Mancanza di calcio
Come si evidenzia la mancanza di calcio? La carenza di calcio si associa a un insieme di sintomi che possono essere facilmente riconoscibili perché estremamente precisi come, per esempio, dolori muscolari e scheletrici, dolori alle estremità delle dita, crampi, debolezza, fragilità ossea, deformazioni e osteoporosi. Possiamo inoltre ricondurre a una mancanza di calcio: unghie fragili, pelle secca e squamosa, capelli secchi, irrigidimento e spasmi dei muscoli, formicolio.
Che cosa può provocare una mancanza di calcio
Occorre distinguere se la carenza di calcio nell’organismo si manifesta per un tempo limitato o un periodo prolungato. In quest’ultimo caso si parla di vera e propria ipocalcemia dovuta a una demineralizzazione dell’organismo. In questa condizione il corpo si avvia a uno stato acido opposto a quello alcalino e salutare proprio di chi, invece, ha un giusto equilibrio di minerali come il calcio, il magnesio, il potassio, il ferro, il silicio, lo zolfo e il sodio.
Quando l’organismo comincia a dare segnali di “soffrire” di una carenza di calcio, il corpo comincia a prenderlo da altre parti, ovvero dove è disponibile: ossa, denti e altri organi. Va da sé che ciò crea una pericolosa demineralizzazione.
I motivi per cui questo accade possono essere diversi. Una delle prime cause è un’alimentazione squilibrata e/o troppo ricca di fibre, abuso di alcol e menopausa per le donne, oppure intolleranza o allergia al lattosio, anzianità, uso del cortisone.
Come remineralizzare l’organismo attraverso l’alimentazione
In base a quanto abbiamo detto, la prima regola per provvedere alla remineralizzazione dell’organismo è evitare d’introdurre alimenti acidi come caffè, cioccolata e alcol. In più, sono sicuramente da limitare cibi come: legumi, frutta secca, zuccheri, latticini, margarina, troppa carne, troppo pesce e troppe uova.
Contrariamente a quanto si pensa, infatti, non è bevendo molto latte o mangiando molti formaggi che si assorbe calcio. Serve, invece, una dieta crudista perché frutta e verdura cruda rendono l’organismo alcalino. Inoltre, vi si possono associare tuberi, alghe, germogli, fagioli di soia e derivati della soia, olio extra vergine spremuto a freddo, tisane e infusi.
Per favorire l’assorbimento di calcio, inoltre, è fondamentale anche l’assorbimento della vitamina D. Già la si trova in alimenti quali salmone, aringa e sgombro, uova, burro e formaggi. Un altro modo in cui possiamo assorbirla è esporci per 10-15 minuti due o tre volte a settimana al sole senza filtri di vestiti o vetri. Il 90% della vitamina D presente nell’organismo è infatti prodotta in seguito all’esposizione ai raggi ultravioletti.
L’osteoporosi primitiva e la carenza di calcio
L’osteoporosi primitiva colpisce mediamente la donna in post-menopausa intorno ai 65-70 anni le cui cause principali includono: il naturale calo di estrogeni, una ridotta assunzione di calcio e un calo di vitamina D.
Calcio e vitamina D devono necessariamente agire in sinergia per il mantenimento della mineralizzazione ossea che sta appunto alla base dell’osteoporosi.
Dato che la vitamina D è un pro-ormone che interviene sul metabolismo del calcio sia a livello ematico sia osseo, la sua mancanza nell’organismo contribuisce all’insorgenza dell’osteoporosi perché ne riduce l’assorbimento.
Ecco perché è importante sapere come intervenire per remineralizzare l’organismo e “fare il pieno” di vitamina D.
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