Quanto deve essere il colesterolo a 60 anni
Quando parliamo di colesterolo dobbiamo sempre ricordarci di operare delle distinzioni, ovvero: di quale colesterolo stiamo parlando? Del colesterolo totale o di quello LDL, ovvero quello cattivo? Oppure dell’HDL, il cosiddetto colesterolo buono? Le attuali linee guida, infatti, non considerano più il colesterolo totale come fattore di rischio, ma si concentrano molto sul colesterolo LDL che, in base agli studi scientifici, ha dimostrato essere il maggior responsabile di eventi cardiovascolari seri quali infarto e ictus.
Occorre premettere che, come molti già sapranno, il fattore età è legato in genere a un aumento dei livelli di colesterolo e in particolare di quello LDL a causa del naturale processo d’invecchiamento dell’organismo.
Per quanto riguarda le donne, un primo aumento di colesterolo si registra tra i 40 e i 50 anni, ovvero in concomitanza con la premenopausa e con la diminuzione dei livelli di ormoni femminili. Il picco dei valori di colesterolo nel “gentil sesso” si manifesta tra i 60 e i 70 anni, mentre negli uomini tra i 50 e i 60 anni.
Colesterolo: linee guida in base ai profili di rischio cardiovascolare
Se è sempre difficile trovare un criterio comune perché ciascuno di noi ha una storia a sé, è importante sapere che le attuali linee guida hanno target specifici, in particolare di LDL, da raggiungere in base al profilo di rischio del paziente. Questo significa che generalizzare troppo è sempre sbagliato, perché a seconda delle caratteristiche di partenza dell’individuo, ovvero se è o no in sovrappeso, se ha familiarità per le patologie cardiovascolari e, soprattutto, se c’è un’ipercolesterolemia familiare, i valori di riferimento potrebbero cambiare.
Questo per dire che l’età è sì un fattore importante ma non può essere troppo una “scusante” nell’individuare i valori di colesterolo che definiscono un individuo sano. Gli scienziati, peraltro, non sono ancora concordi nel considerare l’avanzare dell’età come un reale fattore di rischio da collegarsi all’aumento del colesterolo. Ci sono anzi studi contrastanti in tal senso.
Vediamo allora di definire, in base alle linee guida dell’AIFA, quali siano i valori di colesterolo auspicabili in base al profilo di rischio.
Una persona che non ha fattori di rischio cardiovascolari, dunque in salute, dovrebbe tendere ad avere un colesterolo LDL inferiore a 119 mg/dl. Cambiano invece un po’ le cose se l’individuo ha un profilo di rischio moderato, per esempio ci riferiamo ai pazienti diabetici, il cui target dovrebbe essere inferiore a 110 mg/dl. Chi, invece, ha un elevato rischio cardiovascolare perché presenta uno più fattori di rischio (ipertensione, diabete, sovrappeso) dovrebbe avere un target di LDL inferiore a 70 mg/dl.
C’è poi da considerare un’ulteriore categoria di persone: quella che riguarda chi ha già avuto un evento cardiovascolare importante o aterosclerosi significativa. In questo caso le linee guida indicano valori di colesterolo LDL inferiori a 55 mg/dl.
Ovviamente è facile che accada che anche i soggetti sani non raggiungano i target di colesterolo consigliati e spesso, purtroppo, anche i pazienti a rischio elevato.
Correzione dello stile di vita per mantenere dei buoni livelli di colesterolo
Che cosa fare allora per mantenere dei livelli di colesterolo tali da non incorrere in rischi cardiovascolari? Si tratta di un argomento di cui abbiamo già parlato più volte e per il quale vale sempre la pena sottolineare alcuni punti fondamentali.
Partiamo, come al solito, dalla corretta alimentazione e da uno stile di vita sano, comportamenti necessari per modificare il nostro colesterolo cattivo. Tra gli alimenti da prediligere ci sono sempre quelli indicati per la salute e il benessere dell’organismo: l’olio di oliva, i cereali integrali, i legumi, il pesce azzurro, frutta e verdura ricche in fibre, semi (e nello specifico per il colesterolo anche soia e un consumo moderato di vino rosso).
Un’alimentazione corretta rientra in un programma, nel caso ci sia stato un aumento del colesterolo, di revisione del proprio stile di vita. Già correggendo la dieta è possibile, se si è in sovrappeso, avviare il percorso che porta alla riduzione del grasso corporeo, bilanciando così il rapporto tra massa grassa e massa magra senza intervenire sulla massa muscolare.
Si raccomanda poi, in base alle proprie caratteristiche, di fare movimento tutti i giorni perché l’attività fisica, oltre a favorire il dimagrimento, contribuisce ad aumentare in modo significativo il colesterolo buono (HDL). Dopo aver interpellato il proprio medico di base e, se opportuno, anche uno specialista, la soluzione ottimale sarebbe svolgere una trentina di minuti al giorno di attività aerobica (anche una semplice camminata).
Inoltre, no all’uso di alcol se non in quantità moderate e divieto assoluto di fumare.
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