Le mostre più importanti a dicembre
Per rendere più luminoso il magico mese di dicembre, godiamoci la bellezza di una delle tante mostre che in questo periodo sono presenti nelle nostre città.
Ecco una rassegna delle esposizioni da non perdere in questo mese.
In attesa del Natale: a Milano l’Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli
Siamo arrivati anche quest’anno all’appuntamento annuale di Un Capolavoro per Milano, l’iniziativa che ogni autunno, in attesa del Natale, porta al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano un’opera importante della pittura italiana, proveniente dai grandi musei nazionali e internazionali.
L’edizione di quest’anno presenta uno dei dipinti più prestigiosi del Rinascimento, data in prestito dalle Gallerie degli Uffizi: L’Adorazione dei Magi, realizzata intorno al 1475 da Sandro Botticelli (1445-1510).
L’Adorazione dei Magi di Sandro Botticelli
L’Adorazione dei Magi, che sarà a Milano fino al 2 febbraio, non è solo un dipinto religioso, ma è anche una raffigurazione della Firenze medicea della fine del XV secolo.
La prima grande innovazione di Botticelli consiste, infatti, nell’aver unito il mondo politico con quello religioso, dipingendo, tra coloro che fanno parte del seguito dei Magi, personaggi reali della corte dei Medici.
L’artista ha apportato anche un’ altra novità importante. La tradizione iconografica prevedeva una rappresentazione orizzontale, dove i soggetti erano realizzati di profilo, la Sacra Famiglia in una estremità e verso di lei si dirigeva il corteo dei Magi, provenienti dall’estremità opposta.
Botticelli, invece, ha preferito una disposizione frontale della scena ed una composizione molto equilibrata con la capanna della natività e le figure sacre al centro e con gli altri personaggi disposti prospetticamente ai lati.
Sarete colpiti dalla composizione equilibrata della scena, dall’accostamento armonioso dei colori e dalla bellezza tipica del neoplatonismo rinascimentale.
“Impressionisti e la Parigi fin de siècle” a Napoli
Dopo il successo della mostra a Roma sull’Impressionismo, realizzata in occasione dei 150 anni dalla nascita del movimento, sono arrivate a Napoli più di 150 opere tra dipinti, sculture, acquerelli, disegni, ceramiche, incisioni, opere grafiche, per documentare la rivoluzione impressionista.
La mostra, Impressionisti e la Parigi fin de siècle. a cura di Vittorio Sgarbi, è in corso fino al 27 aprile 2025, nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta a Napoli.
L’Impressionismo è uno dei movimenti più rivoluzionari della storia dell’arte. Al posto della rappresentazione oggettiva della realtà, i suoi artisti hanno voluto trasmettere l’impressione del momento. Proprio in questo consiste la loro novità: nell’aver colto l’attimo fuggente, che è l’essenza stessa della realtà nel suo mutamento continuo.
Attraverso la mostra napoletana si può capire come sia nato questo movimento, il suo sviluppo e l’eredità che ha lasciato.
In mostra potrete, quindi, ammirare le opere di grandi artisti, quali Monet, Toulouse-Lautrec, Degas, Renoir, Cezanne, Gauguin, Pissarro ed altri.
Rimarrete emozionati ed affascinati dalle loro tele, dalla pennellata rapida ed incisiva, dai colori luminosi, dai giochi prodotti dagli effetti della luce, dall’indeterminatezza delle forme che seduce per la sua evanescenza.
Avrete anche l’opportunità di immergervi nella suggestiva atmosfera della Parigi di fin de siècle, caratterizzata dall’ascesa della rivoluzione industriale, dai grandi boulevards, dalla gente spensierata, dall’avvento della fotografia e dell’elettricità.
E allora perché non prenotare subito il biglietto?
Una grande retrospettiva, a Milano, dedicata a Jean Tinguely, l’artista del movimento
A Jean Tinguely (1925-1991), un artista di fama mondiale ed uno dei principali protagonisti dell’Arte Cinetica, Pirelli Hangar Bicocca di Milano dedica una grande retrospettiva, che sarà aperta fino al 2 febbraio 2025. Sono presenti oltre quaranta opere, realizzate dall’artista svizzero tra gli anni Cinquanta e gli anni Novanta.
L’Arte Cinetica è un movimento d’avanguardia, sviluppatosi negli anni Sessanta e Settanta, quando il mondo dell’arte accolse gli stimoli della tecnologia e della scienza.
Per gli artisti di questa corrente l’arte non doveva più essere statica, ma doveva riflettere il cambiamento continuo della realtà e la vivacità del mondo moderno.
Le opere cominciarono, perciò, ad essere dinamiche, assumendo immagini in continua trasformazione.
Ma in che modo? Potreste chiedermi.
Le sculture cinetiche di Jean Tinguely sono, praticamente, delle “macchine”, costruite con materiali di recupero, che, grazie a dei motori, emettono suoni, si muovono, cambiano forma ed anche si autodistruggono.
