Incidente domestico: un problema sottovalutato
L’incidente domestico è un problema di cui si parla ancora molto poco. Eppure secondo le stime dell’Istat e dell’Istituto Superiore di Sanità gli incidenti in casa sono sempre più in crescita, uccidono il doppio di quelli stradali e dieci volte di più degli incidenti sul posto di lavoro.
Dai risultati del Sistema di Sorveglianza Passi (una sorveglianza nell’ambito della sanità pubblica, promossa dal Ministero della salute), emerge poi un dato molto preoccupante: la maggior parte delle persone ha una bassa consapevolezza dei rischi infortunistici nell’ ambiente domestico.
Forse anche la considerazione della casa come il luogo sacro, nel quale ci sentiamo più al sicuro, ci rende meno propensi a percepirne i rischi ed i pericoli, per i quali invece bisognerebbe allertarsi. Anche la ripetitività dei gesti quotidiani è all’origine della riduzione della soglia di attenzione nei confronti di azioni, che invece potrebbero essere nocive.
Cause degli incidenti domestici
Dalle analisi riportate dall’Istat è soprattutto l’età a causare gli incidenti. I soggetti più a rischio, oltre ai bambini, risultano infatti gli ultra sessantenni. Per quest’ultimi, secondo i dati del sistema SINIACA (Sistema Informativo Nazionale Incidenti in Ambienti di Civile Abitazione), gli incidenti domestici più frequenti sono rappresentati dalle cadute (una persona su due e soprattutto donne anziane). Seguono le ferite, gli urti e le ustioni, causate da liquidi bollenti, dal ferro da stiro o dal forno.
Le cause degli incidenti sono quindi determinate dai cambiamenti fisiologici che l’età comporta, come il declino della vista, l’ equilibrio instabile, la debolezza muscolare, la difficoltà della mobilità, un momento di confusione o anche l’assunzione di farmaci, che possono compromettere l’attenzione. Però anche la mancanza di luce o l’ illuminazione insufficiente, un pavimento scivoloso, le prolunghe, i tappetini, una sedia fuori posto possono essere la causa di incidenti: basta poco per trovarsi improvvisamente a terra.
Secondo quanto emerge da un resoconto dell’ ISSalute (il Portale dell’Istituto Superiore di Sanità che offre informazioni su salute, alimentazione ed ambiente), le principali cause di infortuni domestici dipendono, infatti, dalle condizioni di salute (disabilità, patologie croniche ecc.), ma anche da
- caratteristiche strutturali dell’abitazione (scale, pavimenti, arredamento);
- comportamenti sbagliati (uso improprio di apparecchi e oggetti domestici, scarsa conoscenza dei rischi, sottovalutazione dei pericoli ecc.);
- isolamento e mancanza di adeguati mezzi di comunicazione per persone anziane.
Dobbiamo considerare, inoltre, tra le cause degli incidenti domestici, anche la scarsa percezione del rischio, di cui si parlava prima.
Al concetto di rischio, infatti, oltre ad un’interpretazione tecnico-oggettiva, è attribuibile una percezione soggettiva. Dagli studi emerge infatti che in molti casi c’è uno scollamento tra la percezione soggettiva del rischio e la valutazione oggettiva dello stesso (Slovic, 2001). Ciò avviene perché abbiamo delle difficoltà a pensare in termini probabilistici e tendiamo invece ad utilizzare delle scorciatoie mentali, alimentate da rappresentazioni semplificate della realtà. Di conseguenza davanti ad un rischio non decidiamo secondo delle stime oggettive, ma in modo intuitivo (A. Tverssky, D. Kahneman 1973).
Conseguenze
Le conseguenze degli infortuni casalinghi possono essere molto serie: per esempio, secondo le stime riportate dall’Istat, per le donne di 65 anni e più, il 66,6% degli incidenti ha conseguenze tali da impedire il normale svolgimento della propria vita (contro il 47,1% per gli uomini).
In particolare, sempre secondo i dati del sistema SINIACA, gli incidenti domestici più frequenti per gli anziani sono rappresentati dalle cadute (una persona su due e soprattutto donne anziane). Possono comportare un trauma cranico o la frattura degli arti inferiori (soprattutto del femore) e, tra gli infortuni domestici, sono la prima causa di ricovero e talvolta anche di decesso. Non sono da trascurare neanche le conseguenze a livello psicologico causate dalle cadute. Possono generare infatti nell’anziano un senso di insicurezza per la paura di ricadere ed anche stati di ansia e di depressione. Sia pure di minor valore rispetto alla salute, dobbiamo comunque ricordare anche le conseguenze economiche per la famiglia e per il Servizio Sanitario Nazionale.
