Il diabete nell’anziano: cause e conseguenze
Per la sua aumentata diffusione il diabete è considerato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità una sfida per il benessere degli individui ed anche una priorità per la sostenibilità dei sistemi sanitari.
È stato fissato il 14 novembre come la Giornata mondiale del diabete, proprio per informare dell’impatto di questa malattia sulla qualità della vita e delle conseguenze anche gravi che può provocare. E’ un grande problema che, se non viene efficacemente contrastato, è destinato a crescere negli anni, visto che la prevalenza di questa malattia aumenta con l’età e che oggi la speranza di vita è in continuo aumento.
Cos’è il diabete?
Il diabete è una malattia causata da un elevato livello di zuccheri (glucosio) nel sangue (iperglicemia). Ce ne sono due tipi principali: il diabete di tipo 1 ed il diabete di tipo 2. Si tratta di due malattie distinte per le loro cause, l’età di insorgenza, i sintomi, le cure e la possibilità di prevenzione.
La prima è una patologia cronica, autoimmune, in quanto gli auto-anticorpi attaccano le cellule del pancreas che producono insulina (cellule beta), riconoscendole come estranee e non come appartenenti all’organismo. Questo tipo 1, che rappresenta circa il 10% dei casi di diabete, insorge, di solito, in età giovanile e si può trattare solo con l’insulina.
Il diabete di tipo 2, invece, è una malattia in cui l’iperglicemia può essere causata da una bassa produzione di insulina (l’ormone, prodotto dal pancreas, che regola gli zuccheri nel sangue) o da una resistenza all’azione dell’insulina. Rispetto al diabete di tipo 1 è molto più diffuso, colpisce più frequentemente gli adulti e soprattutto gli anziani ed è causato da fattori genetici, ma anche da stili di vita scorretti. Di conseguenza se nel diabete di tipo 1 la prevenzione consiste nella diagnosi precoce, in quello di tipo 2 si identifica con la promozione di stili di vita più sani e corretti.
Il diabete è una patologia seria che non deve essere trascurata. Da quanto si legge su Epicentro (il portale di epidemiologia dell’Istituto Superiore di Sanità) le sue complicazioni, infatti, possono condizionare anche gravemente altri organi, tra cui gli occhi, i reni, il cuore, i vasi sanguigni (aumentando anche il rischio di infarto ed ictus), i nervi periferici con danni agli arti (nei casi più gravi si arriva persino alla loro amputazione). In particolare “il rischio di malattie cardiovascolari è da 2 a 4 volte più alto nelle persone con diabete rispetto al resto della popolazione causando oltre il 50% delle morti per diabete”.
Il diabete nel paziente avanti con gli anni
Il diabete di tipo 2 è una patologia che riguarda oltre il 25% degli individui con più di 60 anni. L’allungamento medio della vita si accompagna quindi con l’aumento di questa patologia. Considerato il progressivo incremento del tasso di invecchiamento della popolazione, è perciò inevitabile che aumenti anche il numero dei malati di diabete.
Il diabete di tipo 2 sta diventando negli anziani una delle maggiori cause di altre patologie e persino di mortalità. Questa malattia, infatti, accelera il processo di invecchiamento e contribuisce in modo significativo al peggioramento del declino funzionale ed a quello cognitivo. Da molti studi, inoltre, emerge che l’anziano diabetico ha un maggior rischio di incorrere in vari tipi di disabilità. La diminuzione delle riserve biologiche e funzionali dell’organismo può, infatti, provocare l’aumento del rischio dei classici problemi della persona avanti con gli anni, come le cadute, i traumi, il dolore cronico ricorrente.
Nelle persone anziane, peraltro, non è facile gestire il diabete per la frequente presenza di altre malattie che possono interferire con l’evoluzione e la cura di questa patologia.
Le cause dell’iperglicemia nell’anziano
Con il progredire dell’età si verifica una riduzione della massa magra ed un aumento del tessuto adiposo. Questo cambiamento può comportare un’ alterata omeostasi glicemica cioè quel processo con cui il nostro organismo regola i livelli di glucosio nel sangue.
Spesso, inoltre, l’avanzare dell’età comporta una notevole riduzione dell’attività fisica soprattutto per la maggior tendenza alla sedentarietà. Dal punto di vista della fisiopatologia proprio con l’età si verifica una progressiva riduzione della secrezione insulinica con un contemporaneo incremento del livello di insulino-resistenza. Sono proprio questi i due fattori che, come abbiamo detto, generano l’insorgenza del diabete di tipo 2.
