Invecchiamento e riserve immunitarie
Con il supporto scientifico di SoLongevity
(ADV – Contenuto sponsorizzato)
Il nostro sistema immunitario invecchiando tende a perdere le facoltà acquisite nel tempo
ll nostro sistema immunitario è responsabile di difenderci da attacchi interni (come per esempio i radicali liberi) e da attacchi esterni, come virus e agenti patogeni. Dalla sua efficienza e dal suo equilibrio dipende la nostra salute e quindi anche la nostra longevità in buona salute. L’appuntamento di questa settimana con la rubrica di Longevity Medicine è dedicato proprio al funzionamento e al potenziamento del nostro sistema di difesa. Parleremo di:
- immunità innata
- immunità acquisita o adattiva
- il ruolo dei linfociti B e T
- immunosenescenza
- immunometabolismo
- glutatione
Ma come funziona il sistema immunitario? In modo sorprendente
Il sistema immunitario è composto da due meccanismi di difesa, uno innato e uno acquisito. Un po’ come i due sistemi di pensiero, istintivo e ragionato, studiati ed esaminati a lungo dal premio Nobel per l’economia David Kahneman, il primo è veloce e potente, ma aspecifico, il secondo invece è lento ma specifico, quindi mirato, perché deriva dalla memoria che il nostro organismo conserva degli agenti patogeni già incontrati e verso i quali si è attivato in passato. Fa pensare a un sistema di difesa composto da un esercito di giovani, scattanti e atletici, ma inevitabilmente inesperti, e un battaglione di veterani, lenti ma consapevoli. O forse fa pensare al pensiero di Raymond Cattel sulla distinzione tra l’intelligenza fluida, tipica dell’età giovane, che consente di usare intuizione, istinti e ragionamento induttivo, e l’intelligenza cristallizzata dell’età più avanzata che si basa sull’attivazione del ragionamento deduttivo, dell’apprendimento e dell’esperienza.
La potenza della natura quindi ha dotato il nostro sistema di difesa, di pensiero e di intelligenza, di entrambe le qualità: giovani leve scattanti e veterani esperti.
Immunità innata e immunità acquisita
L’immunità innata si avvale ovviamente dei nostri dispositivi di difesa automatica e istintiva: mucose, colpi di tosse e starnuti (qualcuno ricorderà il pittore Ligabue della vecchia serie TV che si liberava dei cattivi pensieri attraverso lo starnuto), il pH acido dello stomaco e, tra gli altri, gli interferoni, proteine della famiglia delle citochine (le ritroveremo più avanti) che combattono le infezioni virali e potenziano l’azione delle cellule immunitarie macrofaghe, gli aspirapolvere del sistema immunitario che, inglobandoli, ci liberano di patogeni e detriti cellulari.
Se il primo esercito non ce la fa, interviene quello dei saggi, i meccanismi dell’immunità acquisita o adattativa che, al contrario di quella innata, alla nascita non esiste ma si forma con il tempo e l’esperienza di contaminazione sviluppando anticorpi specifici. I guerrieri di questo sistema sono i linfociti B e T. Non mi dilungherei sul tema dei compiti dei diversi gruppi di linfociti se non l’avessi trovato affascinante, e quindi, certa che affascinerà anche voi, non ve ne privo.
Cercando di uscire dai tecnicismi clinici, i linfociti B – presenti nel midollo osseo, nella milza e nei linfonodi – hanno il ruolo di intercettare il patogeno per il quale sono specifici e “presentarlo” ai linfociti T che si attivano. Una specie di “palo” che spia l’arrivo del nemico, lo riconosce e fischiando sottile nella nebbia lo segnala al collega armato nelle retrovie. Ma i linfociti B hanno anche un’altra funzione, quella di rilasciare anticorpi: entro 48-72 ore dall’aggressione, maturano, si moltiplicano e diventano plasmacellule capaci di produrre anticorpi specifici. Quando l’infezione è sconfitta, la maggior parte delle plasmacellule muore e quelle che sopravvivono diventano linfociti B della memoria, in grado di ricordarsi del nemico combattuto, riconoscerlo se torna e combatterlo più velocemente.
I linfociti T helper (Th1 e Th2) invece producono le già citate citochine, molecole in grado di cooptare altri linfociti T e stimolare la produzione di anticorpi da parte dei linfociti B. In particolare, e qui sta il bello, i linfociti Th1 producono citochine proinfiammatorie, amazzoni della difesa immunitaria che però se esagerano possono produrre danni, mentre i Th2 agiscono in senso anti-infiammatorio, equilibrando le forze. Anche i linfociti T cessato l’attacco diventano parte di quella memoria immunitaria ritirandosi nei linfonodi dove diventano appunto cellule della memoria.
L’equilibrio tra le risposte Th1 e Th2 consente una reazione immunitaria efficace e allo stesso tempo non eccessivamente dannosa per l’organismo.
