Espressionismo tedesco: periodo, opere ed artisti famosi
L’Espressionismo è un movimento artistico d’avanguardia che, partito dalla Germania, si è diffuso in Europa nel primo ventennio del Novecento.
Il termine sarebbe stato coniato nel 1910 dallo storico dell’arte ceco Antonin Matejcek, per sottolineare la differenza dall’impressionismo. Se per gli impressionisti era importante rappresentare la percezione soggettiva della realtà, per gli espressionisti gli obbiettivi erano l’introspezione e l’esternazione dell’interiorità.
In Germania, nell’ambito dell’Espressionismo, si sono formati due gruppi principali: Die Brücke (Il Ponte) e Blaue Reiter (Cavaliere Azzurro).
Il gruppo Die Brücke
Era il 7 giugno 1905, quando a Dresda degli studenti, ispiratosi alla filosofia di Nietzsche, si riunirono in una libera associazione, chiamata Die Brücke (Il ponte). Il nome aveva un valore simbolico ed alludeva al passaggio da una società vecchia e corrotta ad una futura, in cui l’uomo, libero, avrebbe potuto affermare la “niciana” volontà di potenza.
Quei ragazzi erano accomunati da uno spirito anti-borghese, dalla condanna dell’autoritarismo nella famiglia e nella scuola, dal desiderio di rivolta contro le ingiustizie sociali, dal rifiuto della società industriale, responsabile di nuove forme di povertà e dello smarrimento dell’uomo. Contro una mentalità rivolta esclusivamente al profitto volevano recuperare i valori di una vita semplice e rispettosa dell’esigenze profonde dell’uomo.
Aspiravano, perciò, ad un rinnovamento sociale ed in arte alla libertà d’espressione.
Gli espressionisti tedeschi del gruppo Die Brücke si ispirarono alle opere di Van Gogh, Ensor e Munch ed allo stile primitivo delle culture africane che soppiantarono le forme classiche, armoniche ed eleganti.
La pittura non era più l’espressione della bellezza, ma un mezzo per guardare all’interno dell’animo umano, in cui l’artista trovava sempre l’angoscia ed il brutto.
Rappresentarono la rabbia, la sofferenza e le inquietudini tipicamente moderne e, per farlo, si servirono di colori forti e violenti e di linee di contorno decise ed accentuate. I temi, costituiti prevalentemente da scene di strada, immagini di prostitute, nudi, personaggi alienati dalla vita della città, contribuirono a sviluppare una pittura dai caratteri intensi ed aspri, caratterizzata da corpi deformati, volti mostruosi, immagini violente e drammatiche.
Gli artisti del gruppo Die Brücke privilegiarono come mezzo tecnico la xilografia, molto utilizzata nell’arte tedesca del quattrocento. Consisteva nell’incidere una tavola di legno con un oggetto appuntito. Venivano poi stesi i colori sulla superficie, che, premuta su un foglio lasciava il segno del disegno tracciato. Nelle xilografie espressioniste però le forme erano solo abbozzate. Gli artisti sfruttavano soprattutto l’effetto della durezza del materiale e le varie venature che ne scaturivano e si limitavano al contrasto tra pochi colori. I tratti risultavano, quindi, spigolosi e duri e richiamavano l’arte tribale africana.
Il gruppo Der Blaue Reiter
Nell’ambito dell’Espressionismo tedesco si formò a Monaco un altro gruppo di grande rilevanza, Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro), il cui nome derivava da un’opera di Kandinskij, che, insieme a Marc, fondò il gruppo nel 1911.
Visto che il blu simboleggia la capacità di andare oltre il terreno, simbolicamente il gruppo Der Blaue Reiter voleva alludere al passaggio dalla realtà fenomenica e visibile a quella immateriale. Il loro obbiettivo consisteva, infatti, proprio nella ricerca di forme e colori con cui esprimere la propria interiorità, in una prospettiva anti-naturalista ed anti-figurativa, che poi porterà all’astrattismo.
Il loro espressionismo si oppose non solo allo stile figurativo, sia pure distorto, degli artisti del gruppo Die Brücke, ma anche al monocromatismo della contemporanea avanguardia cubista, che si era concentrata soprattutto sulla rappresentazione della forma.
Il gruppo si sciolse nel 1914 sia per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, sia per una scissione che si era creata al suo interno.
Gli effetti dell’espressionismo, comunque, perdurarono in Germania anche successivamente, finché l’ascesa al potere di Hitler, nel 1933, decretò la fine del movimento, le cui opere, considerate “degenerate”, furono ritirate dai musei.
La ricerca dell’interiorità sarà ripresa dall’Espressionismo astratto, un movimento emerso negli Stati Uniti a metà del XX secolo, caratterizzato dall’astrattismo e dall’intensità dei colori.
