Salute e benessere non sono sinonimi
I termini, salute e benessere, non sono sinonimi: può capitare infatti che il benessere (inteso come ben – essere, cioè star bene) ed il vivere in salute non coincidono.
Lo scopo di questo articolo non vuole essere una disquisizione teorica fine a se stessa sui due concetti e sulla loro relazione, quanto evidenziare che, anche in presenza di una malattia, si può giungere ad uno stato di benessere. Ciò è possibile grazie alle nostre capacità intrinseche, come, per esempio, l’abilità di accettare una situazione negativa o di affrontare positivamente un evento traumatico o un periodo di difficoltà.
Lo stato di benessere raggiunto non solo fa star bene in un certo periodo, ma può agevolare moltissimo in senso positivo anche il decorso di una malattia e magari favorire la sua risoluzione.
Prima di addentrarci nell’ analisi della relazione salute – benessere, cerchiamo però di definirne i significati.
Definizione di salute
Per il significato di salute dobbiamo ricorre alla definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) del 1948, secondo cui la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non semplicemente assenza di malattia o infermità.
La definizione però ha suscitato subito grosse perplessità da parte di molti studiosi. Le obbiezioni si sono concentrate soprattutto su due motivi fondamentali. Innanzitutto il termine “completo”, riferito a benessere, fa riferimento ad un concetto assoluto, che non corrisponde alla realtà: non c’è, e non può mai esserci, uno stato “completo” di benessere psico-fisico. Secondo questo requisito infatti la maggior parte di noi sarebbe malata per la maggior parte del tempo. L’aspirazione “alla salute perfetta-completa” ha portato solo ad un’eccessiva medicalizzazione, inutile e spesso dannosa. E’ quanto afferma uno studio di ricercatori olandesi, Machteld Huber e colleghi, How should we define health? (Come dovremmo definire la salute?), MJ 2011.
Il secondo problema riguarda il termine “stato”, in quanto allude ad una situazione di staticità, che non contempla il cambiamento. Per questo motivo in una riunione di una commissione dell’OMS del maggio 1998 è stata proposta una modifica alla definizione di salute del 1948, che fu formulata in questi termini: la salute è uno stato dinamico di completo benessere fisico, mentale, sociale e spirituale, non mera assenza di malattia. Purtroppo questa modifica, per vari motivi, non è mai pervenuta all’Assemblea Generale, per cui è rimasta ufficialmente la definizione originaria. E’ quella che viene riporta anche dal Ministero della salute italiano.
Sulla scia della proposta della commissione dell’OMS, ne sono seguite nel tempo varie altre, sia da parte delle istituzioni, sia da parte degli studiosi, nel tentativo di trovare il modo migliore per definire la salute in termini dinamici. La proposta più interessante è risultata quella di Machteld Huber e colleghi del 2011, esposta nello studio, che abbiamo già citato. Gli studiosi hanno definito la salute come la capacità di adattarsi e di autogestirsi. Trasferendo questo concetto ai tre ambiti contemplati dall’OMS fisico, mentale e sociale, la definizione di salute assume vari significati. In ambito fisico, un organismo risulta sano nella misura in cui riesce a mantenere o a ripristinare l’ equilibrio di funzionamento interno, riducendo i danni prodotti per esempio da un virus o da un’alterazione delle strutture interne all’organismo. In ambito mentale la salute deriva dalla capacità di padroneggiare le situazioni difficili ed in ambito sociale il concetto di salute si declina nei termini di partecipazione attiva alla vita sociale.
E’ molto interessante questa interpretazione del concetto di salute in senso dinamico e soprattutto è importante il riferimento alla possibilità di autogestire la propria salute, perché tira in ballo anche il concetto di responsabilità del soggetto umano, che non subisce passivamente, ma che diventa quindi parte attiva di un processo di empowerment e di partecipazione alla gestione della propria salute.
Non significa non ammalarsi, ma prendersi cura di sé e mettere in atto tutte quelle strategie di educazione alla salute, che gli permettono di mantenere al meglio le proprie condizioni di vita.
Un comportamento proattivo può prevenire infatti situazioni o problemi futuri.
