Di cosa si parla quando si parla di Intelligenza Artificiale?
TEMPO DI LETTURA 5 MINUTIL’Intelligenza artificiale è una tecnologia versatile e potente. Comprendere questo significa capire quali opportunità e quali rischi ci presenta e che questi dipenderanno dai valori e dal modo in cui l’avremo progettata.
L’Intelligenza Artificiale (IA) sta diventando una tecnologia importante in tutti i settori, con un impatto sempre più grande sulla nostra vita privata, sociale e politica. La IA è un ecosistema di modelli e tecnologie per la percezione, il ragionamento, l’interazione e l’apprendimento. Il ritorno dell’IA alla ribalta è legato principalmente all’apprendimento dai dati, il Machine Learning, che ha fatto un salto in avanti con l’emergere dei Big Data.
I tre elementi dell’Intelligenza Artificiale
Il mix è triplice: i dati raggiungono la massa critica di esempi da cui imparare, gli algoritmi scoprono modelli predittivi nascosti nei dati, le architetture ad alte prestazioni riescono a fornire le risorse di calcolo e di storage necessarie. Sulla base di questo, la IA è riuscita recentemente ad affrontare con successo sfide rimaste aperte da molto tempo, come la comprensione dei testi e del parlato, il riconoscimento del contenuto di immagini e video e altri compiti che si ritiene richiedano intelligenza. Circa dieci anni fa, si è notato che alcuni modelli di apprendimento noti da tempo, fino ad allora inefficaci per questi compiti, se addestrati su molti dati di esempio fanno un salto di qualità e imparano, dai pixel delle immagini e dalle parole dei testi forniti come esempi, i “concetti” per riconoscere e classificare accuratamente nuove immagini e nuovi testi.
Vantaggi & svantaggi
L’attuale fase di sviluppo dell’IA mostra punti di forza e di debolezza. Da un lato, appunto, la capacità di apprendimento, che sta portando straordinari progressi nella visione robotica e nella guida autonoma, nella traduzione automatica dei testi e del parlato, nella diagnosi medica, e molto altro ancora. Dall’altro lato, il divario con gli altri aspetti dell’IA sta crescendo, in particolare, con il ragionamento e l’interazione persona-macchina, centrali per lo sviluppo di un’IA umana, etica e antropocentrica, che è il fulcro dell’approccio europeo. L’opacità e la natura di “scatole nere” dei modelli di IA sta crescendo, insieme al rischio di creare sistemi esposti a “bias” nei dati di apprendimento, sistemi di cui anche gli esperti non riescono a comprendere il funzionamento. Mancano strumenti che permettano agli sviluppatori di IA di certificare l’affidabilità dei loro modelli. È fondamentale iniettare nelle tecnologie di IA valori etici di giustizia (ad esempio, come evitare decisioni ingiuste e discriminatorie), accuratezza (come fornire informazioni affidabili), riservatezza (come proteggere la privacy delle persone coinvolte) e trasparenza (come rendere i modelli e le decisioni comprensibili a tutti gli interessati). Questo approccio progettuale sensibile ai valori, ancora da rendere pienamente operativo, è necessario per ottenere un design, un uso e una governance responsabile dell’IA.
La dimensione sociale dell’IA
Inoltre, con l’emergere di sistemi “socio-tecnici” sempre più complessi, costituiti da molte persone e da sistemi intelligenti e autonomi che interagiscono, l’IA acquisisce un’importante dimensione sociale. Un’osservazione chiave è che una folla di individui intelligenti (assistita da strumenti di IA) non è necessariamente una folla intelligente. Al contrario, può essere stupida in molti casi, a causa di effetti di rete indesiderati e di comportamenti emergenti. Gli esempi abbondano nella società contemporanea. Ad esempio, l’utilizzo di navigatori sulle nostre auto che ci suggeriscono come evitare un ingorgo può causare ingorghi ancor peggiori nei percorsi alternativi. Nella diffusione delle opinioni, una folla di cittadini che utilizza i social media come fonte di informazione è soggetta alla distorsione algoritmica dei meccanismi di raccomandazione della piattaforma che suggeriscono contenuti personalizzati. Questa distorsione potrà creare artificialmente “camere dell’eco” e bolle informative.
