Prepensionamento nel 2022: tutto quello che devi sapere
Negli ultimi anni il sistema pensionistico italiano è stato pesantemente rivisto per porre rimedio a una situazione di grande squilibrio che avrebbe, molto probabilmente, portato a un default nel prossimo futuro. Gli errori del passato sono stati caricati sulle spalle delle nuove generazioni di lavoratori costretti a ritardare l’ingresso nel sistema previdenziale di diversi anni per ripagare pensioni concesse troppo precocemente e con importi che oggi sono impensabili per le casse dello Stato. Nonostante le restrizioni e l’allungamento dell’età pensionabile dovuti alla Riforma Fornero, è possibile in questo 2022 andare in pensione prima dei 60 anni di età con varie modalità di prepensionamento. Le opportunità per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro ci sono e vanno colte al volo per sperare di godersi la vita a partire dai 60 anni, dedicandosi a una propria passione come viaggiare o andare a vivere in una località che da sempre affascina. Vediamo nel dettaglio quali sono le soluzioni per accedere al prepensionamento, conosciuto anche come fase di accompagnamento alla pensione.
La pensione anticipata ordinaria nel 2022
Una prima opzione per poter essere accompagnati al pensionamento o comunque anticipare le tempistiche, è data dalla cosiddetta pensione anticipata ordinaria. I vincoli e i requisiti contributivi sono praticamente gli stessi richiesti dalle normative per l’anno 2021 e si può andare in pensione con 42 anni e 10 mesi di contributi per uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Non ci sono invece obblighi per quanto riguarda l’età anagrafica per cui anche a 57 o 58 anni si può accedere alla pensione. Questo è il caso dei lavoratori che hanno iniziato a pagare i contributi prima dei 18 anni di età. Questo genere di soluzione è dunque stata proposta per i cosiddetti lavoratori precoci che possono rientrare sia nella categoria dei lavoratori pubblici sia in quella dei privati iscritti alle gestioni speciali degli autonomi. Per quest’ultimo segmento è indispensabile che l’attività sia stata avviata prima dei 19 anni e che siano stati versati contributi prima del 31 dicembre 1995. Qualora tali vincoli risultassero rispettati ci sarebbe la possibilità di anticipare evitando di attendere fino al raggiungimento dei 41 anni di contributi. Il pubblico dei possibili beneficiari prevede quanti sono stati licenziati e sono in disoccupazione. Si ha il diritto di richiedere la pensione anticipata ordinaria di dimissioni. La normativa prevede che possono richiedere l’accesso al sistema previdenziale anche le persone che devono lasciare il proprio posto di lavoro in quanto costrette a occuparsi dell’assistenza, per un periodo minimo di 6 mesi, del proprio coniuge oppure di un parente di primo grado affetto da grave handicap. In aggiunta, tra i possibili beneficiari della legge figurano anche le persone che, per via di un incidente o per una grave patologia, hanno difficoltà psicofisiche con riduzione della capacità lavorativa pari o superiore al 74%.
L’Ape Sociale e Opzione Donna nel 2022
Andare in pensione a 60 anni è possibile anche in Italia grazie a misure che mirano al prepensionamento. In particolare, per le lavoratrici è disponibile l’Opzione Donna. Si tratta di una via di accesso al sistema previdenziale basata su un metodo di calcolo contributivo più penalizzante in termini di importo dell’assegno mensile (c’è una decurtazione dovuta all’anticipo rispetto ai tempi ordinari). Va ricordato, inoltre, che per l’accesso debbono essere rispettati dei vincoli: possono beneficiarne lavoratrici dipendenti con età anagrafica pari a 58 anni e con 35 anni di contributi versati. Invece, per le lavoratrici autonome con partita IVA, c’è soltanto il vincolo anagrafico di 59 anni senza alcun riferimento agli anni di contributi. Questo significa che è possibile andare in pensione prima dei 60 anni a patto di accettare un importo mensile più basso. In particolare, l’INPS nel quantificare l’importo dovuto applica un taglio che oscilla tra un minimo del 25 e un massimo del 35% rispetto a quanto si sarebbe percepito con la pensione di vecchiaia. Da rimarcare come ci sia una finestra di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e di 18 mesi per quelle autonome, a patto che siano nate negli anni 1962 oppure 1963. Il rovescio della medaglia è sempre lo stesso: l’Opzione Donna da diritto a un assegno mensile più contenuto e che verrà corrisposto al compimento del sessantesimo anno di età oppure del sessantunesimo a seconda del caso.
