Nonne ai fornelli a New York
Non ci sono ingredienti segreti all’Enoteca Maria. Ma qualcuno di speciale in cucina c’è sempre. Di solito over 60. Già, perché ai fornelli del ristorante in Hyatt Street a Staten Island, distretto di New York, ad alternarsi non sono chef professionisti ma nonne. Ad aprirlo nel 2006 è stato l’italo americano Jody Scaravella che, dopo aver perso mamma, nonna e sorella, senza né un piano aziendale né alcuna esperienza nella ristorazione, acquistò d’impulso un cottage in legno con vista panoramica sull’isola simbolo di fronte a Manhattan. «Dopo aver perso tutte quelle figure matriarcali nella mia vita, volevo provare a ricreare quella della nonna che cucina», racconta.
Menu Made in Italy
All’inizio la proposta in cucina era solo italiana, onorando le origini del titolare: dai rigatoni al ragù alle melanzane ripiene fino al tiramisù. Poi la svolta: «Non sarebbe bello celebrare le culture di tutto il mondo?». Dopo circa 15 anni l’Enoteca Maria è un’istituzione e in menu c’è spazio per proposte tra le più variegate, tipiche della tradizione colombiana, giapponese, russa, filippina (…), cucinate da un team di circa 20 signore sempre sorridenti e di nuovo “utili” per la comunità. Così sotto l’insegna “Enoteca Maria” dopo qualche tempo è apparsa la scritta “Nonnas in the world“, nonne dal mondo.
“Nonnas” dal mondo alla riscossa
«Quando cucinavano solo le nonne italiane, tra di loro c’era un po’ di competizione. Tipo su chi faceva la migliore lasagna o la salsa migliore», ricorda Scaravella. Poi dal 2015 le cose sono cambiate perché accanto a nonna Adelina, trasferitasi quasi 30 anni fa da Napoli a New York, è arrivata Yumi di origini giapponesi, affiancata dalla sous chef polacca. E, a seguire, cingalesi, pakistane, cinesi, russe. «Non possono essere gelose l’una dell’altra, perché provengono da due mondi diversi; stanno facendo cose diverse», aggiunge il titolare. «L’unica cosa che possono dire è: “Hey, ma come si fa? Che ingrediente hai usato?”».
Ristoranti chiusi? No problem
Questo succedeva fino a un anno fa. Poi, con la chiusura dei ristoranti a causa dell’emergenza sanitaria, le nonne si sono riorganizzate. “Non potete fermarvi a mangiare? Ci pensiamo noi!”. Su ordinazione si possono acquistare gustosissimi vasetti di sughi e conserve con cui condire pasta, pesce, carne. Dalla spicy puttanensca e sugo alla Norma a 14 dollari per la proposta italiana, fino alla salsa di tamarindo ($ 10) o al curry powder ($ 7) per aggiungere qualche nota speziata al pollo o al pesce. Se la prestanza ai fornelli è pari a zero, per entrare meglio nella parte, in vendita c’è anche il grembiule brandizzato. Mentre in libreria (anche online) a supporto arriva “Nonna’s House: Cooking and Reminiscing with the Italian Grandmothers“, il libro di ricette (edito da Atria Books) con tutti i piatti “della nonna” che nel corso degli anni hanno riscosso maggior successo tra i fan di Enoteca Maria. Tra i prossimi progetti è prevista anche una serie TV ispirata al ristorante. «La soddisfazione più grande? – si chiede Scaravella – Offrire la mia cucina a queste signore che vengono da lontano facendo scoprire ai miei clienti la ricchezza di un mondo senza muri».
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