Cosa fare quando si smette di lavorare
Andare in pensione non significa parcheggiarsi a lato dell’autostrada della vita, quella che percorrevamo a tavoletta e sempre in fase di sorpasso. Semmai rallentare, mettere la freccia e prendere la rampa dell’uscita laterale per iniziare un nuovo tragitto. Sì, ma quale?
Andare in pensione: un grande cambiamento
Chiariamo una cosa, andare in pensione non è una fine, semmai un nuovo inizio. Che può, anzi deve essere meraviglioso. Come tutti i cambiamenti, quelli veri quelli importanti proprio perché invadenti e travolgenti, necessitano di un minimo di preparazione. Cioè non importa se la pensione è un traguardo atteso da anni o si spera che non arrivi mai. Non importa se la gioia quotidiana era rappresentata da una scrivania, un telefono, un computer e un ruolo in azienda o al contrario dal preciso momento in cui si “buttava giù la penna” perché la giornata di lavoro era finita. Insomma, se siete stati stakanovisti o lavoratori demotivati, la pensione arriva lo stesso.
Pianificare prima
Preparatela e preparatevi ad accogliere questa nuova fase della vita. Fatelo prima di arrivarci. Pianificate questo nuovo tragitto come facevate per una delle vostre settimane lavorative e se queste erano piatte e noiose organizzatevi come fareste per prenotare le vacanze: mai all’ultimo momento.
A questo punto si aprono due scenari importanti, per non dire fondamentali. Perché i pensionati si dividono in due macro categorie: quelli altruisti e quelli egoisti.
L’altruista è il pensionato apparentemente perfetto. Quello che proprio perché ha tempo, molto tempo, decide di dedicarlo completamente e tutto alla famiglia. Va a prendere i nipoti all’asilo, a scuola, li porta a calcio o a danza. Se sono troppo piccoli pur di rendersi utile si candida (spesso con insistenza) per fare la spesa per il figlio o la figlia. Prepara manicaretti succosi e sugosi che ricordano il pranzo di Natale (che è un giorno all’anno): “Ho fatto questo brasato cotto 5 ore nel vino rosso. Ho tanto tempo, e così quando tornate dal lavoro trovate tutto pronto”… Sì, pensa e vuole risolvere a modo suo tutte le piccole routine familiari e gli impegni di tutta la sua famiglia di figli e nipoti.
Quel nonno (o nonna lì) è così: un pronto soccorso aperto 24/7. E di questo il nostro pensionato si bea. È orgoglioso del suo essere al servizio, e diciamolo un po’ a zerbino. Ma non sta vivendo la sua pensione. Sta solo ripetendo con qualche primavera in più quello che aveva fatto per anni. Lui c’è sempre, c’è troppo. Prima era un uomo o una donna casa/lavoro/famiglia adesso è casa/famiglia/nipoti.
Cosa vuoi dire a un pensionato così?
Beh…, questo: vivi e lascia vivere. Cioè? Caro pensionato hai pensato che tutto questo è troppo? Che la gioia di chi ti vuole bene è vederti finalmente libero di prenderti la vita che vuoi e non quella che puoi nei ritagli di tempo? Insomma, grazie. Ma stai pure al tuo posto (almeno se non te lo chiediamo noi). Anzi, prova a imparare dal tuo omologo egoista.
E chi è il pensionato egoista?
Eccolo. È quello che ha accettato la pensione con consapevolezza e saggezza. Il che non significa senza fatica o sofferenza. Inizia tutto da uno specchio il giorno in cui realizza che sta arrivando quel momento. Quando si guarda riflesso lì dentro e si vede pronto per questa nuova meravigliosa fase, la affronta con il coraggio della saggezza. Studia cosa fare e pensa solo a realizzarlo.
Da qualche anno ha cominciato a costruirsi o immaginarsi una vita parallela fatta delle sue passioni. Non importa quanto strane, esotiche, pericolose o noiose. Sono le sue. E adesso tocca a lui e deve realizzarle, perché ha il tempo per farlo.
Insomma, che voglia costruire un galeone fatto di 1.780 micro pezzetti di legno e per farlo si chiude per intere giornate in cantina, o voglia fare una spedizione alla ricerca degli indios che abitano la valle di Baliem della Nuova Guinea, lui (o lei) vive e gode della sua nuova condizione privilegiata. Non è necessario essere ricchi. Serve essere egoisti. Tutto qui. E poi essere egoisti è stato sdoganato come un tratto positivo della personalità. Viviamo in una società profondamente edonistica ed egoistica.
La lista di cose da fare che non c’è
Idee di cosa da fare? Impossibile. Sarebbe un elenco e come tutti gli elenchi freddo e schematico. E poi sarebbe incompleto perché le possibilità di fare sono infinite. Stiamo parlando di passioni, quindi di qualcosa che tocca la sfera emotiva. Perché la cosa che fa la differenza è che adesso, in pensione, c’è il tempo per fare quello che si vuole. Purché siate egoisti. In fondo ve lo meritate.
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