Il riscatto e le anticipazioni sul fondo pensione
I Fondi Pensione e i Piani Individuali Pensionistici (PIP) sono strumenti flessibili che permettono di riscattare o chiedere in anticipo parte del capitale accumulato in caso di necessità. Inoltre offrono la possibilità di detrarre dal reddito i contributi versati al fondo fino a 5.164,57 euro l’anno e di farvi confluire il TFR assicurandosi rendimenti annui maggiori della rivalutazione prevista qualora lo stesso venga lasciato in azienda in regime ordinario.
I fondi pensione sono una contribuzione volontaria a uno strumento di accumulo che permette di integrare il proprio reddito pensionistico futuro migliorando il proprio tenore di vita e per legge costituiscono un patrimonio separato da quello dell’ente che li gestisce, pertanto sono inattaccabili in caso di fallimento o crisi creditizia.
Ma ciò che li rende particolarmente interessanti è la flessibilità: non ci sono vincoli che rendano inaccessibile il capitale in caso di grave necessità.
Anticipazioni: quando e come si può chiedere un’anticipazione dal proprio fondo pensione?
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Per far fronte a spese sanitarie: in qualsiasi momento è possibile chiedere una o più anticipazione fino a un massimo del 75% del capitale accumulato nel Fondo Pensione, con una tassazione tra il 15% e il 9%, a seconda degli anni di contribuzione complementare. Le spese sanitarie per le quali si richiede l’anticipazione devono rispondere a interventi o terapie necessari per se stessi o per i propri familiari (coniuge, figli), purché documentate e conseguenti a condizioni gravissime
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Per acquisto o ristrutturazione prima casa: dopo almeno 8 anni di contribuzione complementare è possibile richiedere un’anticipazione fino al 30% del capitale accumulato sul Fondo Pensione per comprare o ristrutturare la prima casa, per sé o per i figli, con una tassazione al 23%
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Per motivi personali o familiari: dopo almeno 8 anni di contribuzione complementare è possibile richiedere un’anticipazione fino al 30% del capitale accumulato sul Fondo Pensione per esigenze personali indicate nello statuto del Fondo.
Riscatto: cosa significa riscattare il Fondo Pensione e quando si può fare?
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Invalidità permanente, inoccupazione da oltre 48 mesi, dimissioni o licenziamento, decesso del lavoratore iscritto al Fondo: nei casi indicati è possibile in qualsiasi momento riscattare in toto o in parte il capitale accumulato, con una tassazione del 23% in caso di dimissioni o licenziamento, tra il 15% e il 9% (a seconda degli anni di iscrizione al Fondo) negli altri casi
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Inoccupazione di durata tra 12 e 48 mesi, in caso di mobilità, cassa integrazione guadagni, ordinaria o straordinaria: in questi casi è possibile riscattare fino al 50% del capitale accumulato sul Fondo con una tassazione tra il 15% e il 9%, a seconda degli anni di iscrizione al Fondo.
In caso di adesione a un Fondo Pensione chiuso, cioè legato a un accordo collettivo siglato con l’azienda per la quale si lavora, si pone il problema di cosa fare qualora si cambi azienda. Si può lasciare il capitale sullo stesso fondo, ma a quel punto non lo si può integrare con nuovi versamenti. Oppure lo si può riscattare con una ritenuta fiscale del 23% oppure ancora trasferire ad altro Fondo senza oneri fiscali, mantenendo l’anzianità di contribuzione complementare che dà diritto alle forme di anticipazione che abbiamo visto prima.
Perché vi serve un Fondo Pensione? Leggete il nostro articolo su come pianificare la longevità
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