Die Brücke e Der Blaue Reiter a confronto
I due gruppi, Die Brücke e Der Blaue Reiter, sono due facce dello stesso movimento. Gli artisti di entrambi i gruppi, vittime dell’alienazione dal mondo moderno, si ribellarono alle contraddizioni della realtà socio-culturale del momento ed in arte hanno proposto una forma anti-figurativa, come espressione della propria interiorità.
Ciò nonostante si sono differenziati nelle modalità di reazione alla società ed ai modelli artistici tradizionali e nei risultati raggiunti.
Innanzitutto gli esponenti di Der Blaue Reiter non affrontarono temi politici come gli artisti dell’altro gruppo. Quest’ultimi hanno manifestato il loro malessere psicologico con immagini inquietanti, con angosciante espressività e con un linguaggio violento e ribelle.
Gli artisti di Der Blaue Reiter, invece, partiti dalla convinzione che l’arte doveva ricercare la dimensione spirituale, non deformarono le immagini e, lungi dal voler esternare violentemente il disagio esistenziale, hanno preferito trascendere la realtà attraverso mezzi artistici astratti ed esprimendo la loro interiorità con composizioni più armoniose e dai colori vivaci.
Artisti ed opere famose dell’Espressionismo tedesco
Mentre nella seconda metà dell’800 fu la Francia a detenere il primato nella pittura, influenzando l’arte internazionale, all’inizio del ‘900 fu la Germania, prima con Dresda e poi con Monaco e Berlino, a diventare un polo di riferimento nel mondo della pittura. I suoi artisti hanno reso l’espressionismo una delle principali correnti artistiche del XX secolo.
Vediamo i pittori più rappresentativi, la loro ricerca stilistica e le loro opere più famose.
Ernst Ludwig Kirchner
Ernst Ludwig Kirchner (1880-1938) fu uno dei fondatori del gruppo Die Brücke. La sua pittura si contraddistingue non solo per l’uso di colori penetranti e contrastanti, ma anche per la pennellata violenta, fatta di linee appuntite, caotiche e concitate, espressione dei moti contrastanti del suo animo ribelle e sofferente.
I temi preferiti dall’artista, durante la sua permanenza a Dresda, furono i ritratti, i nudi, le scene di vita quotidiana. Quando alla fine del 1911 l’artista si trasferì a Berlino, cominciò a rappresentare la vita caotica e concitata della città.
Particolarmente significativa è una serie di opere, le cosiddette scene di strada (Straßenszenen), realizzate dal pittore tra il 1913 e il 1915. Per alcuni critici sono le rappresentazioni più belle di tutta la produzione di Kirchner.
Riprendono il tema, già affrontato da Munch, In Sera sul viale Karl Johan, dell’incomunicabilità e della perdita di individualità da parte dell’uomo, vittima dell’alienazione e dell’anonimato delle grandi città.
Come nel dipinto di Munch i volti, allungati, inespressivi, indifferenti, dai tratti spigolosi, sembrano delle maschere.
A livello esemplificativo ricordiamo uno dei dipinti più famosi dell’artista, Cinque donne per strada, del 1913.
Cinque donne per strada di Ludwig Kirchner, 1913, Museo Ludwig, Colonia
E’ raffigurato un gruppo di prostitute in una squallida via di Berlino. La luce giallognola dei lampioni a gas fa risaltare il colore nerastro dei lunghi abiti delle donne. I visi, dai tratti acuti e spigolosi, sono taglienti ed enigmatici: Le cinque donne sono vicine, eppure ognuna è isolata ed estranea all’altra, incapace di comunicare.
Wassily Kandinsky
Wassily Kandinsky (1866- 1944) era un artista russo naturalizzato tedesco, uno dei fondatori del gruppo Der Blaue Reiter.
Le sue opere sono caratterizzate dall’uso intenso dei colori e dalle forme astratte con cui rappresentava la sua interiorità.
Kandinskij dava al colore un grande valore psicologico, ritenendolo un mezzo per influenzare l’anima. Molto interessante è anche la sua filosofia dell’arte, che ha esposto in Lo Spirituale nell’Arte. Per Kandinskij l’armonia dell’opera d’arte, musica compresa, è in rapporto con l’armonia del cosmo. L’interiorità dell’artista, in modo inconscio, percepisce l’anima del mondo e la esprime sulle sue tele.
Dal 1909 in poi, Kandinsky ha suddiviso le sue opere maggiori in tre categorie: Impressioni, Improvvisazioni e Composizioni.
Analizziamo, a livello esemplificativo, Impressione III, una delle sue opere più famose.
