Reggia di Caserta: la storia e cosa vedere
Nel corso della sua lunghissima storia, l’Italia conserva numerosissimi palazzi e reggie legate alle famiglie reali che si sono succedute nel dominio del Paese o di alcune zone di esso. Si pensi ad esempio allo splendido Palazzo Reale a Torino, al Palazzo dei Normanni a Palermo, alla Reggia di Capodimonte a Napoli e alla Reggia di Caserta: quest’ultima è nata per raggiungere e, se fosse stato possibile, superare la grandiosità di Versailles, costruita circa 70 anni prima. Sorprende il lusso e lo sfarzo degli appartamenti interni e la vastità dei suoi ricchi giardini: non stupisce che la Reggia di Caserta sia stata dichiarata, assieme al suo Parco Reale, Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
Reggia di Caserta: cosa vedere
Trovandovi davanti a questo edificio, vi chiederete quanto è grande la reggia di Caserta e quante stanze ha la Reggia di Caserta. Dovete sapere che si estende su una superficie di ben 47.000 metri quadrati: consta di cinque piani, di 1200 stanze e di circa 1742 finestre, le quali di sera rendono la reggia una meraviglia che sembra uscita da un libro delle fiabe.
Aspettatevi di immergervi in un mondo antico, dove lo sfarzo era all’ordine del giorno: la prima cosa che noterete entrando nel vestibolo inferiore è il monumentale Scalone d’Onore del ‘700 a doppia rampa, superando il quale arriverete al Piano Nobile dove si collocano gli appartamenti reali, realizzati tra il ‘700 e l’800 in stile neoclassico.
Le varie camere che vi ritroverete a visitare sono suddivise tra Appartamento Vecchio e Nuovo, divisi dalla bellissima Sala dei Marmi (o di Alessandro). L’Appartamento Nuovo risale all’800 mentre quello Vecchio è del ‘700 e fu abitato da Ferdinando IV di Borbone e sua moglie Maria Carolina: quest’ultima in particolare soggiornava in camere dallo spiccato gusto rococò, con le pareti ricoperte di sete della famosa Fabbrica di San Leucio e un generale dominio dei colori oro e bianco.
Ci sono poi gli appartamenti abitati da Giocchino Murat e la sua consorte, Carolina Bonaparte, i quali hanno fatto provenire molti arredi dal Pazzo Reale di Portici.
Tra le camere più belle della Reggia di Caserta c’è, oltre alla sontuosa Cappella Palatina inaugurata il giorno di Natale del 1784 da Ferdinando IV, c’è la Sala degli Alabardieri, dove potrete ammirare gli affreschi splendidi realizzati da Domenico Mondo.
Bellissime sono anche la Sala delle Guardie del Corpo, la Sala Astrea e Marte dedicate alle arti militari, ma soprattutto la Sala del Trono, utilizzata non solo per le visite ufficiali ma anche per i fiabeschi balli di corte.
Splendido è poi il Teatro di Corte, realizzato avendo il Teatro San Carlo di Napoli e la Biblioteca Palatina: quest’ultima mostra tutta la sua eleganza, tra affreschi di Henrich Friederich Füger e dipinti del Giordano.
L’artista Cammarano ha lasciato il suo segno presso la Reggia di Caserta, affrescando la volta della Sala del Consiglio con un tema legato a Minerva e quella della Toilette, costruita tutta in luccicante marmo di Carrara. A tal proposito, c’è un aneddoto che forse non conoscete: dopo l’Unità d’Italia nel 1861, un gruppo di funzionari di casa Savoia scorsero un oggetto, definendolo “strano oggetto a forma di chitarra”. Era in realtà un bidet.
Il Parco Reale della Reggia di Caserta
Dopo aver visitato gli interni della Reggia, senza dimenticare di ammirare il grande Presepe nella Sala Ellittica (alla cui realizzazione partecipò anche Carlo di Borbone e la sua famiglia), dedicatevi alla scoperta del parco. Questa immensa area verde si estende su ben 120 ettari ed è un tripudio di sculture, fontane, laghetti e una peschiera, dove i nobili si dilettavano a simulare battaglie navali in miniatura. In sostanza il Parco Reale mescola l’aspetto tipico dei giardini francesi di Versailles con lo stile rinascimentale dei giardini italiani.
