Mostre ed eventi artistici da non perdere a luglio in Italia
A luglio le giornate più lunghe, l’esplosione dell’estate, il tempo libero non solo invitano a godere del mare e dei monti, ma anche a partecipare all’ampio programma di proposte artistiche che si avvicenderanno in tutta la penisola.
Ecco la nostra selezione delle mostre e degli eventi da non perdere nel mese di luglio.
Gae Aulenti alla Triennale di Milano
Cominciamo da Milano, città cosmopolita e dinamica, famosa non solo per l’industria, per la moda e per essere un importante polo finanziario, ma anche per le sue opere d’arte e per la sua architettura che ha saputo coniugare il passato con la contemporaneità.
La Triennale di Milano ospita una straordinaria retrospettiva dedicata a Gae Aulenti (1927-2012).
Questa donna, laureatosi in Architettura al Politecnico di Milano, è riuscita, grazie alla sua creatività, a farsi strada in uno dei settori più misogini, arrivando ad essere una figura importante nel design e nell’architettura italiane del Novecento. Una sua prerogativa è stato lo studio della storia e del costume del luogo per contestualizzare le opere architettoniche, in modo da renderle parte integrante del territorio senza alterarne l’identità.
L’esposizione mette in luce la storia personale e professionale dell’artista attraverso la ricreazione di alcuni suoi progetti, dall’esordio alla Triennale di Milano nel 1964 fino alla realizzazione dell’aeroporto San Francesco di Perugia nel 2011. Tra le sue numerose opere ricordiamo, per esempio, la trasformazione di una vecchia stazione di Parigi, in disuso da anni, nel famoso Museo d’ Orsay (dal 1980 al 1986) o la ristrutturazione a Milano della piazza Luigi Cadorna ( del 2000), uno snodo importante della mobilità cittadina, dove l’artista è riuscita a far dialogare la funzionalità con la bellezza.
Tra gli oggetti di design, che Aulenti ha firmato, i più celebri sono indubbiamente l’ iconica lampada da tavolo, Pipistrello (1965), che risente del Neoliberty Milanese degli anni ’50, e la poltrona a dondolo Sgarsul, caratterizzata da una sinuosa ed elegante struttura in legno, dalla forma avvolgente.
Anselm Kiefer a Firenze
Da Milano spostiamoci a Firenze, dove, nella splendida cornice del rinascimentale Palazzo Strozzi, c’è tutta l’arte (pittura, scultura, installazione e fotografia) di Anselm Kiefer (nato nel 1945), uno dei più grandi artisti viventi, in una grande mostra – evento a lui dedicata, dal titolo Angeli Caduti, in corso fino al 21 luglio 2024.
L’espressione, Angeli Caduti, di grande valore simbolico, allude alla cacciata dal Paradiso degli angeli che si erano ribellati a Dio. Qui diventa una metafora della condizione umana: con tutte le guerre, che ci sono sempre state e che oggi sono molto vicine, è come se (gli uomini) volessero autodistruggersi, siamo tutti degli angeli caduti. E’ questo il fil rouge dell’esposizione, a partire dall’opera, nel cortile, Engelssturz (Caduta dell’angelo, 2022-2023).
E’ un dipinto enorme, alto sette metri, dove dallo sfondo dorato si staglia l’ arcangelo Michele sopra la massa degli angeli ribelli, simboleggiando l’eterna lotta tra il bene ed il male e tra il divino e l’umano.
Salendo al primo piano, il tema si ritrova nell’enorme dipinto Luzifer (Lucifero, 2012-2023), in cui, mentre Lucifero precipita verso il basso, dove gli angeli che l’hanno preceduto hanno le sembianze di tuniche vuote, un’ala di aereo in piombo fuoriesce dalla tela.
La contrapposizione tra le ali angelicate e quelle aeree sottolinea la loro tragica trasformazione da simboli della luce e della rinascita a immagini di morte. La figura caduta diventa, così, metafora della caduta dell’umanità, lanciando un monito sulla guerra e sulla violenza umana.
Nel resto della mostra sono presenti opere che, tra allegorie e metafore, affrontano i temi della distruzione e del decadimento, tipici della condizione umana, sui quali siamo tutti chiamati a riflettere. In una sala che conclude l’esposizione ci sono, scritti dall’artista stesso su una parete, i tre versi della poesia, Ed è subito sera, di Quasimodo: Ognuno sta sul cuor della terra / trafitto da un raggio di sole / ed è subito sera.
Le parole concise ed essenziali e quel raggio di sole che dà calore e speranza all’uomo, ma allo stesso tempo lo ferisce, facendolo soffrire, ricordano la lotta per la precarietà e la brevità della vita umana che precipita verso la morte che giunge fulminea.
