Le "Lezioni di chimica" di Bonnie Garmus
La chimica è come la vita. E anche come la cucina, del resto, che di base è essa stessa parte dell’esistenza. Macchinoso? No, squisitamente reale. Nella misura in cui lo può essere un romanzo, o meglio il romanzo di Bonnie Garmus “Lezioni di chimica” (edito da Rizzoli) capace di creare un vero e proprio caso letterario.
Sognando la California
Il perché è dato, naturalmente, dagli ingredienti. La California a tinte pastello dei gloriosi Sixties dove quasi tutto appare possibile. Una grande passione, la chimica appunto, e un amore altrettanto grande che non può che avere dei risvolti tragici. Senza dimenticare un personaggio femminile destinato a fare parte delle eroine contemporanee e una sana dose di pregiudizi nei confronti del genere femminile duri a morire che, seppure dilatati nel tempo, appaiono decisamente attuali. Il tutto condito da una frizzante ironia frutto di una scrittura affilata che trasforma il racconto in una rivendicazione a tinte rosa che fa pensare e rende evidente, ahimè, come old habits die hard.
Una vita da “chimica”
Ma per capire la complessità tagliata in maniera assolutamente spassosa di un libro che al suo esordio negli Stati Uniti è stato salutato come il caso editoriale dell’anno occorre andare con ordine e partire dalla sua magnifica protagonista, Elisabeth Zott. Trentenne dotata di cane “parlante” e con bambina a carico, è bella, estremamente intelligente e, nonostante sia conosciuta da tutti come la mattatrice del programma tv “Cena alle sei” seguito perfino dal vice-presidente degli Stati Uniti, è una scienziata. Una chimica, per la precisione, che non è mai riuscita a imporsi nel rigido mondo accademico americano per il semplice fatto di essere una donna, in primis, e una ragazza madre, poi. Ma Elizabeth è soprattutto una persona caparbia che, al netto del successo mainstream della sua trasmissione, non rinuncia al sogno universitario e, tra manicaretti trattati alla stregua di esperimenti scientifici, costruisce la sua rivalsa.
Professionale ma anche personale. Perché la vita di Elizabeth è stata tutto fuorché facile, costellata di tragedie, abusi e violenze: nata in una famiglia disfunzionale, innamorata in maniera drammatica di un uomo tanto bizzarro quanto geniale, ha imparato presto che esiste una formula per tutto. E laddove non arriva la chimica, ci pensa la passione, compresa quella per il canottaggio, e la voglia di dare alle donne quella parità di diritti che ben lungi dall’essere una chimera, può squisitamente trasformarsi in realtà. Ecco allora che il coté didascalico del suo programma le viene in aiuto.
“Perché il giorno in cui le donne cominciano a capirci di chimica, cominciano a capire come funzionano le cose”.
Una storia ben orchestrata
Il romanzo della Garmus è un pastiche ben orchestrato che ha il suo cuore nelle vicende di una donna capace di sopravvivere alla sua stessa esistenza e di trasformare la sua lotta personale in un manifesto di rivalsa al femminile (plurale) per tutte in cui far sentire, forte e chiara, la propria voce. Anche e soprattutto ai giorni nostri. Contro le violenze di genere e i pregiudizi, al di là di ogni forma di misoginia e di intolleranza gratuita, per arrivare finalmente a un cambiamento che non dovrebbe essere altro che uno status quo.
“La cucina è chimica e la chimica è vita. La capacità di cambiare tutto, compresi sé stessi, comincia da qui”.
Vuoi commentare l’articolo? Iscriviti alla community e partecipa alla discussione.
Cocooners è una community che aggrega persone appassionate, piene di interessi e gratitudine nei confronti della vita, per offrire loro esperienze di socialità e risorse per vivere al meglio.