L’ epigenetica ci insegna che, se non possiamo cambiare nel corso della vita i nostri geni, i comportamenti individuali però possono fare la differenza sulla loro attivazione o sul loro arresto.
Ciascuno di noi perciò può essere in parte responsabile della propria salute, scegliendo un sano stile di vita.
L’ assunzione di comportamenti corretti va fatta nella consapevolezza che la salute riguarda il proprio bene personale, ma anche l’ interesse della collettività, sia in termini economici, di spesa a carico del sistema sanitario, sia per garantire la propria partecipazione al benessere dell’intera comunità. Per il suo miglioramento ciascuno di noi infatti è chiamato a collaborare secondo le proprie competenze e la propria esperienza.
Cosa si intende per benessere
Nella definizione di salute, proposta dall’OMS e sulla quale noi ci siamo concentrati, si parla di benessere fisico, mentale e sociale. Il concetto di benessere però viene, non correttamente, identificato con quello di salute ed inoltre l’interpretazione, che ne dà l’OMS, è molto ristrettiva.
Se la salute fa riferimento all’ambito prettamente sanitario, il benessere invece deve essere considerato come una condizione multidimensionale. Oggi il concetto di benessere non contempla infatti solo l’aspetto fisico, mentale e sociale, ma va ben oltre e fa riferimento anche a quello spirituale, intellettuale ed emotivo, al potenziamento delle abilità per la crescita personale, alla capacità di autogestione nei confronti delle varie sfide della vita, di porsi degli scopi e di realizzarsi con soddisfazione e gratificazione. Il benessere riguarda anche altre dimensioni, quali la capacità di interagire con l’ambiente circostante, di avere e di mantenere rapporti positivi con le altre persone, oltre ovviamente all’ aspetto economico.
Il benessere però non è influenzato solo dalle capacità individuali e dalle scelte di vita delle persone, ma anche da fattori esterni, quali le condizioni di lavoro e la conciliazione dei tempi di vita, le politiche sulla sicurezza e sulla qualità dei servizi, ma anche dipende dall’ambiente, in cui si vive, dall’inquinamento e dalle variazioni del clima. La scarsa qualità dell’acqua, del suolo, dell’aria e degli ambienti indoor, oltre ad una scorretta gestione dei rifiuti, sono infatti responsabili dell’insorgere di varie patologie.
Il concetto di benessere, perciò, è trasversale ad ogni ambito (psicologico, fisico, spirituale, relazionale, sociale, culturale, lavorativo, alimentare, ambientale, materiale) ed indica lo star bene e quindi la qualità della vita di ciascun individuo.
Relazione tra salute e benessere
La principale differenza tra salute e benessere consiste quindi nel fatto che la salute è il benessere psico – fisico, il benessere però non si limita solo a questi ambiti e contempla lo star bene della persona a più livelli. Per essere in salute ciascuno di noi deve ambire perciò ad un benessere generale e non solo dal punto di vista organico. Salute e benessere quindi sono concetti, che, se pur diversi, sono comunque connessi tra di loro.
Il problema della salute, proprio perché è imprescindibile da quello del benessere generale, non riguarda solo il sistema sanitario, ma chiama in causa anche altri enti. Impone infatti il coordinamento dell’azione di tutti gli organismi interessati: i governi, i settori sanitari, sociali e economici, le organizzazioni non governative, le autorità locali, l’industria e i mezzi di comunicazione: come si legge nella Carta di Ottawa del novembre 1986, un documento redatto durante la Prima Conferenza Internazionale sulla Promozione della Salute, tenutasi appunto nella capitale del Canada.
Soprattutto per i seniores il concetto di benessere assume un valore fondamentale per la loro salute fisica e psicologica a tal punto che lo star bene sembra che abbia un importante ruolo protettivo per molti disturbi anche fisici della popolazione dai 65 anni in su. Nonostante le malattie ed in particolare quelle croniche, che diventano più frequenti in età avanzata, il benessere e la qualità della vita infatti possono essere preservate fino ad un’età avanzata.
Considerando l’aumento dell’aspettativa di vita e quindi dell’innalzamento dell’età media della popolazione, è particolarmente importante che la popolazione anziana sia attiva e partecipe non solo nell’interesse individuale, ma anche dell’ intera collettività.
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