La parte più scenografica del Parco Reale è la bellissima Via dell’Acqua: si tratta di un susseguirsi lunghissimo di vasche ricolme di acqua, costeggiate da prati verdi e fontane. Tra queste ultime spiccano la Fontana di Eolo, con la scena di Giunone che caccia i troiani ed Enea, la Fontana dei Tre Delfini e la Fontana di Diana e Atteone: dietro potete ammirare la scrosciante cascata, della quale potrete raggiungere la cima dove il Vanvitelli ha collocato una grotta.
Tra le altre fontane sparse per il Parco Reale, meritano maggiore attenzione la Fontana di Cerere dedicata al dio della fertilità, la Fontana di Venere e Adone e quella del Cannetto, la quale introduce al Giardino Inglese. Questo è stato progettato, per volere di Maria Carolina d’Asburgo, dall’inglese John Andrew Graefer, con l’obiettivo di superare in bellezza il Petit Trianon situato nel Parco di Versailles.
Il Giardino Inglese della Reggia di Caserta vi incanterà con i suoi boschetti, che pullulano di specie vegetali come le camelie, i platani, i lecci, i cedri del Libano, bambù e meravigliosi fiori del Giappone.
Presso il Criptoportico, una sorta di ninfeo tondeggiante, potrete ammirare reperti provenienti dagli scavi di Ercolano e Pompei. I resti di un tempio romano sono presenti invece su una delle due isolette che punteggiano lo stagno del Boschetto del Labirinto. Presso il romantico Bagno di Venere si trova invece un’elegante statua raffigurante Venere e realizzata in marmo di Carrara.
Chi abitava nella Reggia di Caserta: cenni storici
La decisione di erigere una reggia nel territorio casertano fu di Carlo di Borbone che, molto tempo prima di diventare re nel 1734, desiderava avere una sede amministrativa lontana da Napoli, affacciata sul mare e dunque molto più soggetta agli attacchi delle navi nemiche.
Scelse Caserta e il suo clima più gradevole per erigere la sua nuova dimora, cuore pulsante del Regno di Napoli: Carlo di Borbone acquistò il cinquecentesco Palazzo degli Acquaviva nella pianura della storica regione Terra di lavoro e affidò il progetto a Luigi Vanvitelli, l’artista che restaurò la cupola della Basilica di San Pietro a Roma.
La prima pietra di quella che doveva essere una reggia pari a quella di Versailles in Francia, fu posata nel gennaio del 1752, proprio il giorno del compleanno di Carlo di Borbone: contemporaneamente furono avviati anche i lavori per la realizzazione dell’Acquedotto Carolino, al fine di convogliare verso la Reggia le acque provenienti dalla sorgente del Fizzo.
Dopo qualche anno i lavori subirono una brusca frenata, non solo per la partenza di Carlo alla volta di Madrid alla morte del re spagnolo nel 1759, ma anche per la successiva morte di Luigi Vanvitelli.
I lavori furono portati avanti da un’altra squadra di architetti, tra cui Carlo Vanvitelli, il quale mostrò al nuovo re Ferdinando IV un nuovo progetto, non dissimile da quello del padre Luigi, ma meno dispendioso e più celere. La moglie del sovrano, Maria Carolina, diede un grande contributo nel rendere ancora più bella la Reggia di Caserta, ordinando la costruzione di una pinacoteca, di una biblioteca e del magnifico Giardino all’Inglese.
La costruzione della Reggia terminò ufficialmente nel 1845, superando anni di domini da parte di Bonaparte, di Giocchino Murat e dei Savoia, i quali all’inizio del ‘900 passarono la Reggia allo Stato Italiano.
Ci fu anche un momento in cui la dimora fu messa in grave pericolo, ovvero quando divenne Quartier Generale Tedesco nel corso della Seconda Guerra Mondiale e fu seriamente danneggiata dalle bombe. I tedeschi, nella fuga, portarono con loro molte opere d’arte di inestimabile valore, tanto è vero che non è raro trovare questi cimeli in musei in altre parti del mondo.
Quanto ci vuole per visitare la reggia di Caserta
Alla luce della sua ricchezza artistica e delle bellezze del suo parco, vi starete domandando quanto dura la visita alla Reggia di Caserta. Per scoprire le sale più belle del palazzo servono almeno 2 ore: è chiaro che è consigliabile che le visitiate con una guida turistica, in modo da conoscere ogni segreto o aneddoto legato a un determinato ambiente.
Per quanto riguarda il Parco Reale, se decidete di visitarlo a piedi impiegherete almeno un paio di ore: potete sempre dimezzare il tempo usufruendo delle tante navette presenti in loco, ma è anche vero che molti angoli dei giardini sono raggiungibili esclusivamente a piedi.
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