Prevenzione primaria, secondaria e terziaria: esempi e differenze
La prevenzione è sicuramente lo strumento più utile a evitare l’insorgenza di un cancro (o altra malattia) o, perlomeno, a diagnosticarlo in fase ancora precoce e, di conseguenza, anche più curabile. Fare prevenzione significa anche seguire piccole abitudini quotidiane che spesso si tendono a sminuire. Mantenere uno stile di vita sano, ad esempio, è un ottimo modo per fare prevenzione. Tuttavia, ogni individuo è a sé e il rischio può dipendere da fattori eterogenei, tra cui quelli genetici, quelli ambientali, quelli casuali e quelli comportamentali. Gli interventi di prevenzione si suddividono in tre categorie: primaria, secondaria e terziaria e tutte e tre sono importanti, se non indispensabili.
Perché è importante la prevenzione e come accedervi
Prima di passare all’analisi dei tre tipi di prevenzione, è doveroso capire il perché questa sia così importante. Sembrerà scontato doverlo specificare, ma il controllo periodico del proprio stato di salute può realmente salvare la vita. Tenere monitorato il proprio corpo, osservarne i cambiamenti improvvisi o fare caso a sintomi mai avuti significa avere cura di sé e, di conseguenza, anche prevenire l’insorgere di problemi più o meno gravi.
La prevenzione parte sempre dalla persona ed è sempre quella primaria l’apripista della salute. Solo dopo, in caso di dubbi o preoccupazioni evidenti, sarà il medico a consigliare il giusto percorso ai propri pazienti, fatto di test specifici, esami diagnostici precisi e screening preventivi basati (anche) sulla familiarità. Riuscire ad accedere a tutto ciò – e molto di più – oggi è diventato ancora più immediato. Come? Grazie anche a piattaforme specializzate come QuraKare o altre soluzioni similari, che consentono di prenotare un consulto medico in modo semplice nel pieno rispetto della persona e della sua privacy. Grazie a questa pratica soluzione non solo si avrà la possibilità di avere a disposizione un medico generalista h24 sette giorni su sette, ma si potranno anche organizzare percorsi di prevenzione personalizzati su base anamnestica sia per sé, sia per le persone care.
Prevenzione primaria: che cos’è
Che cosa si intende con il termine di prevenzione primaria? Questo primo step della prevenzione è volto a evitare, nei limiti del possibile e della casualità, l’insorgenza di malattie. La prevenzione primaria agisce soprattutto sui fattori di rischio modificabili; quindi, tutti quelli detti ambientali (patogeni presenti nei luoghi di lavoro), e/o tutti quelli comportamentali (il fumo è uno dei principali). Scopo di questo primo tipo di prevenzione è ridurre la probabilità che insorga un tumore o una malattia. Come si adotta la prevenzione primaria? Di seguito i consigli più utili per il benessere della propria salute:
- Svolgere regolare attività fisica;
- Evitare o smettere di fumare;
- Ridurre il consumo di bevande alcoliche;
- Seguire un’alimentazione sana:
- Assicurarsi di non essere esposti a sostanze cancerogene sul luogo di lavoro.
All’interno della prevenzione primaria compaiono anche le vaccinazioni, azioni per lo più consigliate a certe fasce d’età. Tra i più importanti ci sono i vaccini contro il virus dell’epatite B e il vaccino contro il Papilloma virus umano (HPV).
Invece, per tutte le persone che per genetica familiare possono considerarsi “a rischio”, è sempre consigliabile una valutazione con il proprio medico di base per lo svolgimento di alcuni test genetici. Se questi risulteranno positivi, sarà dovere del medico suggerire ai propri pazienti tutti gli esami di prevenzione del caso o, nei casi di situazioni oggettivamente più gravi, interventi chirurgici preventivi.
Prevenzione secondaria: che cos’è
A differenza della prevenzione primaria, che punta a prevenire la malattia ancora prima che questa insorga, la prevenzione secondaria va ad agire su una malattia presente, ma a uno stadio molto precoce. Quando parliamo di prevenzione secondaria facciamo riferimento a tutte quelle misure che consentono una diagnosi precoce: ma quando avviene? Di solito tra la scoperta della malattia e la manifestazione dei primi sintomi (anche se spesso questi non sono ancora emersi). Grazie a specifiche tecniche di screening è possibile avere una diagnosi precoce e, nel caso, accedere a cure tempestive – e terapie ad hoc – per il tipo di malattia diagnosticata. Gli esempi più frequenti riguardano gli screening condotti per la diagnosi precoce dei tumori alla mammella e della cervice uterina (il cosiddetto pap-test) per quanto riguarda il mondo femminile, ma anche screening del colon, o screening per malattie croniche degenerative.
Il focus della prevenzione secondaria? La sorveglianza sanitaria. Ad esempio, tutti i lavoratori e le lavoratrici esposti a fattori di rischio dovrebbero essere sottoposti a una sorveglianza sanitaria regolare.
Prevenzione terziaria: che cos’è
Chiude il cerchio della prevenzione la prevenzione terziaria. Con questo termine si intende la diminuzione del rischio di recidive o delle metastasi post cura della malattia (chirurgia, radio, chemio, immunoterapia). La prevenzione terziaria coincide a tutti gli effetti con la terapia in sé per sé. Gli strumenti utili alla prevenzione terziaria sono: terapie adiuvanti e diagnosi precoce delle recidive. In particolare, quest’ultima avviene tramite alcuni prelievi di sangue volti a rilevare marcatori tumorali che solitamente si effettuano in tempi poco successivi al trattamento della malattia. I tempi tenderanno ad allungarsi andando avanti, salvo particolari variazioni cliniche. Da citare anche altri esami specifici, come radiografie, tomografie computerizzate, ecografie e colonscopie.
I check up sono e saranno sempre uno strumento fondamentale nel campo sia della diagnosi, sia del trattamento precoce di alcune patologie che “ci sono, ma non si vedono”. Fare prevenzione può davvero salvare la vita: da piccole attenzioni si possono ottenere grandi risultati.
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