L’Ape sociale, che in passato è stata molto criticata per i vincoli e soprattutto per le caratteristiche, oggi permette all’ampia platea di beneficiari di poter andare in pensione con un certo anticipo rispetto al limite stabilito dalle attuali normative inerenti alla riforma delle pensioni. L’Ape sociale consente di accompagnare il lavoratore al sistema previdenziale a patto di aver maturato almeno 63 anni con un minimo contributivo variabile a seconda della situazione. Il pensionato, in questo caso riceverà, un importo mensile pari a quanto maturato e fino a un massimo di 1500 euro lordi mensili. Per quanto riguarda le categorie interessate che potenzialmente possono accedere all’Ape sociale, ci sono i lavoratori invalidi, i disoccupati e chi invece si occupa del proprio coniuge o di un parente di primo grado non autosufficiente per un handicap. Quest’opportunità viene concessa anche ai cosiddetti lavoratori che svolgono mansioni gravose e che hanno versato almeno 35 anni di contributi alle casse dello Stato. Bisogna sottolineare che nell’ultima legge di bilancio emanata nel 2022, sono state introdotte importanti novità che riguardano proprio il prepensionamento. In particolare, è stata allargata la platea di possibili beneficiari inserendo anche i disoccupati per i quali è possibile accedere all’Ape sociale subito dopo l’indennità di disoccupazione non bisogna aspettare ulteriori 3 mesi. Ci sono state modifiche anche per quanto riguarda quei lavori definiti più gravosi, con l’inclusione di operatori che per almeno sei degli ultimi sette anni oppure per 7 degli ultimi 10 anni, si sono occupati di mansioni gravose. In questo modo la platea dei beneficiari è aumentata in maniera considerevole. In aggiunta, la riforma introdotta con la legge bilancio 2022 permette di modificare il requisito contributivo che dagli iniziali 36 anni ora è sceso a 32 per gli operai del segmento edile e i ceramisti. Sono diventati invece 30 gli anni di contributi versati per chi ha un handicap di almeno il 74% oppure per chi si prende cura di un familiare per cui non può più lavorare.
Le scadenze e altre opzioni
Per chi vuole andare in pensione a 57 anni oppure a 60 anni, è necessario prendere al volo le ultime opportunità offerte dalla riforma. Infatti, in questo 2022 ci sono alcune scadenze da segnare in rosso sul calendario. Per quanto riguarda la possibilità di inoltrare la richiesta per l’accesso all’Ape sociale, bisogna tenere presente che va fatta entro e non oltre il 30 novembre 2022. Per il momento questa è la situazione per l’accesso all’Ape sociale, ma non è escluso che ci possa essere una proroga al 2023. Ci sono altre opzioni che possono essere prese in considerazione per andare in pensione anticipatamente, per esempio RITA (Rendita Integrativa Temporanea Anticipata). In questo caso si può anticipare l’accesso al sistema previdenziale se si hanno a disposizione almeno 20 anni di contribuzione versati e non più di 5 dall’età della pensione di vecchiaia prestabilita dalla legge. La normativa prevede inoltre che lo stesso lavoratore abbia sottoscritto un fondo di previdenza complementare da almeno 5 anni con contributi regolarmente versati. Ci sono poi una serie di condizioni specifiche che consentono di anticipare l’accesso a 62 anni di età, ad esempio, per i lavoratori del settore privato con invalidità civile di almeno l’80%. In aggiunta c’è l’opzione isopensione prevista per gli assunti a tempo indeterminato ai quali restano meno di 7 anni prima di giungere all’età che darebbe diritto alla pensione di vecchiaia.
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