Si può andare in pensione a 55 anni con 30 di contribuzione?
Sì, ma in casi molto particolari di grave inabilità
Nel 2023 è ancora possibile andare in pensione anticipandola addirittura a 55 anni anche se non si raggiunge il requisito dei 41 anni di contribuzione previsto da Quota, ma solo se sussistono condizioni molto particolari di disabilità. Vediamo di chi parliamo:
- donne non vedenti con 10 anni di contributi (dipendenti settore privato) a partire dai 51 anni di età, 56 se lavoratrici autonome. Gli uomini non vedenti maturano lo stesso diritto con le medesime condizioni di invalidità a 56 anni se dipendenti o 61 anni se autonomi.
A prescindere dai requisiti contributivi i ciechi assoluti hanno diritto a una pensione di sostegno:
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- Pensione ciechi (e sordi) civili assoluti: € 339,48 – limite di reddito: € 17.920,00
- Pensione ciechi (e sordi) civili parziali: € 313,91- limite di reddito: € 17.920,00
oltre ad altre prestazioni come:
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- Indennità accompagnamento ciechi civili assoluti: € 959,21- Nessun limite di reddito
- Indennità speciale ciechi ventesimisti (residuo visivo non superiore a un ventesimo): € 217,64 – nessun limite di reddito
- Indennità di comunicazione sordi: 261,11 euro
- Assegno a vita ipovedenti gravi (decimisti): € 232,99 – limite di reddito € 8.615,46
Per le persone sorde, il diritto alla pensione scatta con ipoacusia di almeno 75 decibel. Al di sotto si può aver diritto ai trattamenti per invalidi civile ma a seconda della valutazione sanitaria;
- donne lavoratrici dipendenti con invalidità civile dell’80%, a partire dai 56 anni di età (per gli uomini, invece, sono necessari 61 anni di età) con il requisito di almeno 20 anni di contributi;
- persone con invalidità civile superiore a 2\3 o inabilità permanente assoluta, siano essi lavoratori del privato o del pubblico, con almeno 5 anni di contributi e che abbiano cessato la propria carriera lavorativa. Mentre per la pensione serve un grado di invalidità pensionabile pari a 2/3, per essere riconosciuti invalidi civili e avere accesso ad altre agevolazioni basta una riduzione permanente della capacità lavorativa di almeno il 33%
Per comprendere meglio le condizioni è bene fare una distinzione tra invalidità civile e invalidità pensionabile.
Invalidità civile
Corrisponde a una riduzione della capacità di lavorare (riconosciuta da una commissione medica), prescindendo dal tipo di lavoro svolto prima dell’invalidità. Questo valore dà diritto a una serie di prestazioni a seconda della percentuale. Se è pari al 100% dà diritto alla pensione di inabilità civile e se non autosufficiente anche all’indennità di accompagnamento.
Invalidità pensionabile
Corrisponde a una riduzione della capacità di lavorare (riconosciuta da una commissione medica) con riferimento alle attività svolte precedentemente e anche agli interessi e attitudini del soggetto inabile. Questo tipo di invalidità dà diritto all’assegno ordinario di invalidità quando tale riduzione della capacità lavorativo supera i 2/3.
Se il soggetto presenta un’anzianità contributiva minima (20 anni) può maturare il diritto a una pensione di inabilità alle mansioni o a proficuo lavoro. Questa non dà diritto a cumulo di reddito da pensione e reddito da lavoro.
Sistema di calcolo della pensione di inabilità
La pensione di inabilità viene calcolata con il sistema contributivo o misto a seconda che la contribuzione obbligatoria sia stata versata prima o dopo il 31/12/1996. Nel caso da cui siamo partiti, cioè una persona inabile al lavoro ma che abbia contribuito per 30 anni, questi vengono aumentati di altri 5 anni di contributi figurativi (pari agli anni che mancano al raggiungimento dei 60) e, nel caso di salario lordo annuo di 30.000 euro si può stimare una pensione di circa 1.000 euro netti al mese per 13 mensilità.
Condizioni per l’assegno ordinario di invalidità
Come già indicato, in caso di mancati requisiti contributivi minimi (20 anni) è possibile comunque accedere all’assegno mensile ordinario di invalidità civile, pari a 313,91, sempre per 13 mensilità, purché:
- l’invalidità civile non sia inferiore al 74% e il reddito personale non superi i 5.391,88 euro nell’anno 2023;
- l’invalidità sia totale e il reddito personale inferiore ai 17.929 euro nel 2023.
In sintesi
Si può andare in pensione a 55 anni solo in caso di gravi disabilità (cecità, grave disabilità o inabilità totale al lavoro) rispettivamente con un’anzianità minima contributiva di 10, 20 e 5 anni. In assenza di contributi si ha accesso all’assegno ordinario di inabilità civile:
- l’invalidità pari a 2/3 o totale dà diritto alla pensione di inabilità civile al sussistere di determinate condizioni economiche. La pensione è compatibile con un’attività lavorativa;
- in caso di invalidità inferiore a 2/3 e pari almeno a 1/3 (oppure superiore ma in assenza di contributi) si ha diritto all’assegno ordinario di invalidità. A differenza della pensione, questo non è compatibile con un’attività lavorativa;
- se all’invalidità si somma la non autosufficienza si ha diritto anche all’indennità di accompagnamento, sempre date le condizioni economiche previste dalla legge.
Foto di Ricardo IV Tamayo su Unsplash
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