Danilo Rea - Ritratto del pianista jazz italiano
“Il jazz ha il potere di cogliere l’attimo ” non ricordo a chi appartiene questa citazione, ma racchiude in maniera perfetta l’essenza di questo affascinante genere musicale. L’Italia ha da sempre vantato nomi di grande spessore in questo campo, in particolar modo se parliamo di pianisti. Da Stefano Bollani a Enrico Intra, sino ad arrivare a Danilo Rea, uno dei più grandi e celebrati pianisti jazz italiani. Il musicista nasce a Vicenza nel 1957 ma si trasferisce ben presto con la sua famiglia a Roma.
Proprio nella capitale nasce la sua grande passione per la musica, per la melodia e tutto quello che è in grado di creare armonia diventa il suo passatempo più importante. Frequenta il Conservatorio di Santa Cecilia e si diploma in pianoforte con il massimo dei voti.
Dai primi passi alla fama
Le caratteristiche principali del suo sound inconfondibile sono la melodia e l’improvvisazione, elementi che hanno condizionato il suo stile e la sua musica e che gli hanno consentito di essere apprezzato e amato da tanti estimatori e non. Danilo Rea è rimasto sempre fedele al Conservatorio di Santa Cecilia, infatti ha insegnato nella cattedra di jazz fino al 2017.
La sua è una formazione a tutto tondo perché non disdegna gli studi rock, pop e classici, tutto quello che può integrare e migliorare la sua passione, rappresenta una grande fonte di nutrimento.
Il suo esordio? Appena maggiorenne forma il Trio di Roma con Roberto Gatto ed Enzo Pietropaoli ottenendo una notevole fama.
Grazie alle sue performance viene notato dai più grandi cantanti e cantautori italiani che gli offrono la possibilità di accompagnarli, personaggi che hanno fatto la storia della musica italiana come Domenico Modugno, Mina, Gino Paoli, Claudio Baglioni, Gianni Morandi, Adriano Celentano, Pino Daniele, Renato Zero e Fiorella Mannoia.
Il suo è un talento straordinario che ben presto varca i confini italiani, infatti si afferma nella scena internazionale collaborando con i più grandi nomi del jazz internazionale come Chet Baker, Gato Barbieri, Steve Grossman, Luis Bacalov e tanti altri.
La sua carriera tra collaborazioni e riconoscimenti
La carriera di Danilo Rea è costellata di mille successi e riconoscimenti, il suo è l’estro del grande artista che è cresciuto a “pane e musica” con sensibilità e passione e in fondo tutti i grandi musicisti hanno in comune le stesse peculiarità. Curiosi di conoscere i migliori pianisti jazz italiani?
Nel 1997 Danilo Rea fonda con Fabrizio Sferra ed Enzo Pietropaoli un trio dal nome Doctor 3 che lo porta per tre anni consecutivi a ricevere il premio come miglior gruppo jazz da parte della critica.
Con il gruppo riesce a calcare tutti i migliori palcoscenici d’Europa, Stati Uniti, Sud America e Cina. Nel 2001 ha il privilegio di partecipare alla realizzazione di Mina in studio, un documentario di valore prezioso dato che vede la grande cantante riapparire in video dopo tanti anni di assenza.
Nel 2006 partecipa al grande evento musicale che si svolge sull’isola di Ventotene concerto per l’Europa, in cui è protagonista insieme ad altri grandi nomi della musica come Nicola Piovani, Louis Bacalov e Claudio Baglioni. Nella stagione 2006/2007 partecipa allo spettacolo Uomini in frac insieme a Peppe Servillo ed altri componenti degli Avion Travel.
L’evento è un omaggio al grande Domenico Modugno, di cui Danilo Rea è un grande cultore, infatti è stato proprio l’ascolto dei suoi vinili che gli ha trasmesso il grande amore per la musica. Lo spettacolo viene allestito per celebrare i 50 anni di Nel blu dipinto di blu e per l’occasione tutti gli artisti si esibiscono in performance dedicate al grande cantautore pugliese.
Un artista che racchiude in sè tutte le sfumature del genio il quale pur non disprezzando la compagnia e le collaborazioni con altri colleghi trova nella dimensione in piano solo il suo punto più alto, quello perfetto per raggiungere il massimo dell’espressività artistica. Da solo riesce ad improvvisare a dare sfogo alla sua creatività, passando dai capolavori italiani alle evergreen del jazz sino alle arie d’opera.
La discografia e la partecipazione ai festival
Il suo primo grande lavoro da solista risale al 2000 anno in cui compone durante una tournée Lost in Europe, forse intendendo omaggiare il continente attraverso brani che ne esaltassero la bellezza. Nel 2003 compone Lirico un vero e proprio mix tra due culture musicali quali il jazz e l’opera lirica. La sua è una miscellanea attenta e meticolosa che spazia dalle improvvisazioni del jazz alle più belle arie di lirica mettendo anche in risalto temi di grande attualità.
