Investimenti, il porto sicuro non esiste più
Il BTp con scadenza decennale ha un rendimento annuo inferiore allo 0,9%. Tra i fondi monetari è difficile trovare qualcuno con una performance netta positiva nell’ultimo anno, a meno di non accontentarsi di qualche decimale. Una delle poche certezze in uno scenario ricco di incognite per chi è chiamato a investire è che non esistono più porti sicuri. Né tanto meno possono essere considerati tali i conti correnti, dato che tra rendimenti zero (o quasi) e costi caricati dalle banche, la prospettiva che i capitali perdano valore in termini di realtà è molto alta. Non resta allora che cercare nuove strade, pur nella consapevolezza che nel mondo degli investimenti a un maggior rendimento promesso corrisponde sempre una crescente assunzione di rischi.
Le due opzioni
Oggi i gestori si orientano prevalentemente in due direzioni. In campo obbligazionario la preferenza va a fondi comuni ed Etf specializzati negli high yield, cioè bond di emittenti con un merito creditizio limitato. Il rischio c’è, ma in uno scenario di tassi ai minimi storici e governi impegnati con misure straordinarie ad arginare la crisi, il numero dei default appare destinato a restare su livelli contenuti.
In campo azionario il focus è sui macrotemi, vale a dire quelli destinati a cambiare l’economia e la vita dei cittadini nel lungo periodo. È il caso delle dinamiche demografiche così come delle energie rinnovabili. Anche in questo caso vi sono fondi ed Etf specializzati: i primi hanno costi di gestione più elevati a fronte di un gestore professionale che movimenta continuamente il portafoglio a caccia di opportunità.
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