risparmio, teorizzando che le persone comuni non consumino in base al reddito corrente ma in base a un equilibrio tra i bisogni/desideri immediati e quelli futuri, cercando di modellare un proprio tenore di vita costante come risultato di reddito disponibile e risparmio per la vecchiaia.
La curva del ciclo di vita del risparmio di Modigliani mostrava come il capitale finanziario nella prima fase della vita, da giovani, sia quasi nullo – fatto salvo il sostegno della famiglia di origine – così come la capacità di risparmio. Con il progredire dell’età e della carriera, la capacità di produzione di reddito/capitale e di risparmio aumenta fino al suo massimo nell’età della maturità. Con la vecchiaia infine la capacità di capitale finanziario scende a zero e si entra nella fase di decumulo del risparmio (intendendo con risparmio sia il capitale accumulato sia i contributi previdenziali).
Le aspettative di vita
In un’epoca in cui lavoro ce n’era per tutti, la carriera (spesso legata all’anzianità di servizio) portava a un continuo progressivo incremento della retribuzione, la demografia esprimeva più nuovi bambini che vecchi e l’aspettativa di vita era 66 anni, la sua teoria non faceva una grinza.
Ma oggi? Dai tempi di Modigliani la nostra società è profondamente cambiata, sostituendo alla certezza di una progressione lineare della ricchezza durante il ciclo di vita una precarietà a tutto tondo, occupazionale, economica e ora anche sanitaria. L’educazione scolastica si è diffusa in senso più democratico aprendo alla maggior parte dei giovani la possibilità degli studi universitari. L’aspettativa di vita tocca vette fino a 50 anni fa inimmaginabili.
Il combinato disposto di tutti questi fattori ha prodotto uno slittamento in avanti delle fasi del ciclo di vita: si esce dalla casa dei genitori intorno ai 30 anni, si fa il il primo (mediamente unico) figlio intorno a 33 e si è autonomi economicamente a 40, con la metà quasi degli over 65 che continua a sostenere le famiglie dei figli. In compenso l’aspettativa media di vita è oggi 83 anni contro i 66 di quando Modigliani aveva elaborato la sua teoria sul ciclo di consumo e di risparmio.
I tre diversi capitali
Difficile quindi, in assenza di un capitale certo e costante, rispettare i criteri di mantenimento di un tenore di vita e una capacità di risparmio costanti. Tanto più con un’aspettativa media di vita dopo la pensione di 23 anni che presto sfiorerà i 30. Al prolungamento della vita corrisponde l’esigenza di un’anticipazione del risparmio contributivo (obbligatorio e volontario), possibilmente fin dal primo impiego, perché le riforme previdenziali vanno nella direzione di una presa in carico a livello individuale della responsabilità del proprio tenore di vita pensionistico, finora demandato allo Stato e a un risparmio privato oggi molto più difficile da realizzare. Le osservazioni sul ciclo di vita del capitale e del risparmio non sono però esaustive se si prende in considerazione solo la ricchezza finanziaria. Esistono infatti almeno altri due capitali: il capitale umano, dato in senso stretto dalle opportunità di reddito futuro e in senso lato dalle competenze e qualità acquisite nel corso della vita, e il capitale sociale.
Il capitale umano, nell’accezione classica strettamente legata alla capacità di reddito futuro, è ovviamente più alto nella prima fase della vita adulta, dove gli studi, la formazione professionale, le esperienze estere, la situazione familiare e lo status sociale rappresentano una promessa di performance futura. Quindi, da giovani, l’assenza di capitale finanziario è compensata da un alto capitale umano, il che si traduce, in senso di mercato, in una maggiore capacità di ripagare un debito, di sostenere a costi inferiori un’assicurazione sulla vita, di ottenere un indennizzo più alto in caso di incidente.
Ma la vita produce anche conoscenza, competenze e soft skills che costituiscono un capitale utile per migliorare la propria condizione professionale o ricollocarsi sul mercato del lavoro. Le agenzie di outplacing o ricollocamento danno grande peso alle cosiddette competenze trasferibili, quelle non necessariamente finalizzate a una precisa mansione lavorativa ma piuttosto accumulate nel corso della vita attraverso esperienze, attitudini e formazione cosiddetta informale. Questo è il bagaglio sul quale queste agenzie fanno leva nell’orientare le donne uscite dal mercato del lavoro per la cura dei figli o i lavoratori senior che affrontano un periodo di inoccupazione. Quindi se il capitale umano in senso stretto è più alto da giovani, il capitale umano in senso lato cresce con l’esperienza. In questa nuova visione la coltivazione di attitudini, interessi e capacità collaterali e trasferibili a un altro ambito lavorativo costituisce un capitale umano della maturità che può generare redditi per un periodo più lungo. Ecco perché si parla tanto di lifelong learning.
Infine esiste il capitale sociale, fondamentale durante tutta la vita. Un capitale che le grandi famiglie dell’aristocrazia capitalista trasmettono di generazione in generazione insieme con il capitale finanziario e che spesso si traduce in credibilità, sostenibilità e rispetto sociale, a sua volta spendibile in imprese e progetti professionali.
In chiave meno elitaria, tutti disponiamo di un capitale sociale che risiede nella rete di frequentazioni, conoscenze, amicizie dalle quali proviene il sostegno nelle fasi difficili della vita, sia a livello personale sia a livello professionale. Quello che oggi si chiama networking, in gran parte demandato ai social – ma da sempre alimentato attraverso le desuete strette di mano, il buon vicinato e la solidarietà – che genera di volta in volta nuove conoscenze, nuove referenze, nuove opportunità di business, ma anche sostegno nei momenti di solitudine o di fragilità. La socialità è un capitale spendibile che si rigenera continuamente purché interpretato nel rispetto della reciprocità.
Questa triplice accezione di capitale, finanziario-umano-sociale, offre una lettura tridimensionale della ricchezza di un individuo e una valutazione circolare della sua potenzialità, declinando in senso moderno il life-cycle di Modigliani.
Fai una valutazione dei tuoi tre capitali. Il sito di Mediolanum offre un tool per il calcolo del capitale umano, a te valutare quello finanziario e sociale
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