Differenza tra malattia di Alzheimer e demenza senile
La malattia di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa molto debilitante per chi ne è affetto, perché espone alla perdita di memoria. Ciò determina lo smarrimento della coscienza di sé e quindi l’incapacità d’interagire con gli altri e con i propri cari. Viene meno la propria identità all’interno di una comunità sociale, perché non ci si riconosce e non si riconoscono più gli altri.
La malattia di Alzheimer colpisce in media in Italia il 5% delle persone sopra i 60 anni con una stima di circa 500mila pazienti.
Alzheimer: come ha scoperto la malattia e le caratteristiche che la identificano
Ciò che accade nel cervello è stato scoperto nel 1906 dal neurologo Alois Alzheimer dopo aver studiato post mortem il cervello di una paziente che aveva perso la memoria.
Alzheimer ha identificato dei “grovigli” di proteine che si accumulavano fuori dalle cellule (placche amiloidi) e degli ammassi di fibrille (ammassi neurofibrillari) all’interno delle cellule neuronali. La formazione di tali grovigli è dovuta alla perdita di alcune modificazioni del DNA (dette epigenetiche) che determinerebbe l’aumento dei geni che favoriscono la produzione delle placche amiloidi o placche senili, che sono accumuli patologici di proteine nel tessuto cerebrale.
Tuttavia agli scienziati non è ancora chiaro se l’accumulo di tali proteine di due tipi, beta-amiloide, e la tau, che forma i grovigli neuro-fibrillari, sia una delle cause o piuttosto l’effetto della malattia di Alzheimer. Per molti ricercatori è chiaro che l’azione di tali sostanze di scarto sia all’origine della perdita di cellule nervose e quindi del conseguente declino delle funzioni cognitive tipiche dell’Alzheimer.
Va però anche precisato che non in tutti i pazienti la presenza di queste strutture proteiche è associata ai sintomi della demenza.
Il decorso e i sintomi dell’Alzheimer
Della malattia di Alzheimer a oggi non si conoscono ancora le cause. Nei pazienti si osserva una perdita di cellule nervose nelle aree cerebrali vitali per la memoria e per altre funzioni cognitive. In più, si riscontra un basso livello di quelle sostanze chimiche, come l’acetilcolina, che lavorano come neurotrasmettitori e quindi coinvolte nella comunicazione tra le cellule nervose.
La malattia ha un decorso lento e, chi ne è affetto, può vivere in media dagli 8 ai 10 anni dopo diagnosi. L’Alzheimer si manifesta all’inizio con lievi problemi di memoria fino a concludersi con gravi danni ai tessuti cerebrali. Con il progredire della malattia i deficit cognitivi si acuiscono, con gravi conseguenze sul paziente che, tra le varie cose che gli accadono, può riproporre le stesse domande più e più volte o perdersi in luoghi a lui noti.
Che cosa è la demenza e come distinguerla dall’Alzheimer
Ma che cos’è, invece, la demenza? E come possiamo distinguerla dalla malattia di Alzheimer?
Innanzitutto è importante dire che il termine demenza senile è un termine desueto. In passato con demenza senile si identificavano i differenti tipi di patologie caratterizzate dalla perdita delle funzioni mentali e di autonomia nelle persone anziane.
Oggi si preferisce non parlare più di demenza senile quanto piuttosto di differenti forme di demenza che vengono inquadrate in base ai diversi tipi eziopatogenetici (ovvero alla base delle cause di una malattia) che consentono di mettere a punto strategie terapeutiche più mirate.
Inoltre, va posta attenzione sull’aggettivo “senile”, che potrebbe indurre a credere che si tratti di un disturbo conseguente all’età che avanza. Questo è vero solo a metà perché, sebbene la maggior parte dei casi riguardino persone di una certa età (si sa che l’età è uno dei principali fattori di rischio), lo sviluppo di demenza non è considerabile come un processo naturale né fisiologico.
La forma più comune di demenza è appunto rappresentata dall’Alzheimer (circa il 60% dei casi) a cui segue la demenza che si origina per cause vascolari. Accade però spesso che l’anziano sia colpito da forme di demenza miste, motivo per cui la diagnosi risulta ancor più complessa.
Come viene definita la demenza
La demenza è una sindrome caratterizzata dall’insorgenza di deficit cognitivi multipli che si manifestano con:
- deficit di memoria: compromessa capacità di apprendere nuove informazioni e anche di ricordare le vecchie;
- alterazioni cognitive (del linguaggio, delle funzioni esecutive, delle funzioni motorie, della capacità di astrazione).
Una delle cose più difficili in questo campo è riuscire a distinguere una demenza dal fisiologico invecchiamento cerebrale. Questo perché, con l’avanzare degli anni, si assiste normalmente a una fisiologica riduzione della riserva funzionale cerebrale (MCI, mild cognitive impairment).
Si tratta di un declino cognitivo lieve in cui la persona interessata è consapevole di sviluppare un deficit di memoria pur conservando funzioni cognitive normali ed essendo ancora del tutto autosufficiente.
Quindi, per essere chiari, l’invecchiamento cerebrale è normale se non porta a problemi di autosufficienza, in caso contrario si parla invece di demenza.
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