Renoir e Cézanne in mostra a Milano
Nell’ambito delle manifestazioni che si tengono in Italia, per celebrare i 150 anni dell’ Impressionismo, a Palazzo Reale di Milano, dal 19 marzo al 30 giugno, sono messe a confronto le personalità e le opere di Paul Cézanne (1839 – 1906) e di Pierre-Auguste Renoir (1841 – 1919).
Prima di evidenziare le affinità e le differenze di queste due giganti dell’arte è opportuno, però, capire le caratteristiche e le specificità dei loro stili.
Lo stile di Pierre-Auguste Renoir
Partito da un linguaggio realista con cui esprimeva la realtà quotidiana con attenzione al particolare, ben presto Renoir, influenzato dell’Impressionismo, passò da una pittura oggettiva ad una soggettiva. Lo fece dipingendo all’aria aperta e fissando sulla tela l’impressione che gli derivava dall’attimo fuggente e dalla variazione del colore al mutare della luce. Per cogliere l’emozione del momento, prima che esso cambiasse, è ricorso ad una pennellata veloce, alla rappresentazione delle immagini in modo indefinito, a volte quasi solo abbozzate, ed all’uso dei colori direttamente sulla tela, accostandoli l’uno vicino all’altro, senza mescolarli prima sulla tavolozza.
Fin dall’inizio Renoir ha preferito ritrarre la figura umana, isolata o in gruppo, nei suoi momenti di svago ed immersa nella natura. A lui infatti interessava raffigurare la bellezza presente nella quotidianità e soprattutto trasmettere la joie de vivre (la gioia di vivere). I colori vivaci e la luminosità delle sue opere esprimono, infatti, una travolgente allegria e delle sensazioni estremamente positive.
Ne è un esempio uno dei suoi quadri più importanti, considerato giustamente come manifesto del suo amore per la vita e del suo stile impressionista, Le Bal au Moulin de la Galette.
Bal au Moulin de la Galette di Renoir
Bal au Moulin de la Galette di Renoir, 1876, Musée d’Orsay di Parigi
In Bal au Moulin de la Galette, che sembra quasi l’istantanea di una scena della vita di Parigi, Renoir è riuscito magistralmente a far risaltare, anche attraverso l’uso di colori brillanti, l’atmosfera festosa ed allegra del ballo insieme al piacere della convivialità e del divertimento.
Il senso del movimento è reso benissimo dalla sovrapposizione delle figure. Quest’ultime, riducendosi, dal primo piano fino allo sfondo, a piccole macchie indistinte di colore, contribuiscono anche a rendere la profondità della scena. Con i balenii di luce che filtrano tra le foglie e che si posano sulle persone Renoir ha raffigurato i delicati e naturali effetti luminosi. I contrasti con le zone in ombra evidenziano, poi, aspetti particolari della scena.
Dopo un viaggio in Italia, avvenuto nel 1881, in cui l’ artista si accostò ai grandi maestri del Rinascimento ed in particolare a Raffaello, ci fu una svolta nel suo modo di dipingere. Sviluppò, infatti, uno stile classico, caratterizzato dal recupero dei volumi e della plasticità delle figure. La Femme nue dans un paysage fu uno dei primi esiti di questo mutamento stilistico.
Femme nue dans un paysage di Renoir , 1883, Musée de l’Orangerie di Parigi
Nel dipinto viene raffigurata una donna nuda, in riva al mare, seduta su un panno bianco con il cui lembo si asciuga una gamba. Se il paesaggio risente ancora dello stile impressionista per le macchie di colore fluide ed indeterminate, il corpo è caratterizzato da una pennellata classica. Le linee ed il contorno sono precise e le pennellate ampie e decise definiscono la rotondità delle forme della donna, facendone risaltare la sensualità e la femminilità.
L’ultima fase della carriera di Renoir, però, non deve essere letta come un’involuzione o un’autocritica, ma come un ritorno a quell’armonia della forma che poi sarebbe esplosa come reazione alle avanguardie artistiche del primo novecento.
Lo stile di Paul Cézanne
Dopo il periodo impressionista degli anni Settanta, la pittura di Cézanne subì una profonda trasformazione. Mentre gli impressionisti rappresentavano la realtà soggettivamente, come appariva ai loro occhi in diverse condizioni di luce, nell’intento di cogliere l’attimo fuggente, Cézanne voleva raffigurare non ciò che della realtà cambia, ma ciò che è immutabile, cioè la sua essenza.