Siamo pur sempre tutti angeli caduti! Però tutti coloro che cadono hanno le ali: afferma Anselm Kiefer per ricordarci che, se l’umanità cade, ha anche il potenziale (le ali) per rialzarsi.
Ligabue e Guttuso a Barga (LU)
Rimanendo in Toscana, se vi trovate in questa bellissima regione o al mare della Versilia, non tralasciate la Garfagnana, uno scrigno di bellezze naturali fra le Alpi Apuane e l’ Appenino e vicino a città importanti come Firenze, Pisa, Lucca.
Quest’anno c’è un motivo in più per andarci: dal 22 giugno al 30 settembre, nel cuore della Garfagnana, a Barga (LU), uno dei borghi più belli d’Italia, presso il Museo Stanze della Memoria, è ospitata la mostra: Dalla realtà al realismo: Antonio Ligabue e Renato Guttuso.
L’esposizione è particolarmente importante, se pensiamo che Ligabue (1899 – 1965) e Guttuso (1911 – 1987) sono tra i più grandi rappresentanti della pittura figurativa italiana del Novecento.
Sono esposte una ventina di opere dei due pittori che, pur lontani artisticamente, hanno rappresentato entrambi la realtà.
Ligabue è stato un esponente di spicco della pittura naïf. Questa modalità pittorica è caratterizzata da una raffigurazione semplice e spontanea della realtà, secondo l’ istinto creativo del pittore, senza il supporto della tecnica della rappresentazione.
Le opere di Ligabue riflettono il suo vissuto difficile ed il suo temperamento violento e collerico. Ricoverato in varie strutture psichiatriche a causa dei suoi disturbi mentali, ha sfogato con l’arte i suoi turbamenti.
Oltre agli Autoritratti, generalmente cupi, perché riflettono il suo disagio esistenziale, il pittore ha privilegiato la raffigurazione di animali e di paesaggi rurali, dipinti sempre con una pennellata vigorosa, incisiva e dai colori accesi. In mostra si possono ammirare proprio una delle sue iconiche tigri, una cavalla con il puledro ed il rientro dai campi.
Renato Guttuso, artista neorealista ed impegnato politicamente, invece, ha fatto della sua arte uno strumento di denuncia delle condizioni sociali del suo tempo.
In un mondo che voleva smaterializzare l’oggetto per Guttuso la realtà incominciava proprio quando l’artista si scontra con l’oggetto per conoscerlo. La lunga serie di nature morte, alcune delle quali sono esposte in mostra, rappresenta, fin dagli Anni Trenta, l’importanza che la pittura realista assumeva in ogni sua raffigurazione, a partire dagli oggetti, anche di uso comune. Guttuso li ha rappresentati sulla tela con una tale potenza espressiva e cromatica, che l’oggetto stesso assume un valore che lo trascende.
Giovanni Segantini. Il poema universale ad Arco di Trento
Se invece del mare, preferite le montagne del Trentino, potete fare un salto ad Arco di Trento, dove la Galleria Civica Segantini ospita la mostra Giovanni Segantini. Il poema universale.
Segantini (1858-1899) è stato un esponente di spicco della pittura italiana di fine Ottocento ed uno dei massimi interpreti del Simbolismo.
Scopo dell’esposizione è l’approfondimento della pittura dell’artista ( nato appunto ad Arco) attraverso l’analisi di alcune opere degli anni brianzoli: dall’iconico Bacio alla croce, al bellissimo Effetto di luna, a Cavalli al guado, esposto al pubblico per la prima volta, a Il bagno del bambino o a La culla vuota.
Segantini, Le due madri, 1889, Galleria d’Arte Moderna di Milano
La culla vuota si inserisce in un filone tematico ricorrente nelle opere di Segantini: quello della maternità. Basti pensare ad uno dei suoi capolavori, Le due madri (1889), un quadro di grande intensità emotiva, simbolo dell’amore universale che appartiene a tutte le forme di vita.
Al tempo a cui risalgono le opere in mostra la Brianza, in cui l’artista visse dal 1881 al 1886, era una regione rurale e Segantini riportò sulle sue tele la vita quotidiana dei contadini e dei pastori. In queste opere quegli umili lavoratori e le loro mucche sono in una fusione panica con le vette innevate, con i prati verdi e con i cieli sereni o nuvolosi che siano.
Segantini adottò la tecnica del Divisionismo, che consiste nell’accostamento di colori puri ( per avere la massima luminosità), stesi con piccoli tocchi, la cui sintesi cromatica avviene nella retina dell’osservatore che guarda la tela a distanza.
Ecco perché i suoi quadri sono sempre pieni di luce e sono l’esplosione del colore nella sua purezza e vivacità.