La grande alchimia con la musica classica lo invoglia ad aprire il Festival di Musica Lirica internazionale con il concerto Belcanto Improvisation, l’ennesimo tributo alla musica con la m maiuscola a cui Danilo Rea si è sempre ispirato. Nel 2006 incide l’album Solo e nel 2008 Introverso, un progetto particolare dai tratti intimistici in cui il grande pianista si cimenta in brani completamente inediti di piano solo.
È del 2010 uno degli album più premiati del pianista A tribute to Fabrizio De André, un omaggio al grande cantautore genovese inciso per una importante etichetta discografica tedesca.
L’estro e l’unicità di un grande improvvisatore
La dote maggiore di Danilo Rea è rappresentata dalla grande capacità di improvvisare, infatti i suoi concerti di piano solo che spaziano tra i più grandi repertori musicali conquistano le platee del mondo intero.
C’è un’altra grande particolarità che contraddistingue il musicista, Danilo Rea è stato il primo jazzista a poter eseguire un concerto di piano solo alla Sala Santa Cecilia dell’Auditorio Parco della Musica nel 2003.
Nel 2006 è il protagonista di un concerto al Guggenheim Museum di New York. Il talento di Danilo Rea si deve anche all’aver saputo intercettare i gusti e le preferenze di una grande fetta di pubblico, non solo gli amanti della musica jazz ma anche di tutte quelle persone che non erano riuscite ad avvicinarsi ad essa. A Venezia, durante le celebrazioni per il 60° anniversario della collezione Peggy Guggenheim rende omaggio con un recital pianistico alla grande musica classica americana della prima metà del novecento.
Si esibisce nei più grandi Teatri italiani, nel 2009 oltre ad esibirsi alla Fenice di Venezia ottiene l’onore di chiudere la 68° stagione della Camerata Musicale Barese con un concerto al Petruzzelli.
Le recenti collaborazioni
Uno dei sodalizi artistici più importanti del pianista è quello co il cantautore genovese Gino Paoli con il quale ha condiviso tanti progetti, tra i quali Un incontro in jazz, a cui seguono l’album e i live dal titolo Due come noi che del 2012, Napoli con amore del 2013 e 3 del 2017 che rappresenta un omaggio alla canzone d’autore francese. Il pianista può vantare anche la firma di colonne sonore di pellicole cinematografiche entrambe dirette da Walter Veltroni. Si tratta di Quando c’era Berlinguer e I bambini sanno.
Nel 2015 presenta un grande progetto musicale a 4 mani con Ramin Bahrami. Di cosa si tratta? È un omaggio a Bach e ai suoi lasciti, presentato per la prima volta nell’ambito dell’Umbria jazz del 2015 che diventa un disco dal titolo Bach is in the air. Tra i lavori più recenti bisogna annoverare sempre nel 2015 la pubblicazione di un album dedicato al mondo musicale dei Beatles e dei Rolling Stones, intitolato Something in our way.
Danilo Rea ha il dono di aver saputo esportare la sua musica ovunque persino in Cina, territorio non di facile conquista da parte dei musicisti occidentali. Ma proprio grazie al grande riscontro ottenuto durante il tour dell’Umbria jazz in Cina, gli viene conferito il prestigioso premio del Leone d’Oro assegnato a tutte le personalità che si sono distinte nel mondo dello spettacolo e della cultura grazie a particolari relazioni con il Paese del Sol Levante. L’occasione è il China Awards del 2016, istituito con vari Ministeri tra i quali quello degli Affari Esteri e dello Sviluppo Economico.
Una serie infinita di premi e riconoscimenti di alto livello hanno caratterizzato il percorso artistico di Danilo Rea il quale nel 2017 ha ricevuto presso l’Accademia delle belle Arti di Frosinone il Diploma Accademico di Secondo Livello Honoris Causa in Nuove Tecnologie per l’Arte. Un premio insignito grazie all’impegno profuso nel diffondere l’amore e la passione per la musica.
Danilo Rea detiene un altro importante primato e cioè quello di essere tra i pochi italiani ad essere menzionato nella grande Enciclopedia del jazz.
La personalità del pianista è quella di un uomo curioso e sempre attento a nuove contaminazioni, che non ha mai disdegnato le collaborazioni con artisti di ogni genere musicale. Un artista generoso e sensibile che possiede un grande cuore, infatti da dieci anni fa parte di un’Associazione di Volontariato denominata Donatori di Musica il cui scopo è quello di organizzare concerti gratuiti negli Ospedali italiani. Continua ancora con successo la sua attività live in Italia e all’estero. Rai Eri pubblica nel 2018 la sua biografia dal titolo Il Jazzista imperfetto, scritta a 4 mani dallo stesso Rea e Marco Videtta. Nella stagione 2020/2021 partecipa come autore e conduttore alla trasmissione radiofonica di Radio 1 che prende il nome dal titolo del libro.
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