L'evoluzione delle frodi alla terza età
Più si allunga la vita, più crescono i rischi che i nostri cari più anziani, ma ancora autonomi nelle proprie transazioni e commissioni, si trovino coinvolti in tentativi di truffa. Quelle che avvengono attraverso incursioni di imbroglioni in carne e ossa sono ormai note a tutti ma adesso arrivano anche nuove modalità attraverso telefoni e computer. E’ bene ricordare che non basta esserne al corrente, occorre sensibilizzare i membri della famiglia più esposti a dubitare di “eventi anomali”. Ovviamente serve un modo di dirlo che non tenda a far sentire l’anziano più fragile ma piuttosto faccia leva su una sua maggiore disponibilità alla empatia, all’aiuto, un atteggiamento comune alla maggior parte degli anziani verso i propri congiunti e che non ha connotazioni negative. Ricordiamo sempre che per vendere i dentifrici per alleviare il dolore dovuto alla retrocessione delle gengive sul colletto gengivale, li si è posizionati come prodotti per denti sensibili…
Le regole sono poche ma chiare. Prima di tutto, nessuno della famiglia ti manderà mai un emissario per richiedere il tuo aiuto. Neanche il nipote adolescente che potrebbe trovarsi a voler nascondere ai propri genitori uno stato di necessità. Parlate con i figli e i nipoti e fate in modo che siano loro a dire ai nonni che non richiederanno mai il loro aiuto per interposta persona.
Da un recente rapporto del Centro Studi Senior Italia Federanziani per la festa della donna risulta che il 92,8% delle donne aiuta figli e nipoti rappresentando, insieme con il lavoro di caregiving familiare che incarnano, un vero e proprio welfare alternativo. Ma un terzo di tutti gli over 65, uomini e donne, aiuta regolarmente figli e nipoti. L’eventualità quindi che qualcuno di loro venga avvicinato con richiesta di denaro per aiutare un figlio o un nipote in difficoltà, e magari in pericolo, facendo leva su una sensibilità particolare dei senior al bisogno dei propri cari è già un primo fattore di rischio.
Per non parlare di quanti anziani ritirano denaro contante al bancomat della propria banca e poco dopo vengono avvicinati da un ipotetico addetto con la scusa che la banca deve verificare i numeri di serie delle banconote per qualche disguido tecnico. Non è facile spiegare ai nostri anziani che nessun impiegato di banca, per quanto gentile e ben vestito, li fermerà mai per strada o busserà alla loro porta per verificare i numeri di serie delle banconote ritirate, ma occorre farlo.
Un altro tipico sistema di frode è fermare il signore anziano alla guida della propria auto presentandosi con uno specchietto in mano e spiegando che la sua auto ha urtato quella del truffatore di turno causandogli un danno. Arrivano persino a dare un colpetto alla carrozzeria del malcapitato di turno per avvalorare l’ipotesi di un urto. E’ successo qualche mese fa al padre di chi scrive e solo la sua prontezza nel negarsi a dirimere la questione con una cifra cash inferiore a quella verosimilmente dovuta dall’assicurazione ha evitato il peggio. Mio padre è un uomo diffidente. Molti altri anziani sono troppo comprensivi o pensano di evitare a se stessi o ai propri parenti fastidi maggiori risolvendo la questione direttamente.
Un aspetto che rende la questione ancora più cogente è l’aumentato accesso degli anziani ai servizi digitali e ai dispositivi elettronici dopo il lungo periodo di lock-down che li ha spinti a cercare una maggiore familiarità con la tecnologia per uscire dall’isolamento. Un fattore che ha accelerato l’avvicinamento dei senior a una gamma di servizi online prima inarrivabili, dalla spesa via computer fino al pagamento di bollette via app bancaria o telefonica. Anche in questo caso, occorre trovare un equilibrio tra incentivare la familiarità con le tecnologie, fatto di per sé assolutamente benvenuto – magari con una mano da parte nostra perché ciò avvenga gradualmente e con padronanza – e promuovere una sana diffidenza per le richieste che arrivano per mail o sms. Specie quando sembrano arrivare dalla propria banca, con la quale in genere le persone hanno un rapporto di fiducia. Nessuna banca chiederà mail via mail o via sms i codici di accesso ai conti online, e nemmeno se il numero di chiamata risulta essere proprio quello della banca; nessuna società di assicurazione contatterà mail via mail un parente dell’assicurato per modificare i dati o versare denaro. Meglio riservarsi di chiamare la propria banca o assicurazione e verificare che la richiesta ricevuta sia fondata.
Infine, nessuno offre denaro. Diffidare quindi anche di chi è pronto a versare del denaro in cambio di qualcos’altro. Questa è una cosa che succede spesso a chi gestisce un piccolo albergo o un agriturismo: ti pago il soggiorno e anche i servizi di trasporto per un gruppo di professori della tal università, poi tu mi restituisci la differenza… chi farebbe una cosa del genere se non avesse un obiettivo losco?
Può essere utile per proteggere le persone più esposte della nostra sfera affettiva scaricare una guida illustrata di ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, che dà molti consigli. La si può usare per parlarne in famiglia; intelligentemente nelle illustrazioni non vengono mostrati anziani ma persone di tutte le età:
Perché farsi fregare è cosa che può capitare a tutti!
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