Impressione III (concerto) di Vasilij Kandinskij , 1911, Galleria Civica nel Lenbachhaus di Monaco
Nel dipinto l’artista ha espresso la grande emozione che gli aveva suscitato il concerto di Schönberg. La macchia nera al centro rappresenta il pianoforte, alcune sagome fanno pensare ad altri musicisti (sulla sinistra) ed al pubblico (in basso) e l’ampia macchia gialla dovrebbe alludere ad una profonda emozione positiva. La composizione è resa da semplici macchie di colore puro, steso da lunghe e morbide pennellate.
Composizione VII è il più grande e forse il più bel quadro di Vasilij Kandinskij.
Con questo dipinto, formato da macchie che si sovrappongono e da linee parallele e da altre che si incrociano, Kandinsky sentiva di essere riuscito a trasmettere le sue emozioni, come i musicisti con la loro musica.
Franz Marc
Franz Marc (1880-1916), insieme a Vassilij Kandinskij. ha fondato, nel 1911, il gruppo Der blaue Reiter. Aveva una predilezione per i cavalli, perché li considerava simboli di purezza, ma anche li ammirava per le loro forme sinuose e per l’armonia dei loro movimenti.
I grandi cavalli azzurri del 1911 è indubbiamente uno dei suoi capolavori. Quasi tutto il quadro è occupato da tre grandi cavalli. Dai tre animali l’occhio si spinge verso l’orizzonte, dove delle linee curve creano delle colline che si stagliano contro un cielo rossastro. Le forme sono semplici ed arrotondate. Il colore prevalente, il blu, è innaturale. A Marc, però, non interessava la raffigurazione realistica, ma il valore simbolico ed evocativo del colore ed il blu aveva per lui una valenza spirituale.
August Macke
August Macke (1887-1914) è stato uno degli esponenti più importanti del gruppo Der Blaue Reiter. Nonostante la sua scomparsa, a soli 27 anni, durante la Prima Guerra Mondiale, la sua influenza sull’arte contemporanea è particolarmente importante.
L’uso audace del colore, la semplificazione delle forme, la preferenza per le scene urbane e di vita quotidiana, l’utilizzo dell’astrazione, come mezzo privilegiato per esprimere le sue emozioni, l’atmosfera gioiosa che trasmette nelle sue tele ed il suo ottimismo sono i tratti distintivi della sua pittura.
L’opera At the Garden Table, del 1914, una delle più famose, è un esempio notevole dello stile pittorico di August Macke.
Viene raffigurata una scena di vita quotidiana che riflette la gioia di vivere dell’artista. Una donna, elegantemente vestita, è seduta ad un tavolo rosso in un colorato giardino. I colori brillanti e vivaci, stesi con tocchi rapidi, sottolineano la varietà dei fiori e degli alberi ed il cielo azzurro contribuisce a rendere la scena particolarmente luminosa e serena.
Paul Klee
Componente del gruppo Der Blaue Reiter, Paul Klee (1879- 1940) è tra gli espressionisti più conosciuti a livello internazionale. Come Kandinskij era convinto che l’artista, essendo in grado di comunicare con la natura attraverso la sua interiorità e trasmettendo sulla tela ciò che gli proveniva dal profondo, partecipava all’opera creativa del cosmo.
A differenza di Kandinskij, però, che credeva nell’opposizione dello spirito alla materia ed in una realtà trascendente contro quell’empirica, per Klee non c’era una linea di demarcazione tra l’artista e il mondo fenomenico. Di conseguenza rifiutò l’astrazione assoluta, inserendo nelle sue opere anche raffigurazioni reali.
Ne è un esempio una delle sue tele più famose Villa R, del 1919, in cui si intuiscono le case, la strada ed i monti, che vengono raffigurati attraverso lo sguardo di un bambino.
Un altro dipinto famoso è Senecio del 1922, in cui delle forme geometriche piane rimandano ad una figura umana. Il cerchio del viso occupa quasi interamente la superficie del dipinto. I colori sono caldi e trasparenti, quelli più scuri sono usati per le pupille e parte del collo, mentre lo sfondo ocra è di una tonalità più spenta.
Non possiamo non ricordare anche Strada principale e strade secondarie del 1929. Al centro del quadro è stato dipinta una fascia verticale che sale verso l’alto. La parte rimanente è suddivisa in rettangoli, posti in orizzontale e in verticale, dai colori caldi. La tecnica è quella della progressione cardinale, cioè le linee orizzontali si dividono, quando una di esse entra in contatto con le linee verticali o quelle oblique.
Altre opere famose sono Macchina per Cinguettare del 1922, Ad Parnassum del 1932, Rivoluzione del viadotto del 1937 e Porto Fiorente del 1938.
Molte opere di Klee sono state considerate infantili, sia per le forme semplificate, sia perché spesso ha adottato il punto di vista di un bambino, come abbiamo già visto. Questa scelta però aveva un significato ontologico, in quanto l’artista voleva cogliere l’immediatezza, l’immaginazione e la purezza, tipiche dell’infanzia.
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