Patek Philippe: quando il tempo ha valore
Che cosa è un Patek Philippe? Non solo un orologio. Perché quando lo guardi per leggere le ore leggi prima di tutto una storia. Lì dentro ci trovi ancora quel bisogno di fondere la pura tecnica alla pura bellezza. Un’idea che nel 1839 ha spinto Antoine Norbert de Patek e François Czapek a creare un marchio oggi diventato simbolo indiscusso e icona dell’orologeria mondiale. Un’industria meccanica che condensa nella dimensione ridotta di un segna tempo, brevetti, ricerca, tecnologia e l’abilità sapiente dell’artigiano che realizza ogni singolo pezzo: iI Maestro orologiaio (che non a caso si chiama così).
Perché possedere un Patek?
Lanciare lo sguardo sul polso abitato da un Patek Philippe per scoprire a che punto siamo della giornata, ovvero svolgere una funzione, non è la ragione principale del desiderio di possederlo. Ne lo è la narcisistica e arrogante voglia di esibirlo. Perché se c’è una cosa che rappresenta è la purezza dell’assoluta discrezione, una preziosa forma di eleganza espressione di una sofisticata e matura visione del mondo. Chi decide di comprarlo è spinto soprattutto dalla consapevolezza di acquistare dell’altro. Una storia. Un simbolo. Un investimento. Un pezzo di pura geometria, non plus ultra della proporzione delle forme auree.
Una sofisticata forma d’arte
La sua inequivocabile bellezza vive in tutti i 160 modelli della collezione da polso uomo-donna. Una gamma che si contraddistingue dal resto dell’orologeria per un’identitaria armonia estetica. Nella collezione si mescolano le tonalità dell’oro giallo, rosa, bianco e del platino, abbinate ai colori dei quadranti, lasciando al cinturino o al design delle maglie del bracciale il compito di completare l’opera. Dentro alla cassa, raramente visibile, c’è la sua anima e il cuore pulsante: il movimento meccanico. Complicazioni e funzioni che sono il risultato di un’incredibile, difficilmente sintetizzabile in poche righe, sapienza manuale e competenza tecnologica che uniscono scienza, astronomia, tecnologia e meccanica di precisione. Siamo nel campo della fredda funzione ingegneristica di un meccanismo visitata e resa meravigliosamente bella dall’abilità manuale dell’uomo. Non ci sono dubbi questo oggetto è una sofisticata forma d’arte. Certo ogni orologio di pari lignaggio e casta ha le stesse intenzioni. Ma non queste compiute attenzioni. Siamo davanti ad abbinamenti perfetti e mai casuali, né eccessivi. Roba di gusto Neoclassico o Raffaellitico se cerchiamo nell’arte il conforto dell’esempio.
Un orologio “colto”
Un Patek Philippe attribuisce a chi lo indossa in modo sapiente, tutto questo insieme di topos estetici e culturali di cui è espressione massima. Svela i gusti del proprietario che lo ha scelto, proprio perché lo ha scelto. Lo fa in maniera densa, perché è espressione di una persona che fa una scelta consapevole. Un Patek Philippe, parla di noi e della nostra vita. È come se ogni modello avesse un codice criptato che permetta di decifrarne il valore e significato solo quando si è diventati grandi, nel senso di adulti. Sì, è un oggetto maturo, per persone mature, (con buona pace della ripetizione). Basta guardarlo per sentirlo parlare. Ma lo fa a bassa voce con la forza dell’autorevolezza che solo la consapevolezza può dare. Il suo aspetto non urla mai, semmai convince e con questa riconosciuta determinazione, vince. Capire di volere un Patek Philippe, sentire quell’irresistibile richiamo, vuol dire avere alle spalle anni di successi, di storie e di vittorie. Ma anche sconfitte, dato che non si vince se prima non si è imparato a perdere. Entrare in un negozio per comprarlo significa sapere di avere raggiunto questa fase colta, matura e bellissima della propria vita. Non c’è età, ognuno sa quando è arrivato il giorno per meritarselo, per regalarselo. Adulti sì, ma non necessariamente e superficialmente ricchi. Perché la barriera del prezzo non è mai insormontabile ma solo una questione di priorità (anche se, va detto, per certi modelli sei zeri possono non bastare). Ma ne vale la pena per un oggetto eterno impermeabile alle mode e ai trend, che ignora con sapiente decisione. Un orologio da tramandare di padre in figlio. E poi ancora, e ancora e ancora…, per rappresentare nel gesto del dono della tradizione familiare una forma di trasmissione dei propri valori. Un passaggio di consegne che rappresenta la prova della propria esistenza. Perché questo non è un orologio, semmai un oggetto totemico.
E voi, la conoscete la storia di questo marchio senza tempo?
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