IL FONDO PENSIONE IN VALIGIA
Dalle cifre sugli italiani all’estero che potrebbero voler esercitare il diritto di voto alle prossime elezioni sappiamo che ormai sono circa 6 milioni, di cui il 60% circa vive in un Paese europeo, con una mobilità aumentata del 70% negli ultimi 10 anni. Secondo Istat e Ministero degli esteri, nel corso dell’ultimo secolo sono espatriati o nati all’estero circa 50 milioni di italiani.
Gli expatriat italiani
Voglia di fare esperienza, mancanza di opportunità in patria, lavori meglio pagati fuori dai nostri confini, occasione di studio che poi diventa occasione di lavoro, le ragioni sono tante e il fenomeno sta aumentando, tanto da far dire agli osservatori che se continua così, con più italiani che vanno a lavorare altrove che stranieri che vengono a lavorare da noi, resteremo al palo. Tanto più che, in genere, chi espatria è ben formato e scolarizzato.
L’Europa è un continente vecchio e la contribuzione volontaria a una forma di previdenza integrativa è fondamentale per rendere la longevità europea sostenibile
L’Unione osserva con preoccupazione il trend di invecchiamento che interessa gli Stati membri. Un continente con tanti più anziani che giovani è un continente stressato dal pericolo combinato disposto di un aumento dei costi previdenziali e sanitari e una diminuzione della forza lavoro.
I Pepp
Un modo di rendere sostenibile la situazione è lavorare da una parte per promuovere una economia della longevità con risorse e attenzione a bisogni e desideri della parte più anziana della popolazione e dall’altra sostenere il lavoro e la contribuzione non solo obbligatoria ma integrativa, così che nessuno di noi debba varcare la soglia di povertà in tarda età.
Per stimolare i lavoratori a contribuire a una previdenza integrativa e nel contempo rendere la mobilità all’interno dell’Europa più facile e conveniente, la Comunità Europea ha, quindi, varato un prodotto pensionistico volontario cui possono accedere tutti, per sé stessi o per una persona a carico, i Pepp, soluzioni utili per chi ha un lavoro, una carriera o un partner che può portarlo a vivere in Paesi europei diversi dal proprio.
Pepp, Prodotto Pensionistico Individuale Pan-Europeo
Ecco come funziona: si sottoscrive un Pepp, iscrivendosi al sottoconto italiano; poi, nel momento in cui si varca il confine di un altro Paese europeo, questo conto passa al sottoconto di quel Paese senza complicazioni e senza pesare in termini di costi amministrativi. Dopo la moneta, Shengen e l’acquisto dei vaccini durante la pandemia, un altro segno che l’Europa è una comunità transnazionale, unitaria, nella quale la mobilità e la vita comunitaria deve essere favorita e resa più agile.
Un Pepp può essere sottoscritto da chiunque, che sia un lavoratore o persona inoccupata, dipendente o autonomo, e – al contrario di altri fondi – si può proseguire la contribuzione anche varcata la soglia dell’età pensionabile. Un dettaglio non da poco che rispondere alle esigenze di una vita lavorativa più lunga e più flessibile dettata dalla nuova longevità. In questo caso dopo i 67 anni, anche se si decide di andare in pensione, si può continuare a contribuire per avere uno strumento di integrazione al reddito per la fase più fragile della vecchiaia, quella più estrema che ci sta portando sempre più a sfiorare i 100 anni. E’ sempre più comune, almeno negli USA dove il fenomeno si è fatto notare, che chi è andato in pensione recentemente, magari anticipando i tempi, torni al mercato del lavoro anche se a tempo parziale o con modalità più flessibili.
Le differenze rispetto ai fondi pensione più comuni? I Pepp sono aperti a tutti, lavoratori e inoccupati e la contribuzione può proseguire oltre l’età pensionabile ma non vi può confluire il Tfr
La possibilità di una pensione integrativa la cui contribuzione può proseguire anche dopo l’età pensionistica consente a chi può di pianificare i flussi di reddito nel tempo.
Come dire, a partire dai 67 anni so di avere la mia pensione pubblica (e magari quella complementare di categoria) che integrerò continuando a fare qualche lavoro a tempo part-time, o consulenza, o lavoro a progetto, o una piccola attività imprenditoriale. Poi, quando entrerò nella fase che richiede più riposo ma anche più assistenza e spese mediche, diciamo dai 75 anni in poi, riscatterò il mio Pepp, sotto forma di rendita vitalizia o di capitale al 50% più rendita.
Il Pepp, naturalmente, è sono trattato fiscalmente come gli altri fondi pensione italiani: è quindi detraibile fino a un massimo annuo di 5.164,57 l’anno e i rendimenti sono tassati al 20%. Inoltre risponde alle stesse regole di anticipazione degli altri Fondi pensione.
Ai Pepp possono confluire, se il prodotto specifico lo consente, le stesse contribuzioni previdenziali datoriali, ma non possono accogliere il Tfr.
Il costo dei fondi pensione europei dipenderà dal fornitore, dalle caratteristiche del prodotto e dal tipo di opzione di investimento, ma tutti i gestori dovranno offrire un’opzione di investimento di default (denominata «PEPP di base») con costi e commissioni pari all’1% del capitale accumulato all’anno.
Il Pepp nasce come strumento di creazione di un reddito pensionistico integrativo, pertanto si tratta di un prodotto i cui vantaggi rientrano nella logica del lungo termine, come per tutti i fondi pensione, oltre che, nel caso specifico, dell’ampio spettro territoriale.
Naturalmente ogni fornitore di Pepp offre diversi piani di investimento, più o meno aggressivi – dove cioè i prodotti finanziari sottostanti nei quali il Pepp investe sono più o meno rischiosi e volatili – ma per legge europea ogni offerta Pepp deve contenere una soluzione a basso rischio.
In ogni modo le soluzioni Pepp devono rispondere a un rigido Regolamento emesso dalla Unione Europea, naturalmente improntato alle regole di trasparenza, prudenza e differenziazione dei portafogli che la Comunità mette al centro di tutte le sue politiche finanziarie.
Diversificazione, potenziale impatto sui fattori ESG, massima possibile garanzia di sicurezza, qualità, liquidità e redditività del portafoglio, prevalenza di investimenti sui mercati regolamentati e investimenti in attività non ammesse ai mercati regolamentati e in derivati da valutarsi secondo un principio di prudenza, sono alcuni dei principi guida di base ampiamente espressi nel Regolamento europeo
I soggetti autorizzati all’offerta dei Pepp sono ampiamente rappresentativi del mercato finanziario, dalle compagnie assicurative alle banche, dai fondi pensione professionali fino ad alcune società di investimento e gestori patrimoniali, ampliando di fatto il mercato di riferimento di molte di queste società che fino ad oggi lavoravano sul mercato domestico. Inoltre, nelle intenzioni della UE, la maggiore concorrenza dovrebbe ampliare la varietà dell’offerta per i clienti e, di conseguenza, la qualità.
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