Il talamo di Gioia e Luca: cinque giochi di coppia per ritrovare l'intimità
Stavolta parlo io. Perché da quando la mia Gioia ha imparato a piacersi di più, dopo il grande lavoro su di sé che ha fatto a partire dai sessant’anni e che mi ha restituito la donna positiva e seducente, l’amante appassionata che il difficile periodo dopo la menopausa aveva offuscato, è pur vero che anche io, da allora, mi sono impegnato di più a tenere viva l’intimità che avevamo così felicemente riconquistato. Siamo sposati da quasi quarant’anni, tra alti e bassi, abbiamo avuto anche noi le nostre crisi, ma siamo stati bravi a tenere insieme tutto: i figli, che ora vivono tutti e tre per conto loro, la casa, le nostre carriere. E ora abbiamo conquistato una certa serenità, che è una condizione piacevole, ma anche insidiosa per una coppia che convive da così tanto tempo. Che si conosce così bene.
“c’è una stanza segreta in cui noi due ci mettiamo audacemente in gioco”
Il giardino segreto dei giochi
Il tempo. Ecco l’ingrediente cruciale, il nostro vero alleato in questi ultimi anni. Quello da spendere per sé, da dedicare al lavoro, alla palestra, ai rispettivi amici. E il tempo per noi due insieme, inderogabile, insindacabile. La prima cosa che ci siamo imposti è stata quella di tenerci caro quel tempo e farne, come mi piace dire, il nostro “parco giochi”. E qui mi assumo parte del merito di averlo arredato, questo parco, questa stanza segreta in cui tra l’altro ci mettiamo audacemente in gioco. Con una serie di appuntamenti che abbiamo progettato con creatività (e una buona dose di azzardo), prendendo spunti qua e là.
Eccone qua almeno cinque, sono sicuro che stimoleranno anche la vostra immaginazione e, se ne scoprirete altre, scriveteci:
L’appuntamento
Fissate un appuntamento periodico. Una volta al giorno, alla settimana, al mese. L’importante è che sia quello. Può essere una serata, una giornata, un weekend. Programmatelo, pensate insieme a come riempirlo, fate dei programmi: una cena in un ristorante, una passeggiata. Una notte in un albergo a picco sul mare. Tenetelo segreto come una scadenza esclusiva per voi. Segnatevelo sul calendario o sull’agenda. Io e Gioia ne abbiamo alcuni: la domenica pomeriggio in un bellissimo bagno turco. Una camminata verso il castello la sera prima di mangiare. Certi weekend noi due soli nel nostro camper. Sono momenti solo per noi, li aspettiamo con ansia, ci aiutano a tenere il punto, sono l’epicentro in cui magneticamente convergono i nostri pensieri, i nostri cuori, i nostri corpi.
A me gli occhi
Siamo stati giovani negli anni Settanta, è inevitabile che ci sia rimasta addosso un po’ di roba freakettona, ma ci sono un paio di esercizi di connessione che ci piacciono un sacco: hanno un sapore vagamente new age, ma sono più di efficaci di qualsiasi soft petting per creare un’atmosfera privata e avvolgente.
Il primo lo chiamo “Guardami nell’anima”: mettevi seduti, con le ginocchia a contatto, guardatevi negli occhi per almeno cinque minuti, non parlate, l’unico movimento consentito è sbattere le palpebre. Sembra banale, ma vi garantisco che è emozionante.
Il secondo è appena più “invasivo” e contempla la respirazione: mettevi sdraiati su un fianco l’uno davanti all’altro, le fronti a contatto, anche qui gli occhi negli occhi. Abbassate leggermente il mento, in modo che i vostri nasi si tocchino, ma non troppo. Fate dieci respiri profondi e lenti in sincronia con il partner. All’inizio è un po’ strano, avrete l’impressione di annaspare, di ingoiare il fiato della vostra compagna. Poi diventa tutto più naturale. È davvero incredibile. Se il silenzio è troppo pesante, scegliete insieme una canzone tranquilla che vi accompagni, possono sembrare attività un po’ imbarazzanti all’inizio, ma vi assicuro che sono esperienze di grande affiatamento.
