Sindrome primaverile
Quando finisce l’inverno possono manifestarsi alcuni disturbi legati al cambio di stagione. La primavera, infatti, è un momento particolare dell’anno – normalmente si considera di risveglio della natura e anche dei nostri sensi – ma, prima che questo accada, occorre che si ripristini un certo equilibrio.
La stagione primaverile, soprattutto in una prima parte, è spesso caratterizzata da tempo instabile e, se sommiamo questa peculiarità all’aumento delle ore di luce dovute anche all’ora legale, può accadere che il nostro organismo ne paghi in qualche modo le conseguenze.
Il nostro corpo, di fatto, è fortemente influenzato dalle variazioni di temperatura, umidità, vento, pressione atmosferica e, soprattutto, dalla variazione di luce.
Una sintomalogia che può avere anche ripercussioni significative
Ecco allora che compaiono i sintomi di quella che si definisce sindrome primaverile: irrequietezza, scontentezza, stanchezza, difficoltà di concentrazione o improvvisi vuoti di memoria. E ancora: irritabilità, tensione muscolare, alterazioni del sonno.
Questi disturbi colpiscono la stragrande maggioranza della popolazione. Nello specifico, tra i 18 e i 70 anni la percentuale di popolazione che ne è interessata si aggira intorno all’85%. Come spesso accade a risentirne di più sono le donne.
Per alcune persone i disturbi causati da questa sindrome si associano a un quadro clinicamente significativo, con ripercussioni in campo sociale, lavorativo, familiare e individuale.
«Noi siamo immersi nella natura e seguiamo i flussi naturali circus annuali, circum-mensili circadiani. Alcuni autori hanno ipotizzato che il meccanismo alla base di questa sintomatologia, più frequente nelle donne, sia proprio legato al nostro modo d’interagire con la luce solare – spiega Claudio Mencacci, psichiatra, direttore del Dipartimento di Neuroscienze all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano -. Le variazioni di luminosità, infatti, inducono cambiamenti a livello cerebrale. E se in molti risentono in generale dei cambi di stagione, quelli più pesanti da superare sono proprio i passaggi dall’autunno all’inverno e dall’inverno alla primavera».
Le soluzioni: più ore all’aria aperta muovendosi
Ma come fare allora per adeguare il nostro organismo al cambio di stagione? Una delle soluzioni più semplici e a portata di mano è quella di passare più tempo possibile all’aria aperta. Così ci garantiremo una migliore secrezione dell’ormone melatonina di notte – che favorisce una buona qualità del sonno – e, inoltre, regala un miglior tono dell’umore.
In più, tenendo fede all’impegno di passare più tempo all’aperto, una delle attività migliori da svolgere è la camminata di buon passo preferibilmente in un’area verde. In questo modo, si stimola la produzione di endorfine, una sorta di “energizzante naturale” per corpo e mente.
«È importante sottolineare che nel disturbo stagionale oltre alla luce va considerata la temperatura – dice Mencacci -. Un numero crescente di studi, infatti, sta mettendo in relazione gli effetti dei cambiamenti climatici sulla salute mentale. Sembra che le variazioni di clima facciano lievitare ansia e depressione in soggetti già clinicamente sofferenti o predisposti. La stessa cosa accade con l’aumento di temperatura, spesso repentino in primavera. Il nostro cervello è molto sensibile all’aumento di temperatura e alle ore di esposizione alla luce che possono causare peggioramento del sonno, alterazione del ritmo sonno/veglia, attacchi di panico, ansia e aggressività».
Il consiglio del nutrizionista: la colazione “giusta”
I suggerimenti, invece, in campo nutrizionale riportano come sempre l’attenzione sull’importanza si dedicare il tempo necessario per fare una buona colazione che consenta all’organismo di ricevere energia sufficiente ad affrontare tutta la giornata.
La colazione, infatti, va considerata il pasto più importante della giornata da svolgere con calma e completa di tutti i nutrienti: carboidrati, proteine, vitamine, grassi e sali minerali. Il suo apporto calorico deve essere pari al 20-25% delle calorie giornaliere. Ben vengano quindi: la frutta di stagione, il latte o lo yogurt (oppure, tè, infusi, centrifughe) e cibi solidi ricchi di carboidrati semplici o complessi.
Anche la medicina verde può dare un aiuto: gli oli essenziali
Se non vi si associano altri disturbi, la sindrome stagionale è, nella maggior parte dei casi passeggera, ed è perciò preferibile non ricorrere a farmaci, ma ricorrere ai rimedi naturali.
Per esempio, l’aromaterapia stimola precise zone del corpo attraverso massaggi e frizioni.
Vediamo quali possono essere gli oli essenziali rigeneranti adatti per affrontare la sindrome primaverale.
- Arancio, bergamotto, melissa, mirto e verbena per ritrovare la gioia. L’area della gioia è situata sulla parte interna del polso nella zona di congiunzione con la mano energeticamente connessa con il cuore. Il massaggio di quest’area ha azione rivitalizzante.
- Rosmarino, pino, lavanda e timo per ricaricarvi. Il punto di tonificazione energetica è poco al di sotto del ginocchio, sulla parte esterna della gamba. Un massaggio di questa zona dona energia.
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