Cuore: il rischio è maggiore per le donne
Purtroppo oggi c’è ancora poca conoscenza e consapevolezza del rischio cardiovascolare per le donne non soltanto da parte delle donne stesse, ma anche da parte dei medici. “ La malattia cardiovascolare nelle donne rimane, infatti, poco studiata, poco riconosciuta, sotto-diagnosticata e sotto-trattata”. Non è un’ impressione, ma è una notizia riportata da una delle più importanti riviste mediche internazionali, The Lancet, in un articolo del giugno 2021, dal titolo La commissione per le donne e le malattie cardiovascolari di Lancet: ridurre l’onere globale entro il 2030.
Cambiamenti cardiovascolari dopo la menopausa
Fino alla menopausa le donne hanno un rischio minore degli uomini di contrarre malattie cardiovascolari, grazie alla protezione degli estrogeni. Dopo i 50 anni, però, proprio a causa della carenza di questi ormoni, anche per le donne cresce l’incidenza delle malattie cardiovascolari.
Dai dati raccolti in quasi due anni di attività dal “Monzino Women”, il primo centro italiano dedicato al cuore delle donne (presso l’ospedale Cardiologico Monzino di Milano) è emerso addirittura che dopo i 50 anni il rischio è maggiore per le donne. Inoltre, secondo i dati della Società Italiana per la prevenzione cardiovascolare (Siprec), il cuore delle donne ha una prognosi peggiore al momento della diagnosi.
Con la menopausa l’organismo femminile infatti va incontro ad una serie di cambiamenti che lo accompagnano per il resto della vita. In questo periodo è possibile che si riduca il colesterolo “buono”, aumenti quello “cattivo” ed insorga l’ ipertensione arteriosa, anche se prima i valori erano sempre stati normali; alcune donne tendono ad ingrassare e spesso aumentano anche i valori glicemici.
Malattie cardiovascolari, prima causa di morte per le donne
Oggi si pensa ancora che le malattie cardiovascolari riguardino soprattutto gli uomini, ma i dati smentiscono questa convinzione: la mortalità in Europa per eventi cardiovascolari acuti, sia in termini assoluti che percentuali, è infatti maggiore nelle donne rispetto agli uomini. Dai dati diffusi dalla Fondazione Cardiologica Angelo De Gasperis dell’Ospedale di Niguarda emerge infatti che, in Italia, ogni anno muoiono mediamente, per eventi cardiovascolari acuti, 96 mila uomini e 124 mila donne.
Le malattie cardiovascolari sono diventate addirittura la prima causa di morte nella popolazione femminile, superando di gran lunga tutte le forme di neoplasie, compreso il tumore al seno.
E’ necessaria una medicina di genere
Purtroppo la medicina è sempre stata a misura d’uomo. Attualmente molti dei farmaci più usati hanno effetti collaterali sulle donne, proprio perché gli studi, che ne stanno alla base, sono stati condotti prevalentemente sulla popolazione maschile. Le donne e gli uomini invece sono diversi per i fattori di rischio, per il decorso delle malattie e per la risposta alle terapie.
Per prevenire il rischio delle patologie cardiovascolari e per avviare un approccio personalizzato alle cure, si impone, perciò, l’esigenza di applicare anche alla medicina, ed in particolare alla cardiologia, l’ottica di genere che possa individuare le differenze nella progressione e nella cura di queste patologie comuni a uomini e donne.
I fattori di rischio per le malattie cardiovascolari ed i sintomi dell’infarto nelle donne
Negli ultimi anni diversi studi hanno dimostrato che non solo i classici fattori di rischio per le malattie cardiovascolari (come, per esempio, l’ aumento della pressione arteriosa, l’ incremento del colesterolo totale e di quello “cattivo”, cioè LDL , la diminuzione di quello “buono”, HDL, ed il peggioramento del metabolismo degli zuccheri) hanno effetti diversi nei due sessi, ma ci sono anche fattori di rischio solo femminili che derivano da malattie ginecologiche, immunologiche o endocrinologiche. A differenza degli uomini, nelle donne anche i disturbi psicologici, come, per esempio, uno stato di forte stress prolungato, possono causare un infarto del miocardio.