La mostra romana sui Protagonisti dell’Espressionismo Italiano
A Roma la Galleria d’Arte Moderna ospita, dal 6/07/2024 al 2/02/2025, la mostra, intitolata Estetica della deformazione. Protagonisti dell’Espressionismo Italiano. E’ una selezione affascinante di opere della collezione Iannaccone di Milano, relative all’espressionismo italiano tra gli anni Trenta e Cinquanta, dalla Scuola Romana al gruppo Corrente.
L’espressionismo è nato nel 1905 a Dresda, in Germania, in opposizione al razionalismo. La peculiarità degli espressionisti consiste nella rappresentazione della realtà non come appariva ai loro occhi, ma attraverso il filtro della loro soggettività. I quadri espressionisti riecheggiano, quindi, la visione drammatica, il segno marcato e deciso e l’enfasi cromatica di Van Gogh, di Ensor o di Munch.
Negli anni trenta anche a Roma, con la Scuola Romana di Via Cavour, si è sviluppata un’arte d’introspezione, caratterizzata dall’espressività e dal colore. Contemporaneamente a Milano alcuni pittori del gruppo Corrente, nato grazie alla rivista Corrente, fondata da Ernesto Treccani nel 1938, deformavano la realtà e, vedendola con le lenti del proprio stato d’animo, la rappresentavano attraverso forme contorte e attraverso l’uso di colori vibranti.
In mostra fra gli artisti presenti troviamo: Ernesto Treccani, Giulio Turcato, Ennio Morlotti, Emilio Notte, Renato Birolli, Bruno Cassinari, Renato Guttuso, Carlo Levi, Primo Conti, Giuseppe Capogrossi, Felice CasoratiMario Mafai, Marino Mazzacurati, Fausto Pirandello ed altri.
Bruno Romeda a Sale Marasino
A Sale Marasino, nel Bresciano, nel paese in cui Bruno Romeda (1929-2017) è cresciuto, alla Biblioteca comunale, dal 24 maggio 2024 al 31 maggio 2025, è ospitata una mostra in omaggio allo scultore, dal titolo: Bruno Romeda. Le geometrie della materia.
Il tema dell’esposizione, il rapporto tra l’opera artistica e lo spazio, viene sviluppato attraverso la proposta di stimolanti sculture bronzee di forma geometrica.
Dopo l’incontro a New York con il minimalismo, nella seconda metà degli anni sessanta, Romeda cominciò a svuotare i suoi “pieni”, dematerializzando le scultura, a tal punto che fu appellato lo “scultore del vuoto”. Diede vita, infatti, a sculture in bronzo di alte dimensioni, rese dal solo contorno, costituito da triangoli, cerchi, quadrati.
Le sculture di Romeda, che si trovano in importanti musei, come il Metropolitan Museum of Art di New York, con le forme geometriche vuote, fungono da cornice che delimita e definisce lo spazio circostante, alterandone la percezione.
Eventi artistici all’ Arena di Verona
L’Arena di Verona, costruita dai Romani alla metà del I secolo d.C., per ospitare diversi tipi di spettacolo, è diventata dal 1913 la sede della stagione lirica estiva veronese, una rassegna famosa in tutto il mondo.
Quest’anno a luglio sono programmate:
- l’opéra-comique la Carmen (Musica di Georges Bizet) nei giorni 5, 13, 20, 25;
- l’opera buffa il Barbiere di Siviglia (Musica di Gioachino Rossini) nei giorni 6 e 12;
- l’opera l’ Aida ( musica di Giuseppe Verdi) nei giorni 7, 11, 18,21, 26;
- l’opera La Bohème (Musica di Giacomo Puccini) nei giorni 19 e 27.
Inoltre Roberto Bolle and friends torna all’Arena di Verona per un nuovo ed emozionante evento nei giorni 23 e 24.
A 100 dalla morte di Puccini
Per celebrare il centenario della morte di Giacomo Puccini (1858-1924), considerato dai critici l’ultimo grande compositore italiano del Melodramma, il Festival Puccini 2024 di Torre del Lago, nella sua 70ª edizione, presenta un cartellone di opere imperdibili.
Per il mese di luglio sono proposti alcuni capolavori del compositore: Le Willis-Edgar nei giorni 12 e 19, Manon Lescaut il 13, La Bohème nei giorni 20-27, Tosca il 26.
Nel mese di luglio, nei giorni 19 e 28, invece, nell’ambito di Macerata Opera Festival 2024, allo Sferisterio di Macerata, in uno dei più importanti teatri di architettura Neoclassica (1829), sarà eseguita l’opera di Puccini più famosa, Turandot, di cui tutti noi conosciamo la celebre aria finale, Nessun Dorma, con la sua conclusione impavida ed ardita, che si eleva così acuta e fortissima da lasciare senza fiato: all’alba vincerò! Vincerò! Vincerò!
Foto di Edoardo Bortoli su Unsplash
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