Di nuovo la forma di mela
Care Sciure, care le mie Sciure
le temperature ferragostane sono, finalmente, un lontano ricordo e il Natale si avvicina. Ecco perché dobbiamo sapere bene cose scegliere per regalarci o farci regalare delle cose belle, a tratti bellissime, ma soprattutto che ci stiano bene fin da subito.
Ancora la forma a mela
Sul tema acquisti natalizi intelligenti dedicherò un capitolo prossimamente, nel frattempo non mi sono dimenticato delle mie amiche MELE.
Abbiamo stabilito con grande clamore che avete delle gambe pazzesche, ma la questione è rimasta in sospeso dalla vita in su.
La mela per definizione ha una struttura tondeggiante con il volume concentrato sulla parte alta, il che ci impone di fare subito l’appello:
addome prominente?
maniglie dell’amore?
seno generoso?
collo importante e\ o doppio mento?
Non tutti questi simpatici amici partecipano alla festa contemporaneamente, ma raramente si presentano da soli.
Il seno è probabilmente il punto più delicato da vestire, perché può essere più o meno generoso in se, ma soprattutto va messo a confronto con il volume dell’addome.
Se il seno è generoso e l’addome NON particolarmente prominente, via con una camicetta da portare sblusata fuori dai pantaloni, con un sapiente gioco di abbottonature.
Ricordate che la regola per tutti gli abbottonati è partire dalla misura del seno, perché è lì che il tessuto non deve mai tirare il bottone. E quando dico mai intendo MAI. Non vale guardarsi in piedi tenendo la schiena dritta se sappiamo che ci aspetta una cena seduti. Il bottone deve vestire bene SEMPRE.
Se il seno è meno voluminoso dell’addome NIENTE camicetta. Una bella tunichetta in jersey, che arrivi al giro del fianco sovrapponendosi alla cintura, anche con dei giochi di asimmetria, farà il suo mestiere senza sottolineare pance pancette e affini.
Se non vi piace in tinta unita mi raccomando che la stampa abbia elementi di piccola dimensione: ingannano meglio l’occhio.
Il ritorno dei pois
I POIS per esempio sono un classico e una garanzia. Oppure le righe verticali, alla faccia del porto di Marsiglia. Tanto mica andate a scaricare casse di pesce.
Le maniglie dell’amore così come gli addomi prominenti vanno semplicemente accarezzati con il tessuto. Ogni tentativo di comprimerle o contenerle risulterà nell’infingardo effetto SALAMA DA SUGO.
N.C.S. (non ci siamo)
Ergo: tessuti fluidi, tagli a trapezio.
E il collo dove lo lasciamo?
Un punto interessante invece è la trattazione del collo importante o con doppio mento. Il principio è quello di conferire una certa leggerezza ottica, scegliendo colli senza montante (alla coreana, a madonna o barchetta) e possibilmente creare – laddove il taglio del capo non lo prevedesse già di suo – una punta verso il basso, come una V anche solo accennata. Esempio: prendete un collo a barchetta e con il ditino indice assestate con delicata fermezza e ferma delicatezza due colpetti verso il basso, in corrispondenza dello sterno. Questo farà sembrare i volumi più allungati e verticaleggianti, dando una sensazione di maggiore slancio. In quest’area geografica una buona mano può darcela il make-up: con un pennello ampio e soffice (che avrete pucciato nella terra in polvere come fosse una brioche nel cappuccino alle 7 di mattina) potrete scurire leggermente la parte del sottomento e quella laterale del collo.
ATTENZIONE però al rischio di trasferire il colore del trucco sul tessuto del capo scelto… Per non sbagliare evitate il bianco.
Alla prossima
Il vostro Matteo Osso
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