Leone d'oro alla carriera a Sigourney Weaver: filmografia e vita privata
Stella intramontabile del cinema, Sigourney Weaver è stata premiata con il Leone d’oro alla carriera durante il Festival del Cinema di Venezia 2024. Ripercorriamo i film più iconici di questa straordinaria attrice, approfondendo anche i dettagli sulla sua vita privata.
Recitazione nel dna, grandi ruoli interpretati e una carriera decennale che ha attraversato i generi cinematografici più disparati. Attrice eterna, Sigourney Weaver torna a brillare e questa volta è pronta a farlo sul red carpet del Festival del Cinema di Venezia 2024: l’attrice si è aggiudicata il Leone d’oro alla carriera, come annunciato dalla Biennale di Venezia. Tra le interpreti più iconiche di Hollywood, la classe 1949 viene onorata con l’importante riconoscimento, omaggio al suo lunghissimo percorso nel cinema: la 74enne ha dedicato la sua vita alla settima arte, avendo la capacità di interpretare ruoli totalmente differenti, riuscendo ogni volta a dare profondità ai suoi personaggi.
Il prestigioso riconoscimento è stato accolto con entusiasmo dall’attrice americana che si è mostrata piena di gratitudine: “Sto sognando, sono sopraffatta e vorrei ruggire”. Queste le prime parole di Sigourney Weaver, “Sono davvero grata del mio Leone, che sarà seduto accanto a me in aereo e sulla gondola. Mio marito dovrà abituarsi ad averlo con noi sul letto” afferma scherzando.
Poi continua parlando dei momenti salienti della sua carriera “ho lavorato con registi straordinari e ringrazio in particolare Peter Weir (Leone d’oro alla carriera 2024), che mi ha fatto innamorare del cinema”. Al termine del suo discorso ha salutato il pubblico in italiano ”In bocca al lupo, crepi il lupo e che il leone di Venezia uccida il lupo”.
Sigourney Weaver premiata a Venezia: il riconoscimento del mondo del cinema per l’icona
Il Leone d’oro alla carriera sarà consegnato alla Weaver durante l’81esima edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica della Biennale di Venezia, in scena da mercoledì 28 agosto a sabato 7 settembre nella splendida cornice del Lido di Venezia.
L’assegnazione è stata decisa dal Cda della Biennale, presieduto da Pietrangelo Buttafuoco, che ha accolto la proposta di Alberto Barbera, il direttore della Mostra. “Ha poche rivali un’attrice del calibro di Sigourney Weaver – spiega il Direttore Alberto Barbera – forte di un’importante formazione teatrale, ha conquistato il grande pubblico cinematografico con Alien, di Ridley Scott, diventando in breve una figura emblematica degli anni ’80, nel corso dei quali ha coniato l’immagine di un’eroina senza precedenti per il genere d’azione, capace di reggere vittoriosamente il confronto con i modelli maschili che fino a quel momento avevano dominato nel cinema epico e avventuroso.”
Sigourney Weaver, la star di “Alien” e non solo: i film più iconici
Nata a New York nel 1949, Sigourney Weaver cresce in una famiglia benestante e intellettuale, immergendosi in un ambiente ricco di stimoli e sentendo da sempre il richiamo per la recitazione. Figlia d’arte, sua madre era un’attrice inglese, mentre il padre un dirigente della NBC e produttore televisivo. Pur sognando fin da giovanissima di diventare un’attrice professionista, porta avanti un percorso universitario brillante, laureandosi in Letteratura inglese a Stanford nel 1972 e nel 1974 in Arti drammatiche a Yale. In parallelo studia teatro per poi avvicinarsi dapprima alla televisione, con qualche apparizione sul piccolo schermo, e poi al cinema: all’età di 28 anni lavora come comparsa sul set della commedia di Woody Allen “Io e Annie”.
È nel 1979 che Sigourney sale alla ribalta, vestendo i panni del tenente Ellen Ripley, personaggio emblematico del film cult “Alien” di Ridley Scott, ruolo che la porta al grande successo. L’interpretazione magistrale dell’eroina passa alla storia e non solo la rende famosa in tutto il mondo, ma le assicura la partecipazione agli altri tre sequel di Alien, portandola anche a ottenere la candidatura all’Oscar come miglior attrice protagonista in “Aliens – Scontro finale” del 1986, diretto da James Cameron. Il personaggio di Ellen Ripley lancia l’attrice newyorkese che nel tempo è anche stata definita più volte come la “regina della fantascienza”. Ma la versatilità di Sigourney Weaver, la sua determinazione e la sua voglia di mettersi sempre in gioco le hanno permesso di calarsi in ruoli diversissimi, dando vita a personaggi memorabili: la carriera della classe 1949 è stata molto variegata, spaziando da un genere all’altro.
Un altro successo immenso arriva nel 1984 con la sua partecipazione nell’iconico film “Ghostbusters – Acchiappafantasmi” di Ivan Reitman e in “Ghostbusters II” nell’89. Lo stesso anno Sigourney riceve una doppia candidatura all’Oscar, una come attrice protagonista per “Gorilla nella nebbia”, dove interpreta i panni di Dian Fossey, e l’altra per “Una donna in carriera”, pellicola che le vale anche la candidatura ai BAFTA.
Negli anni duemila l’attrice sperimenta diversi generi, passando da commedie come “Heartbreakers – Vizio di famiglia” a film drammatici e thriller. Nel 2018 la Weaver interpreta il ruolo della dottoressa Grace Augustine in “Avatar”, con cui torna a lavorare sul set con James Cameron, regista del colossal. Tra le sue pellicole più recenti ci sono “Avatar- La via dell’acqua” del 2022 e il sequel “Ghostbusters: Legacy”. La lista dei film della stella del cinema è lunghissima e non ci sono solo interpretazioni magistrali, visto che ha lavorato anche come produttrice e doppiatrice.
I dettagli della vita privata di Sigourney Weaver
Oltre che per il talento immenso e la carriera costellata di successi, Sigourney Weaver è conosciuta in tutto il mondo per la sua tenacia e la determinazione. Alta ben 182 centimetri, neanche la statura notevole l’ha fermata: in adolescenza motivo di prese in giro a scuola, crescendo l’attrice ne ha fatto un punto di forza, riuscendo a dare voce a personaggi femminili eroici, destinati a lasciare un segno indelebile nel panorama cinematografico.
74 anni, se la vita della diva di Hollywood è stata molto movimentata, non si può dire lo stesso della sua sfera privata: nel cuore dell’attrice c’è sempre stato Jim Simpson, suo marito dal 1984. Il regista americano, di origini scozzesi, e l’attrice si sono conosciuti durante un festival di teatro: sposati da 40 anni dal loro matrimonio è nata nel 1990 la figlia Charlotte Simpson. Madre molto presente, per la Waver la famiglia viene prima di tutto e questo l’ha portata ad affrontare un percorso di terapia con l’intento di riuscire a gestire i sensi di colpa dettata dai lunghi periodi passati fuori casa per lavoro. Durante le riprese di “Avatar” è partita alla volta della Nuova Zelanda proprio mentre la figlia stava iniziando il college, momento in cui è stata messa a dura prova. Una curiosità particolare sull’attrice riguarda il suo nome di nascita: al secolo Susan Alexandra, i soprannomi dati da parenti e amici, come per esempio Susy, non le sono mai andati a genio e, pertanto, a soli 12 anni ha deciso di cambiare nome, optando per Sigourney, ispirandosi a un personaggio secondario del romanzo “Il grande Gatsby “ di Fitzgerald.
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