Bisogna sensibilizzare sulle conseguenze del diabete negli over 60
I medici e gli studiosi stimano che ci possa essere un elevato numero di persone che hanno il diabete di tipo 2, ma che non sanno di averlo (dal 30% al 50% circa ). Tra l’altro la maggioranza di esse appartiene proprio alla fascia d’età over 60, cioè quando la malattia diventa più pericolosa.
Per questo motivo è importante parlarne per sensibilizzare tutti, ma soprattutto gli over 60, sulla necessità di sottoporsi periodicamente ad un banale prelievo di sangue, per verificare il livello di glucosio. Un’ attenzione così piccola infatti può scongiurare o prevenire gravi conseguenze.
Per misurare la glicemia, tra l’altro, esistono in commercio i glucometri, cioè dei piccoli apparecchi che danno la possibilità di auto-monitorare a casa propria il tasso di glucosio nel sangue. Costano poco, sono attendibili ed hanno il vantaggio di evitare soprattutto alle persone anziane di uscire per effettuare il prelievo.
Un altro problema rilevante è dato dal fatto che soprattutto negli anziani la malattia può essere asintomatica fino all’insorgenza delle complicanze. Non sempre e non in tutti infatti sono presenti i suoi sintomi specifici, come l’astenia (gli zuccheri, non venendo sintetizzati per la scarsità di insulina nel sangue, apportano meno energia al cervello ed ai muscoli) oppure come l’ aumento della frequenza con cui bisogna urinare ed il conseguente incremento dello stimolo della sete.
Il fatto che si possano avere valori glicemici elevati senza presentare altre manifestazioni è, quindi, un ulteriore motivo che dovrebbe indurre soprattutto le persone anziane ad un controllo periodico del glucosio.
Come prevenire la malattia
La diffusione del diabete ci spinge a migliorare le nostre conoscenze a riguardo e ci impone un’ attenzione maggiore nei confronti della prevenzione sia primaria, cioè prima dell’insorgenza della malattia, sia secondaria, ovvero alle prime avvisaglie dei sintomi.
Se non consideriamo che la causa principale dell’insorgenza del diabete di tipo 2 è per lo più attribuibile ad uno stile di vita troppo sedentario e ad una alimentazione troppo ricca di zuccheri, rischiamo che nel giro di poco tempo questa malattia diventi un grosso problema sanitario e socio – economico per il suo impatto sul sistema.
Anche se dal punto di vista farmacologico oggi abbiamo dei trattamenti molto efficaci per contrastare il diabete, l’arma vincente rimane pur sempre uno stile di vita sano. E’ infatti l’unico rimedio che può far ridurre l’assunzione stessa di medicine o non farle prendere per niente.
Innanzitutto è, perciò, opportuno evitare o limitare la vita sedentaria. Alcuni studi hanno infatti dimostrato che persino una semplice passeggiata, purché diventi un’abitudine giornaliera, può ridurre l’incidenza del diabete anche del 33%.
L’attività fisica da sola, però, non è sufficiente se non è accompagnata da una dieta, soprattutto priva di zuccheri, di carboidrati raffinati e con pochi grassi. Non dobbiamo dimenticare che con l’avanzare dell’età il fabbisogno calorico giornaliero tende a diminuire, mentre aumenta quello delle vitamine, in particolare le B, C, D e K, e tra i minerali il bisogno del ferro, del calcio e del fluoro.
Soprattutto se in età avanzata si assumono dei farmaci anti – diabetici, è ancor più importante un monitoraggio periodico della glicemia, per evitare di cadere nell’estremo opposto all’iperglicemia, cioè nell’ipoglicemia (una glicemia con valori inferiori a 70 mg/dl). Se la prima è molto pericolosa, è bene sapere che proprio nell’anziano le conseguenze dell’ipoglicemia sono ancora più gravi. Possono causare, infatti, complicazioni di tipo cardiovascolare, cadute, traumi, fino ad arrivare alla perdita di coscienza, al coma e persino alla morte.
E’, perciò, fondamentale, soprattutto per il paziente anziano, seguire alcune regole:
- controllare e curare l’iperglicemia, ma stare attenti a non incorrere nell’ipoglicemia
- mantenere la pressione arteriosa nei valori normali
- bere acqua invece di altre bevande
- concordare con il medico la dieta migliore, se si è obesi o in sovrappeso (l’eccesso di grasso soprattutto sulla pancia e intorno agli organi addominali, come il fegato, causa infatti la resistenza all’insulina, aumentando notevolmente il rischio di diabete).
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