Un'icona eterna: Raffaella Carrà
Se pensate che Raffaella Carrà sia stata (o forse sarebbe meglio scrivere sia?) un’icona che ha disseminato tutto il suo meraviglioso talento solo sul pubblico italiano, vi sbagliate. Raffaella Carrà è un’icona mondiale. E nel lasciarci, almeno solo dal punto di vista fisico perché le icone sono eterne e non muoiono mai, ha sancito irrimediabilmente questo suo status.
Quella di Raffaella Carrà è la storia di una ragazza di provincia con il pallino per il mondo dello spettacolo ( e della comunicazione empatica con il pubblico, nata per brillare sotto il segno dei Gemelli a Bellaria 78 anni fa) che lascia il suo paesino, ma non dimentica le sue origini mantenendo come molti personaggi del mondo dello spettacolo di origine romagnola, quel lato caldo e accogliente, nonché ruspante che ha portato con sé ovunque sia andata.
I mille talenti di Raffaella Carrà
Non c’è mestiere dello spettacolo che la Carrà non abbia fatto, riuscendo a essere umile, ma non modesta, professionale (qualcuno la ricorda come una professionista molto pignola e perfezionista), sempre contemporanea, in grado di dialogare con i tempi e soprattutto umana, dannatamente, umana, pur mantenendo un profilo basso sulla sua vita privata, di cui, comunque, si è sempre saputo il giusto (né troppo, né troppo poco).
Eclettica e dotata di un talento multisfaccettato, “la più amata dagli italiani” è stata showgirl, cantante, ballerina, attrice (la sua carriera è incominciata come attrice di film, recitando con grandi e importanti registi, senza dimenticare anche il teatro), conduttrice (chi non ha provato a contare almeno una volta nella vita i mitici fagioli di Pronto Raffaella, anche solo guardandola nelle Teche Rai?) televisiva e radiofonica e autrice di molti programmi.
Ha recitato con Frank Sinatra nel film Il Colonnello Von Ryan girato in Italia nel 1965 (sul set l’attore perse la testa per la Carrà e la corteggiò insistentemente e forse, anche in maniera poco elegante, ragalandole un collier dal valore inestimabile che lei, senza alcun problema, né ripensamento, rimandò al mittente lasciandolo in un portacenere).
E’ diventata una cantante internazionale riempiendo gli stadi in Paesi come la Spagna per non parlare del suo immenso successo nel Sud America che le creò una eco internazionale (nel 1986 venne invitata anche al Letterman Show e venne introdotta al pubblico americano come la showgirl e presentatrice del programma televisivo più visto in Italia: all’epoca la Carrà presentava Buonasera Raffaella e aveva realizzato 5 speciali a New York invitando personaggi dello showbusiness che nessun altro, all’epoca sarebbe stato in grado di portare in tv, visto che lei era una delle poche a parlare bene l’inglese).
I successi sono stati tantissimi ed elencare tutto ciò che ha fatto questa donna, soprattutto in e per la televisione, rischierebbe di portare via tanto spazio (per questo vi rimandiamo alla voce a lei dedicata su Wikipedia).
L’influenza nella cultura moderna di massa
Ma Raffaella Carrà, entrando nelle case degli italiani e salendo sui palchi internazionali è diventata un’icona a cui ancora oggi molti personaggi hanno fatto riferimento e si ispirano. Ha influito con i suoi tratti, con la sua sfacciata bionditudine che non ha mai abbandonato (un’icona, per prima cosa, deve essere immediatamente riconoscibile), con le sue scelte di vita (in una Italia bigotta che ha iniziato a emanciparsi culturalmente negli anni 70, Raffaella Carrà scelse di non sposarsi mai e di tenere le redini del proprio destino nelle sue mani, pur avendo avuto lunghe storie d’amore con partner con cui ha poi continuato a lavorare; prima con Boncompagni e poi con il coreografo Sergio Japino). Lady Gaga si è ispirata palesemente a lei e ai look della fine degli anni 70 della showwoman; grazie a Bob Sinclair la sua A far l’amore comincia tu è arrivata persino a Hollywood con La grande bellezza di Paolo Sorrentino. Ha mostrato l’ombelico, quando nessuno avrebbe mai osato farlo, ha indossato abiti spettacolari e volutamente eccessivi entrando nell’immaginario non solo degli italiani, ma diventando una vera e propria icona gay (ndr e anche qui, Lady Gaga spostati). Insomma ha fatto cose che oggi la maggior parte delle persone danno per scontate, ma che, quando le faceva lei, spargendo memi attraverso il video della tv e le riviste, facevano tendenza, ma al contempo stavano creando, forse senza nemmeno esserne conscia, anche la storia della moda e del costume italiano.
Insomma, sarebbero veramente tante le cose da ricordare o raccontare su Raffaella Carrà, ma l’unica che forse riassume tutto di lei e della sua essenza è stata la capacità di passare da ruolo di sex symbol (immagine che non amava particolarmente, ma che accettava perché faceva parte del suo essere al servizio dei sogni del suo pubblico) ad amica rassicurante. Sapeva essere sexy, ma ironica, gentile e sorridente, autorevole e credibile.
E forse, visto che anche lei amava ripetere: “Bisogna sorridere, è fondamentale” è proprio questo il vero segreto della sua empatia universale. Quello che la rendeva piacevole a tutti e che la consegna alla memoria di tutti noi.
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