La sua, quindi, fu un’arte meno istintiva ed emotiva, ma più riflessiva e matematica. Per Cézanne, come egli stesso scrisse “tutta la realtà può essere sempre riconducibile a tre solidi geometrici fondamentali: il cono, il cilindro e la sfera”. Usò, perciò, queste figure geometriche per rappresentarla, convinto che, semplificando così la realtà, poteva esprimerne meglio l’essenziale.
L’ applicazione di questo principio comportò una maggiore attenzione alla definizione dei volumi ed alla solidità delle forme, che appaiono, così, più massicce e monumentali. Paradigmatico degli aspetti innovativi di questo stile è il famoso dipinto, I giocatori di carte.
I giocatori di carte di Cézanne
I giocatori di carte di Cézanne, 1891/2, Musée d’Orsay di Parigi
In questo quadro due protagonisti, l’uno raffigurato di fronte all’altro, sono concentrati sul gioco delle carte. Le forme sono semplificate e riconducibili a figure geometriche. Il busto del giocatore con la pipa, le sue braccia ed il cappello hanno infatti una forma cilindrica, le braccia flesse di entrambe le figure formano dei triangoli, il tavolino è un parallelepipedo, le pieghe della tovaglia hanno la forma di triangoli, la bottiglia di vino è un cilindro e le spalle dei giocatori creano una linea curva. Il gioco delle linee, dei colori e delle luci ci mostra la sfida tra due personaggi che sembrano complementari tra loro: l’uomo con la pipa indossa una giacca scura e pantaloni chiari, l’altro una giacca chiara e pantaloni scuri, del primo si vedono le carte sul davanti, mentre dell’altro la parte indietro.
Anche se in questo quadro la pennellata è imprecisa, rispetto agli impressionisti, Cézanne ha, comunque, usato il colore in modo decisamente più denso e materico, conferendo alla partita un carattere estremamente austero.
Cézanne e Renoir a confronto
Nella mostra milanese dal dialogo tra questi due giganti emergono le loro affinità elettive, sorrette anche da una sincera amicizia e da un’ammirazione reciproca, che li portarono a condividere lo stesso interesse per alcuni generi, come la natura morta, il paesaggio, il ritratto e il nudo, ma soprattutto appaiono le loro differenze.
Abbiamo già visto come, contrariamente a Renoir ed agli impressionisti, a Cézanne non interessasse cogliere il mutamento insito nella realtà, ma ciò che è immutabile, cioè la sua essenza, che l’artista trovava nella sintesi delle varie forme geometriche a cui secondo lui è riconducibile la realtà. Voleva, quindi, rappresentare l’eternità, non il momento effimero, come gli impressionisti. Per lui il compito del pittore era, infatti, quello di scavare il reale, per indagarne le forme e rappresentarlo.
Rispetto alla pittura armonica e rotonda di Renoir, quella di Cézanne è perciò più rigorosa e geometrica, caratterizzata dalla ricerca dei volumi e dalla solidità della forma.
Oltre alle opere già citate due ritratti, Portrait de Madame Cézanne (1885-1895) di Cézanne e Claude Renoir en clown (1909) di Renoir, sono un’ ulteriore dimostrazione di quanto i due Maestri, apparentemente tanto vicini, fossero di fatto molto distanti.
Nel primo ritratto di Cézanne si può constatare, infatti, la severità, dovuta anche ad una posa troppo ieratica della donna, e nel secondo di Renoir la dolcezza, la tenerezza e la gioiosa espressività. Ma è soprattutto nella serie delle bagnanti dove le differenze diventano più accentuate. Confrontando Baigneuse assise di Renoir (1914) con Trois baigneuses di Cézanne (1874-1875), la sensualità delle forme tonde e piene del primo contrasta con i corpi possenti, solidi e muscolosi del secondo.
Trois baigneuses di Cézanne, 1874-1875, Musée d’Orsay di Parigi
Chiude l’ esposizione milanese una sezione che documenta quanto i due pittori, soprattutto Cézanne, abbiano influenzato gli stili della successive generazioni di artisti.
Vuoi commentare l’articolo? Iscriviti alla community e partecipa alla discussione.
Cocooners è una community che aggrega persone appassionate, piene di interessi e gratitudine nei confronti della vita, per offrire loro esperienze di socialità e risorse per vivere al meglio.