Perché è dannatamente bello avere 60 anni
Parliamo di sessantenni, ma parliamo, anche, delle persone che i 60 anni li hanno superati, ampiamente, o meno, e che si chiedono ancora oggi se essere entrati nella terza parte della vita, che non coincide necessariamente con quella finale, perché si può essere sani e longevi ed entrare anche nella 4a, ovvero dagli 80 in su, sia un vantaggio e che tipo di opportunità porti questa tappa.
Come sono cambiati i tempi per i 60enni di oggi
Per noi di Cocooners la risposta è definitivamente affermativa. Siamo nel 2021, non più negli anni 50 quando una donna veniva considerata “vecchia” a 50 anni. Io, ad esempio, ho avuto una madre che a 42 anni si è sposata con un 28enne (ndr cosa abbastanza rara negli anni 70. Ah, sì, quel ragazzo che sembrava più vecchio di lei, era mio padre) e che a 50 anni, alla fine degli anni 70, ha preso la patente automobilistica (ovviamente, il giorno dell’esame era circondata da 18enni ed era ben conscia, ma anche orgogliosa di rappresentare una eccezione). Ricordo anche, però, di aver scoperto solo a scuola, quando ero una adolescente, che in realtà mia madre, per tutti quegli anni si era tolta dieci anni perché alla fine, si vergognava di essere “diversa” e quindi fingeva di essere altro.
Oggi, questo non è più necessario poiché la società, benché non in maniera completamente acclarata, accetta maggiormente il passare dell’età come un valore positivo: di fatto se si hanno 60 anni, significa che non si è dipartiti prima. E questa, a dirla tutta, è già un’ottima ragione per baciarsi i gomiti ogni giorno. Se si è sani, anche di più. Avere 60 anni implica, oggi, lavorare (le baby pensioni sono un lontano ricordo degli anni 90) e lavorare, per quanto faticoso, significa mantenere corpo e mente in allenamento, grazie anche alle innovazioni, le nuove modalità di lavoro, i nuovi parametri, paradigmi che si devono acquisire. E questo, mantiene la mente fresca perché il cervello è plastico e più lo stimoliamo, meglio funziona e continua ad acquisire dati.
Ma anche i corpi sono cambiati e non necessariamente per merito dei medici chirurghi: se penso, ancora una volta, a mia madre, ricordo che lei e, come lei, molte altre donne della sua generazione, non ha mai fatto attività fisica, non si è mai sottoposta a check up regolari per prevenzione perché era un elemento culturale che ancora non veniva percepito come qualche cosa di salvifico. Fumava tantissimo, prendeva quintalate di sole e mangiava pure peggio (le mele gliele vedevo sbucciare per me, ma non ricordo di averle mai visto mangiare troppa frutta).
Oggi, una sessantenne, ma anche un suo coetaneo, anche se non smette di fumare, sa benissimo di giocare con una roulette russa (mia madre si accendeva le sigarette anche negli studi medici e offriva i rotolini di tabacco anche ai medici che non provavano particolari sensi di colpa, negli anni 70 e 80 a riempire di gas gli studi, rischiando di intossicare i pazienti col fumo passivo), per cui fa check up, cerca di ridurre le bionde o cerca delle alternative a questa dipendenza. Insomma, i fumatori over 60 sanno che questa abitudine è contro la propria salute.
Gli over 60 di oggi conoscono il valore dell’alimentazione, per cui prestano più attenzione al carrello della spesa: un sessantenne degli anni 70 a pasto ingurgitava il primo, il secondo, il dolce, il caffé e anche l’ammazzacaffé. Oggi, tendenzialmente, avendo meno tempo a disposizione, a maggiore consapevolezza alimentare, sappiamo che per saziarci è sufficiente un piatto (primo o seconda a scelta, e un contorno di verdure di stagione). Se lo desideriamo ci aggiungiamo un bicchiere di vino, ma i nostri pasti quotidiani non corrispondono più a quelli di un tempo. E anche i nostri corpi sono cambiati. Come sono cambiati i giornali che ci spingono a prenderci cura di noi stessi sotto ogni punto di vista (fisico, psicologico e persino spirituale).
Per cui perché è bello avere 60 anni?
Perché l’aspettativa di vita non solo è cambiata allungandosi, ma ci mette anche nella condizione di fare delle cose e vivere la vita quotidiana in maniera divertente e più leggera.
Per qualcuno il lavoro si approprinqua al termine e alla pensione, per questo molti ci pensano prima e fanno investimenti sul proprio futuro e non solo di tipo finanziario.
Perché i figli, di solito, anche se li si è avuti in età matura, iniziano a essere grandi e anche se non sono ancora fuori di casa, sono, indubbiamente, più autonomi e indipendenti, ergo ci si può riappropriare dei propri spazi, praticando hobby che avevamo messo da parte o recuperando amicizie che avevamo messo momentaneamente in stand by, nell’attesa di avere più tempo per tornare a socializzare.
Ci si riappropria dei fine settimana che consentono di fare viaggi fuoriporta, di andare nella casa di vacanza al mare, in montagna o in campagna per riossigenarsi, per cambiare orizzonte visivo e stimolare, ad esempio, il palato in maniera diversa.
Dopo i 60 anni, il proprio corpo, soprattutto per le donne, non è più strumento principale di seduzione, per cui ci si riappropria dei propri ritmi e il non essere sempre al centro dell’attenzione degli sguardi degli altri, per molte, è una liberazione. Quella che consente di lavorare sotto traccia senza dover pensare sempre al giudizio che gli altri potranno esporre su di noi. Se non si è particolarmente affezionate alla propria immagine, quando questa è il riflesso dello sguardo degli altri, avere 60 anni significa alleggere il trucco, spendere meno in make up e investire di più in benessere e salute. Quindi corpo e mente, godendo così di un miglioramente a livello psicologico e non solo.
Insomma, avere 60 anni, oggi è una grande opportunità perché si hanno esperienza, sicurezza e anche tanta autoironia per cui non si prende più il tutto con estrema serietà e senso della tragedia. Si vive, forse, un po’ di più alla giornata, mollando gli ormeggi e lasciando andare ciò che non prioritario.
Insomma, a 60 anni si sta molto meglio.
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