La presbiacusia: che cos’è e come intervenire
Prima di definire la presbiacusia partiamo dalla parola da cui deriva questo termine, ovvero l’ipoacusia. Ipoacusia significa semplicemente “sentire meno” e si tratta quindi di un disturbo che si verifica abbastanza di frequente con l’avanzare dell’età anche se può colpire, seppur più raramente, i bambini e i giovani.
Con presbiacusia, invece, si intende proprio la riduzione o addirittura la perdita dell’udito correlata al fisiologico invecchiamento.
Che cos’è la presbiacusia
Tra i vari disturbi che colpiscono le persone anziane la presbiacusia è uno dei più comuni. Si caratterizza per una ridotta sensibilità uditiva che può essere più o meno intensa e associata al rallentamento dell’elaborazione centrale dello stimolo sonoro, alla difficoltà di localizzazione della provenienza del suono e del comprendere una conversazione soprattutto se ci si trova in contesti molto rumorosi.
Si tratta di un problema che influisce in modo significativo sulla qualità di vita dell’anziano. La presbioacusia è di tipo sia qualitativo sia quantitativo e si evolve in modo piuttosto lento. All’inizio si può avere difficoltà nel percepire determinate frequenze di suoni (di solito le più elevate) mentre in seguito la riduzione dell’udito tende ad accentuarsi e a peggiorare.
Di solito il disturbo si manifesta evidente intorno ai 65 anni e ha un’incidenza maggiore nel sesso maschile.
Quali sono le cause della presbiacusia
Abbiamo detto che responsabile della presbiacusia è l’avanzare dell’età ma esistono diverse alterazioni a carico dell’apparato uditivo che possono portare all’insorgenza di questo disturbo.
Vediamo quali sono:
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- ispessimento della membrana timpanica;
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- degenerazione delle cellule del Corti (responsabile della trasmissione dell’impulso sonoro a livello centrale);
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- perdita di elasticità della membrana basilare della Coclea;
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- riduzione del numero di ciglia presenti nel sistema uditivo;
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- processi degenerativi che si verificano a livello delle articolazioni ossiculari;
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- compressione delle fibre nervose;
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- alterazioni della stria vascolare (struttura all’interno della coclea).
Manifestazione e sintomatologia della presbiacusia
Di solito i sintomi con cui la presbiacusia si manifesta sono lievi tanto che il paziente tende a non dargli peso perché non sente solo determinati tipi di suoni ad alta frequenza. Con l’avanzare del tempo, però, oltre a far fatica a comprendere le conversazioni, il soggetto comincia ad avere difficoltà a percepire anche suoni a frequenze più basse e può manifestare altri sintomi come acufeni e disturbi dell’equilibrio.
Con l’aggravarsi della situazione, quindi, il soggetto può iniziare a sentirsi isolato e, di conseguenza, potrebbe avere sintomi depressivi.
Come porre una diagnosi di presbiacusia
Per porre una diagnosi di presbiacusia occorre svolgere l’esame audiometrico, ovvero un esame in cui il tecnico audiometrista è in grado di determinare quella che viene chiamata soglia di minima udibilità del paziente e che consente di capire se ci sono anomalie o deficit uditivi che andranno comunicati al medico mediante apposito referto.
Di norma chi soffre di presbioacusia manifesta un innalzamento della soglia uditiva nell’area delle alte frequenze. Inoltre, il disturbo si manifesta bilateralmente.
Non esiste una vera e propria terapia per la presbiacusia
La prima cosa da dire è che non esiste una cura specifica per la presbiacusia se non l’impiego di apparecchi acustici e impianti cocleari.
Nello specifico, gli apparecchi acustici sono dei dispositivi elettronici che riescono a rilevare il suono attraverso un microfono. Il suono poi, grazie a un amplificatore, viene per l’appunto amplificato e inviato all’orecchio mediante un altoparlante.
Gli impianti cocleari, invece, vanno inseriti chirurgicamente nell’orecchio e svolgono la funzione della parte dell’orecchio interno alterata o degenerata inviando direttamente le informazioni al nervo cocleare che dovrà essere, quindi, perfettamente funzionante.
Ai suddetti supporti acustici un’ulteriore buona soluzione è rappresentata da una riabilitazione uditiva basata sull’insegnare e potenziare il riconoscimento e l’interpretazione del linguaggio labiale.
Ovviamente sarà sempre il medico e lo specialista a indirizzare il paziente verso una soluzione piuttosto che un’altra basandosi sulle caratteristiche del soggetto in questione e sul grado di severità del deficit uditivo.
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