Morbegno in Cantina
La Valtellina anche quest’anno ospiterà una delle iniziative enogastronomiche più attese dell’anno: Morbegno in cantina. La manifestazione, che si terrà nel fine settimana del 24-25 settembre, 1-2 ottobre, 8-9 ottobre, dà spazio alle eccellenze del territorio e apre le cantine della città. E’ possibile, fin da ora, acquistare un pass che da accesso a diverse iniziative come “4 calici per 4 cantine” con assaggi di salumi e formaggio e degustazione di pregiati sforzati. Non solo vino, ma anche trekking sulla Costiera dei Cech, con visita al Torchio di Cerido e apericena nella Cantina dei Cech.
La città di Morbegno è una tra le più popolose cittadine della bassa Valtellina. Racchiuso dalle alte vette delle Alpi Retiche, a nord, e dalle Alpi Orobie a sud è composto da tre frazioni che …confine Adda. Le origini di questo borgo risalgono all’epoca carolingia, il primo nucleo del paese fu costruito nelle immediate vicinanze della chiesa dedicata a San Martino. Se siete interessati ad approfondire la sua storia l’invito è certamente quello di fare due passi tra le vide del borgo dove non potete perdere la collegiata di San Giovanni Battista. Edificata nel 1680, è il più importante monumento barocco della provincia di Sondrio. La facciata ha parete lisce ed essenziali e ospita statue che richiamano l’antico e il nuovo testamento. All’interno si trovano più vasto ciclo di affreschi e del maggior numero di tele di Pietro Ligari (1686-1752), il massimo artista valtellinese e, proprio per questo, la chiesa è stata definita “tempio ligariano”. Altra tappa fondamentale è Palazzo Malacrida con la sua sala da ballo in stile barocco e, a pochi passi, l’affresco dalla madonna con bambino di via Ninguarda che risale al ‘400. Non perdetevi poi il ponte Ganda. Costruito nel ‘500 è stato ristrutturato nel 1778 dall’architetto milanese Francesco Bernardino Ferrari. E’ il più importante tra i ponti costruiti sull’Adda perché per molti secoli fu l’unico attraversamento sicuro del fiume.
Se vi siete persi tra i palazzi affrescati del centro, concedetevi una meritata sosta alla storica drogheria dei fratelli Ciapponi. Una bottega che ha fermato il tempo grazie anche al signor Dario, il proprietario, che dopo 5 generazioni ancora cura con devozione la sua attività. A metà tra un’alimentari e un museo potrete trovare oggetti perfettamente conservati, utili alla vita di tutti i giorni, come una vecchia ghiacciaia o un registratore di cassa. Nella cantina sono conservati vini pregiati che provengono da tutto il mondo ma anche le classiche etichette della zona come: grumello, inferno e sassella. Nelle stanze segrete della drogheria viene fatto invecchiare il bitto, tipo formaggio locale utilizzato anche come condimento per i pizzoccheri. Per assaporarlo al meglio è importante iniziare sempre dalle annate più giovani per finire con i più vecchi. S e siete amanti del formaggio non dovete perdervi la “mostra del bitto” che si terrà il 15 e il 16 ottobre per celebrare questo pezzo forte valtellinese ci saranno degustazioni e workshop.
Se volte acquistare un prodotto artigianale, fate visita alla Ruffoni per acquistare un pezzotto. Un tipico tappeto realizzato a mano con materiali prime povere e di origine naturali. In origine servivano ai contadini per creare dei sacchi che contenessero il grano saraceno o coperte per il fieno e per il bestiame. Oggi sono bellissimi prodotti artistici ideali per scaldare ogni ambiente di casa.
Se siete in cerca di un posto dove mangiare nella quiete delle montagne, il posto giusto è il “Crotto di Arzo”. Tipico crotto valtellinese, gode di una stupenda vista sulle montagne. Ogni portata è da provare. Partendo dall’antipasto con il tagliare di salumi locali e gli sciatt, le frittelline di grano saraceno e bitto, passando per i pizzoccheri per finire con la torta di mele. Non c’è un sito internet dove consultare il menù, se volete prenotare bisogna fare alla vecchia maniera: telefonare.
Se volete acquistare qualche bottiglia di vino eccellente e, in alcuni casi, super premiato prendete appunti:
Valtellina Superiore ‘Il Pettirosso’ Ar.Pe.Pe. 2018. Un vino ottenuto da uve nebbiolo ha un profumo inconfondibile che ricorda le ciliegie sotto spirito dal sapore fresco e speziato
Valtellina Superiore Goccia 2016 – La Grazia. Se volete assaggiare un vino eroico questa è la bottiglia che fa al caso vostro. Questo vino è ottenuto da uve di nebbiolo fermentate alle quali vengono aggiunte l’uva leggermente appassita delle muracche, spunzoni di roccia granitica con le quali viene piantumata la terra.
Valtellina Superiore Sassella PG40 2016 – La Spia. 100% uva chiavennasca, la raccolta dell’uva per questo vino viene fatta a mano a fine ottobre. Affinato in botti di rovere e rovere francese fino a 24 mesi. Al gusto è elegante e fine.
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