Anche i sintomi dell’ infarto del miocardio sono diversi fra i due sessi. Quelli tipici dell’uomo, come il classico dolore oppressivo in centro al petto, che generalmente si irradia al braccio sinistro ed alla mandibola, è meno frequente nelle donne. Invece in quest’ultime sono più comuni dolore alla schiena, sudori freddi, capogiri, nausea, vomito, sensazione di stanchezza o fiato corto anche a riposo.
Cosa fare allora? Mai sottovalutare i sintomi e mai aspettare! Nel dubbio è preferibile correre al primo Pronto Soccorso oppure chiamare il 118. E’ meglio precipitarsi per niente, piuttosto che arrivare troppo tardi!
Le donne trascurano i sintomi dell’infarto
Benché sia emerso dalle ultime evidenze che le donne hanno un rischio più elevato di sviluppare patologie cardiache, come l’ infarto miocardico, il mondo femminile non ne conosce i sintomi o li sottovaluta, sia perché noi donne non pensiamo al cuore, credendo di essere più protette degli uomini, sia perché in generale siamo più abituate a sopportare gli acciacchi. Per questo motivo le donne arrivano al Pronto soccorso molto più tardi degli uomini, perdendo così tempo prezioso, che invece potrebbe ridurre i danni o addirittura salvare la vita. Inoltre il quadro clinico poco definito e l’assenza del classici sintomi noti può, poi, comportare un ulteriore ritardo sia nella diagnosi che nel trattamento terapeutico.
L’importanza della prevenzione anche per la donna
Nonostante che le malattie cardiovascolari siano più subdole e gravi nelle donne rispetto all’uomo, la percezione di quest’ultime nei confronti dei pericoli causati da queste patologie, come si è detto, è molto bassa. Lo dimostra il fatto che la maggior parte di noi donne si sottopone a vari screening oncologici, ma non attuiamo la prevenzione cardiologica, per esempio usando dei semplici accorgimenti, come la misurazione della pressione arteriosa o effettuando gli esami ematici della glicemia e del quadro lipidico.
Dovremmo, inoltre, avere la consapevolezza che i principali fattori di rischio (familiarità, fumo, ipertensione arteriosa, ipercolesterolemia, diabete, sovrappeso, sedentarietà) impattano più su di noi che sugli uomini. Per esempio, come ci informa la Fondazione Veronesi, “le donne diabetiche hanno un rischio di sviluppare una malattia coronarica maggiore del 44 per cento rispetto agli uomini”. Le donne che fumano, poi, sono esposte 5 volte di più al rischio di infarto miocardico rispetto agli uomini.
E’ fondamentale, perciò, diffondere una nuova cultura della salute per le donne, perché solo la consapevolezza del rischio permette loro di mettere in atto adeguate misure di prevenzione.
Se esistono delle cause immodificabili (sesso, predisposizione genetica, familiarità), ci sono però altri fattori di rischio su cui si può e si deve intervenire. Per questo motivo le donne hanno la responsabilità di fare scelte corrette, modificando anche i comportamenti dannosi.
Secondo le linee guida della comunità scientifica è importante
- controllare regolarmente la pressione arteriosa
- mantenere normali i livelli della glicemia e del colesterolo
- adottare la dieta mediterranea
- limitare il consumo di grassi saturi (come burro, panna, insaccati …), a favore di quelli insaturi (olio extravergine di oliva)
- ridurre il sale e gli zuccheri
- preferire modalità di cottura semplici e salutari, come la cottura al vapore o al forno
- fare regolare attività fisica, coerentemente con l’età e la propria condizione fisica
- contrastare l’obesità ed il grasso addominale che aumenta durante la menopausa e che si associa ad un rischio statisticamente più elevato di malattie cardiache
- mantenere, quindi, la circonferenza della vita ad un valore che per la donna si aggira intorno agli 80 cm. ( mentre valori superiori ad 88 cm. sono correlati ad un alto rischio di patologie cardio- metaboliche).
E’ fondamentale, perciò, che tutte le donne siano sensibilizzate sui propri fattori di rischio, sulle differenze da quelli maschili e sul fatto che vengono sottovalutati i primi segnali di malattia.
Per questo motivo vogliamo dare un utile consiglio: è meglio rivolgersi ai centri cardiologici specifici per le donne. Fortunatamente presso vari ospedali italiani sono stati avviati ambulatori cardiologici per le donne, dove si effettuano visite ed esami proprio per la prevenzione delle patologie cardiovascolari femminili.
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