Per l’artista svizzero il movimento consisteva nel cambiamento continuo che richiama la transitorietà della realtà e dell’uomo stesso.
Nel 1959, Tinguely realizzò le sue prime sculture interattive, che il pubblico può attivare tramite pulsanti o delle leve. Ne sono degli esempi i Méta-Matics, cioè delle macchine che grazie ad un motore creano dei disegni astratti oppure le Rotozazas, delle sculture nere che interagiscono, giocando con una palla.
Alcune sono ancora funzionanti. Per esempio in mostra l’opera Méta-Matic No.10,1959, con un gettone, al costo di 5 euro acquistabile in loco, può essere attivata, per realizzare un disegno su un foglio di carta timbrata. Oppure l’opera Rotozaza No. 2, 1967 viene messa in funzione il giovedì e il venerdì alle 11.30 e il sabato e la domenica alle 11.30 e alle 16.30.
L’ingresso alla mostra è gratuito. La prenotazione online garantisce l’accesso prioritario nella fascia oraria prescelta.
Poesia e Pittura nel Seicento
La mostra, Poesia e Pittura nel Seicento. Giovan Battista Marino e la meravigliosa passione, aperta fino al 9 febbraio 2025, alla Galleria Borghese a Roma, indaga, in modo inedito, le connessioni tra la poesia e la pittura e tra il sacro ed il profano nel primo Seicento.
Seguendo i testi di Giovan Battista Marino (1569-1625), l’iter espositivo si muove attraverso cinque capitoli, con un’introduzione sulle opere di Correggio, Tiziano e Tintoretto, per lumeggiare quell’incontro tra la poesia e la pittura, presente già nel Cinquecento e che vedrà il suo sviluppo nel Barocco.
Per esempio nella sezione, L’Adone tra sacro e profano, sono riunite le opere artistiche ispirate al mito di Adone, il bel giovane amato da Venere, protagonista dell’omonimo poema di Marini oppure nella sezione La Galeria e il dialogo di Giovan Battista Marino con gli artisti, viene evidenziato il legame tra l’arte e La Galeria di Marini, una raccolta di 624 componimenti poetici, dedicati proprio ad opere artistiche.
Questa mostra è un’occasione da non perdere, innanzitutto perché ci fa riflettere sul fatto che la pittura e la poesia non sono monadi chiuse in se stesse, ma che hanno delle affinità, essendo manifestazioni degli stessi sentimenti e pensieri. Poi ci offre la possibilità di conoscere e di rivalutare, oltre alla pittura del Seicento, l’opera mariniana e la poesia barocca italiana, sottovalutata o addirittura disprezzata per circa due secoli.
Giorgio de Chirico a Torino
In occasione del centenario del Surrealismo (1924-2024), dall’ 8 novembre 2024 al 2 marzo 2025, presso il Museo di Arti Decorative, la Fondazione Accorsi-Ometto celebra Giorgio de Chirico, considerato il precursore del movimento francese. con una mostra dal titolo Giorgio de Chirico: 1924.
L’esposizione, che ospita oltre 70 opere, tra cui cinquanta dipinti e disegni di de Chirico, permette di approfondire l’affascinante pittura metafisica, le sue influenze sui successivi sviluppi del Surrealismo ed il rapporto tra il pittore italiano ed André Breton, teorico del movimento.
Fu proprio Breton, nel 1916 a Parigi, a scoprire la pittura metafisica di de Chirico.
Cosa si intende per pittura metafisica?
“Metafisica” è un termine aristotelico che significa “oltre la fisica”, cioè oltre le cose visibili. Di conseguenza la pittura metafisica, creata da Giorgio de Chirico e da Carlo Carrà nel 1917, rappresenta ambienti e figure che vanno oltre la realtà sensibile: sono, infatti, espressioni dell’inconscio e del mondo onirico dell’artista.
Dopo 7 anni, nel 1924, nacque il Surrealismo, i cui componenti, influenzati dall’esperienza metafisica di de Chirico, esprimevano la loro interiorità attraverso immagini dal significato simbolico.
Il rapporto di grande collaborazione tra de Chirico ed i surrealisti francesi si ruppe, però, nel 1926, quando i surrealisti lo accusarono di aver tradito la pittura metafisica per un inspiegabile passaggio al classicismo, avvenuto nel 1919. Breton arrivò addirittura a dichiarare pubblicamente che de Chirico era “morto” artisticamente nel 1918.
In realtà le opere di de Chirico, realizzate tra il 1921 ed il 1928, nel periodo su cui si concentra la mostra, dimostrano il contrario. Ne sono degli esempi La mia camera nell’Olimpo del 1927 e Chevaux devant la mer del 1927-28.
L’accostamento al Classicismo non impedì a de Chirico, infatti, di continuare ad elaborare delle opere di profonda ispirazione metafisica e psichica, in continuità con il periodo precedente.
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