Effetti collaterali
Le raccomandazioni fornite dai sistemi di intelligenza artificiale hanno in genere senso a livello individuale, ma possono provocare effetti collettivi indesiderati di disinformazione e di radicalizzazione. Il flusso di informazioni che ci arriva attraverso le piattaforme online di social media e e-commerce è ottimizzato non dal contenuto informativo o dalla qualità del prodotto, ma dalla suo popolarità e dalla vicinanza ai gusti dell’utente. Questo approccio è molto efficace per massimizzare l’utilizzo della piattaforma. Gli algoritmi di raccomandazione suggeriscono gli interlocutori, i prodotti e i contenuti a cui veniamo esposti, in base ai profili corrispondenti, promuovendo le scelte più popolari per persone simili a noi. Di conseguenza, osserviamo la comparsa del fenomeno “rich get richer”, un proverbio anglosassone che corrisponde al nostro “piove sul bagnato”: gli utenti, i contenuti e i prodotti popolari diventano sempre più popolari. Il successo viene auto-alimentato dai meccanismi di raccomandazione, imparati dai dati con la IA. Nei mercati online, poche aziende ottengono la quota maggiore del mercato, mentre tutte le altre devono condividere il poco che resta. Nei social media, alcuni utenti o contenuti popolari raccolgono tutta l’attenzione, diventando gli hub del social network. Come conseguenza degli effetti di rete, l’emergere di disuguaglianze estreme e di hub monopolistici è amplificato artificialmente dai meccanismi di raccomandazione per i mercati online, i motori di ricerca e i social network, mentre la diversità delle offerte e la capacità di accesso ai mercati sono compromesse.
L’impatto dell’IA dipende da noi
C’è un ampio consenso sul fatto che l’IA porterà cambiamenti che saranno molto più profondi di qualsiasi altra rivoluzione tecnologica nella storia dell’umanità. A seconda del corso che questa rivoluzione prenderà, l’IA potenzierà la nostra capacità di fare scelte più informate e consapevoli, oppure ridurrà l’autonomia umana; espanderà le nostre esperienze oppure le sostituirà; creerà nuove forme di attività umana oppure renderà superflui i posti di lavoro esistenti; contribuirà a distribuire il benessere per molti oppure aumenterà la concentrazione del potere e della ricchezza nelle mani di pochi; espanderà la democrazia nelle nostre società oppure la metterà in pericolo.
La nostra generazione ha la responsabilità di plasmare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale. Le scelte che dobbiamo affrontare oggi sono legate a questioni etiche fondamentali sull’impatto dell’IA sulla società, in particolare su come influisce sul lavoro, sulle interazioni sociali, sull’assistenza sanitaria, sulla privacy, sulla giustizia, sulla sicurezza e sui mercati. Gli attuali progressi tecnologici e gli sviluppi dell’IA che possono verificarsi nel prossimo futuro, se guidati mettendo al centro la persona umana, potrebbero rappresentare un importante fattore di trasformazione e di progresso sociale. Potrebbero darci la capacità di affrontare le sfide aperte che l’umanità ha davanti a sé, così bene rappresentate dagli obiettivi dello sviluppo sostenibile, i Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite. Potrebbero essere intelligenti in un senso nuovo: darci l’intelligenza che ci manca per affrontare le sfide sociali, economiche, sanitarie e ambientali che non siamo ancora stati capaci di risolvere.
Ecco perché è così importante capire cos’è effettivamente la IA, smitizzarla, capire davvero le opportunità che ci offre e i rischi che corriamo se la usiamo male. Capire che alla fine è una tecnologia, anche se molto potente e versatile, che non potrà che perseguire le finalità e i valori per cui l’avremo progettata.
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