Diamo il benvenuto ad Are you Sciura, la rubrica "sfascion" di Matteo Osso
Car* Cocooners, benvenut* in questa nuova rubrica in cui parleremo, sì, di moda, ma cercheremo di affrontare l’argomento con le consapevolezze e la maturità di chi sa che la moda è un mezzo e non un fine e che essere alla moda non necessariamente significa essere di moda.
Per la maggioranza di chi mi legge presumo di essere uno sconosciuto, pertanto una sintetica presentazione, benché potenzialmente noiosa, potrebbe avere una sua utilità.
Matteo Osso, quasi Cocooner (se stabiliamo che lo spartiacque sta sui 50, io sono prossimo alla meta), docente di storia della moda e del costume e spesso in televisione per suggerire a chi brancola nel buio degli acquisti come uscire dal tunnel senza aver dissipato ogni sostanza in capi destinati a raccogliere acari nell’armadio. Poi c’è la radio, ma quella è un’altra storia.
Moda, dicevamo. Per molti di noi un enigma, da molti definito un circo, spesso un faticoso obbligo.
Niente di tutto questo. La moda è uno strumento. Un modo per esprimere alcuni tratti della nostra personalità, un potente e molto efficace veicolo non verbale di comunicazione, può essere un rifugio o una protezione; spesso un semplice divertimento.
Certamente la moda entra nei nostri ricordi sia personali che collettivi: pensate ad un momento della vostra giovinezza. Vi verrà in mente una persona, una canzone e un modo di vestire.
E allora, poiché i ricordi di domani nascono nelle decisioni di oggi, la domanda che vi pongo è: vogliamo davvero essere così vittime della pigrizia da finire per costruire ricordi brutti? Siamo sicur* che la foto che oggi sembra un irrilevante episodio quotidiano non diventi nel giro di pochi anni il luogo della vergogna? Vogliamo veramente correre il rischio di vivere l’esperienza di quella bravissima e potentissima conduttrice televisiva – oggi invidiabile cocooner– che qualche decennio fa, nel giorno del matrimonio con quel famosissimo e potentissimo giornalista e volto televisivo, ha indossato una meringa e si è fatta fotografare con la mestizia dipinta in volto?
Ve lo dico io : NO.
Non abbiamo il controllo su quello che ci accade, non possiamo decidere chi ci dirà che cosa, siamo in una fase della vita in cui anche il tempo che passa interviene in maniera invasiva -ma non sempre negativa- sul nostro aspetto.
Quello che possiamo certamente fare è decidere cosa indossare e come indossarlo, partendo dal presupposto che indossare qualcosa che ci appaga non è semplicemente una questione di immagine, ma interferisce significativamente sulla qualità della giornata che abbiamo davanti a noi. Madame Coco diceva: “un bel vestito può cambiarti la vita”.
Questa rubrica non ha certo la pretesa di cambiare la vita di nessuno, ma se una dritta può essere utile anche solo per un* di voi, allora anche questo spazio avrà avuto ragione di esistere.
Dalla prossima volta, prometto, meno teoria e molta più pratica.
perdutamente vostro.
Matteo Osso
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