Il sistema immunitario negli anziani perde facoltà immunitarie acquisite
Con l’avanzare dell’età il nostro sistema immunitario è soggetto a quello che viene definito “immunosenescenza”, un declino della capacità di riconoscere e combattere gli agenti patogeni e di produrre anticorpi. Un po’ come se le facoltà acquisite (e adattative) venissero meno e tornassimo, in quel senso, bambini, con la sole facoltà innate. Questa minore efficienza apre la strada a una infiammazione cronica che produce a sua volta l’invecchiamento biologico.
Nella pandemia da Covid 19 i soggetti più anziani sono stati esposti a una maggiore mortalità proprio per eccesso di reazione pro-infiammatoria: il loro sistema immunitario ha reagito al virus con una risposta infiammatoria esagerata che ha in seguito prodotto polmonite e altre fragilità anche letali.
Immunometabolismo
La capacità di neutralizzare i potenziali pericoli senza danneggiare il proprio organismo dipende in particolare dal mantenimento dell’equilibrio energetico delle cellule immunitarie: se non hanno abbastanza energia per lavorare bene, la risposta immunitaria può essere inefficace oppure esagerata e, come abbiamo visto, dannosa. I disequilibri energetici possono essere dovuti a carenze di vitamine (A, C, D, E, B6, B12) folati e minerali come rame, zinco, ferro e magnesio. Un’alimentazione corretta, varia e bilanciata dovrebbe normalmente garantirci l’apporto di tutti questi elementi che sono responsabili di un sistema immunitario equilibrato ed efficiente; purtroppo però l’impoverimento del suolo e i procedimenti industriali cui viene sottoposto il cibo di cui ci nutriamo riducono quell’apporto.
Infine, esistono sostanze che il nostro corpo produce e che contribuiscono al corretto funzionamento del sistema immunitario, come il glutatione, presente in alcuni tipi di verdura, in particolare asparagi e spinaci; frutta, specie avocado, pesche e mele; e nella carne. Sintetizzato principalmente nel fegato, il glutatione viene poi rilasciato e trasportato verso gli altri organi, dove svolge compiti essenziali per tenerci in salute. Il glutatione, insieme con le vitamine D, E e B2 regola anche la risposta immunitaria, per esempio nella produzione delle citochine, modulando la risposta immunitaria in modo che non sia dannosa.
Il problema del glutatione è che non ha la capacità di entrare nelle cellule dove esercita la sua funzione. Per questo motivo, se si vuole tenere bilanciato l’apporto di glutatione dell’organismo, la strategia migliore è quella di fornire alle cellule i precursori del glutatione, tre amino acidi che le cellule utilizzano per sintetizzarlo. Stiamo parlando di una nuova strategia di integrazione nutrizionale che rende molto più efficace il riequilibrio del sistema immunitario.
Per tutti questi motivi diventa fondamentale, prima di assumere prodotti immunostimolanti, ricorrere a una integrazione che riequilibri il sistema immunitario, eliminando le cause dell’infiammazione cronica e preparandolo a rispondere allo stimolo nel migliore dei modi senza cadere nella trappola dell’iperstimolazione.
SoLongevity suggerisce: SoLImmune
Nella logica di rimodulare la risposta immunitaria del nostro organismo, perché sia efficace ma non eccessiva, può contribuire l’assunzione di SoLImmune, nutraceutico formulato da SoLongevity per fornire un insieme ottimale e sinergico di specifici micronutrienti essenziali (vitamine e minerali), indispensabili per sostenere le risposte immunitarie, sia innate che adattative, con azione anti infiammazione e anti ossidazione, due processi che promuovono l’invecchiamento.
I 10 micronutrienti selezionati sono infatti indicati dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) come necessari al normale funzionamento del sistema immunitario. La formula è stata inoltre arricchita con le vitamine B2 ed E, che supportano la salute della nostra prima linea di protezione: la pelle e le mucose.
SoLImmune è quindi indicato per combattere immunosenescenza, inflammaging, ossidazione e per massimizzare le abilità difensive dell’organismo.
Il nutraceutico SoLImmune è indicato negli adulti, in particolare nelle seguenti situazioni:
- prevenzione delle malattie respiratorie virali, ad es. COVID-19, raffreddori, influenza, sinusiti, bronchiti
- predisposizione alle infezioni ricorrenti, tipo herpes zoster
- regimi alimentari sbilanciati, in particolare negli over 45
- trattamenti cortisonici prolungati (i principi attivi di SoLImmune aiutano a bilanciare gli effetti immunosoppressivi senza interferire con l’azione antiinfiammatoria)
- durante il periodo estivo per contrastare gli effetti nocivi del sole sulla pelle
- durante i cambi di stagione
Per un’azione potenziata si suggerisce l’abbinamento con l’integratore CellFasting.
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