Prevenzione
Sotto l’aspetto giuridico la Legge n. 343 del 3 dicembre 1999, Norme per la tutela della salute nelle abitazioni e istituzione dell’assicurazione contro gli infortuni domestici, affronta la questione della prevenzione degli incidenti domestici.
In particolare la norma prevede che è compito del dipartimento per la prevenzione di ogni unità sanitaria locale, in collaborazione con i servizi territoriali e di medicina di base, provvedere per
- l’assistenza per la prevenzione delle cause di nocività e degli infortuni negli ambienti di civile abitazione;
- l’individuazione e la valutazione dei rischi presenti o che si possono determinare nei predetti ambienti;
- la promozione e l’organizzazione di iniziative di educazione sanitaria nei confronti della popolazione;
- il coordinamento territoriale dei programmi di intervento dei servizi, dei presídi e delle unità operative tesi ad assicurare le necessarie integrazioni ai fini della sicurezza.
Nonostante che la legge preveda la programmazione e la realizzazione degli interventi, per prevenire gli incidenti in casa, purtroppo, a più di vent’anni dall’emanazione, la sua attuazione è tuttora disattesa.
E’ un vero peccato che una tale legge sia trascurata, in quanto, come si è visto, tratta un problema di grande rilevanza individuale e sociale. Cerchiamo perciò di capire i motivi della sua mancata ricaduta sulla prassi quotidiana.
Innanzitutto la legge presenta un difetto intrinseco, in quanto tratta contemporaneamente due temi, entrambi molto importanti: la prevenzione degli infortuni in ambito casalingo e l’obbligatorietà dell’assicurazione per la tutela dal rischio infortunistico durante il lavoro domestico. A livello comunicativo però è prevalso il secondo tema tanto da ridurre il primo quasi a sua premessa e giustificazione, mentre meritava anch’esso la sua doverosa risonanza. Un altro limite della norma è dato dalla presenza di più soggetti preposti alla prevenzione. La compartecipazione infatti può creare problemi di tipo burocratico e di tipo conflittuale a scapito di interventi significativi.
Ma soprattutto in Italia mancano le energie ed i soldi per la prevenzione, perché siamo quasi sempre coinvolti in situazioni di emergenza. Se è meglio prevenire che curare, dovremmo imparare a passare dalle situazioni anti-economiche di “ rattoppo” dei danni, una volta capitati, ad una cultura della prevenzione e della sicurezza.
Senza sminuire l’importanza della trasparenza, dobbiamo però ricordare che non sono sufficienti le sole campagne di informazione e di educazione per una più corretta percezione del rischio, se poi non si incentivano le persone a cambiare i loro comportamenti pericolosi ed a mettere in sicurezza la propria abitazione. Per fortuna, almeno per l’anno in corso, è previsto un Bonus Sicurezza, con cui si può risparmiare il 50% sulle spese sostenute, per proteggere la casa, anche a tutela di chi ci vive quotidianamente.
Al di là delle leggi, dell’informazione e degli aiuti il problema della prevenzione presuppone comunque una mobilitazione collettiva. Questa prospettiva chiede a ciascuno il proprio impegno e la propria assunzione di responsabilità. Nel nostro piccolo potremmo incominciare con l’ usare degli accorgimenti apparentemente banali, ma che possono metterci al riparo da gravi danni. Basterebbe per esempio togliere quei tappetini, che possono farci inciampare, evitare di salire imprudentemente su sedie, disporre gli oggetti più utilizzati alla propria portata, far installare in bagno delle maniglie vicino ai sanitari, per avere un appoggio, quando ci si alza, e sul piatto doccia o sul fondo della vasca mettere un tappetino antiscivolo. Sarebbe anche una buona regola indossare sempre in casa pantofole con suola in gomma o calze antiscivolo e reggersi al corrimano, quando si salgono o scendono le scale. Per poter mantenere un buon livello di coordinazione motoria e di deambulazione è soprattutto consigliata un’attività fisica costante, in modo da rinforzare la muscolatura e le ossa e mantenere così un buon equilibrio psico-fisico.
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