Giochi con le mani
Se gli esercizi di connessione hanno funzionato potete passare a quelli di contatto. Spesso, nel weekend a me e a Gioia piace indugiare a letto un po’ più del dovuto, in quei momenti ci piace molto giocare ad accarezzarci a occhi chiusi, contemporaneamente. O, cosa molto più eccitante, a turno, percorrendo con le mani il corpo dell’altro in lungo e in largo.
Un’altra pratica simile, un po’ più regolata, l’abbiamo imparato da un terapista, serve a ricollegarci al nostro corpo, a richiamare la nostra energia sessuale: ci vuole un timer e un ambiente confortevole e ben riscaldato perché si pratica completamente nudi. Fate sdraiare il vostro partner sulla schiena. Inginocchiatevigli accanto, mettete una mano sul suo cuore, con il palmo rivolto verso il basso. Tenetela così, esercitando una pressione non eccessiva, ma sufficiente a farvi percepire il suo battito. Poi mettete l’altra, sempre con il palmo verso il basso, sopra i genitali. Il cuore e i genitali sono le nostre parti più sensibili e vulnerabili. Sincronizzate la respirazione, senza forzarla, continuando a guardare il partner in modo affettuoso. Rimanete in silenzio così per almeno 10 minuti. Poi, quando il timer si spegne, allungatevi lentamente verso di lui (o lei) senza interrompere il contatto delle mani sul suo corpo e poi abbracciatelo(la) a lungo, pancia contro pancia. Questo esercizio non chiama in causa tanto l’eccitazione sessuale quanto l’accettazione, l’empatia. Se però uno di voi due si eccita non infrange nessuna regola. Basta prima portare a termine l’esercizio.
La sera del (non) giudizio
Nei momenti che dedichiamo noi due spesso io e Gioia ci impegniamo entrambi a sospendere il giudizio sull’altro. Sono le sere in cui consumiamo le attività più piccanti, io le racconto le cose che mi eccitano di lei o di altre donne, le propongo un film o una lettura erotica, le confesso cose inconfessabili del mio passato. Qualche volta le chiedo di fare il gioco dei dadi monelli: a ogni numero corrisponde una parte del corpo, mio o suo, su cui concentrarsi. Pensavo di essere il più coraggioso dei due, ma lei mi ha spesso lasciato a bocca aperta: una sera mi ha proposto di acquistare online un vibratore. Sulle prime mi sono sentito avvilito, ho pensato: ecco vedi, non le basto. A quel punto Gioia, che è un po’ secchiona, mi ha citato una serie di dotte ricerche secondo le quali le donne che usano i vibratori hanno orgasmi più facili e frequenti. E quelle che hanno partner maschi che accettano che ne facciano uso hanno una maggiore soddisfazione sessuale dal partner. Che dire, come sempre, aveva ragione lei, da subito. Cioè proprio a partire dal momento di scegliere insieme il modello, che è stato piuttosto… incandescente. Provare per credere. E poi un sex toy non potrà mai sostituirmi del tutto. Non sa farla ridere e nemmeno sa coccolarla come faccio io.
C’è posta per te
Ma il gioco più intrigante che Gioia e io facciamo è quello del postino. Abbiamo un luogo convenuto, per noi è una scatola birmana di legno intagliato e profumato che sta su una mensola in soggiorno, dove di solito teniamo le chiavi della cantina. Lì abbiamo preso l’abitudine di lasciarci, a sorpresa, delle lettere che contengono richieste molto speciali: una sorta di elenco delle cose che vorremmo l’uno dall’altra. Rimandano a un momento egoisticamente dedicato a uno solo dei due, un momento in cui, nel caso di Gioia, per esempio, è lei ad avere il controllo assoluto dell’ambiente e delle cose da fare, attimo per attimo. Senza confini. Che voglia un massaggio ai piedi o fare sesso orale, che chieda una lunga serie di orgasmi multipli o desideri semplicemente essere coccolata. E la volta successiva tocca a me.
Pronti a riconquistare l’intimità di coppia senza provare vergogna?
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