Collana Terzo Tempo: Cocooners intervista Cinzia Bloom ed Elena Vestri
Della collana Terzo Tempo Harmony di Harper Collins, qui su Cocooners abbiamo già scritto ampiamente. Abbiamo intervistato più volte, tra l’altro, la sua ideatrice e direttrice Lidia Ravera, però mancava qualcosa: un’intervista a qualche autrice della collana.
E oggi colmiamo questo vuoto proponendo una doppia intervista (di solito, il pubblico è abituato grazie un noto programma, alle interviste doppie, ma date le differenze tra le due autrici, Cocooners vi propone proprio due interviste diverse).
La prima ha per protagonista Cinzia Bloom, una scrittrice di cui si ignora l’identità e che dà indirettamente il titolo al suo romanzo, trasformandosi in un continuo rimando di specchi ( “Il diario di Cinzia Bloom“). Abbiamo provato a stanarla, ma non ci siamo riusciti: il suo desiderio di nascondersi e nascondere la propria identità dietro un nom de plume è, attualmente, protetto dal più completo riserbo della casa editrice. Tuttavia, qualcosa di sè l’ha svelata.
Il diario di Cinzia Bloom
Non sfugge l’ironia di scrivere un romanzo di evasione per over 60 usando come nom de plum lo stesso della protagonista: quanto si ritrova in questo personaggio?
Questo personaggio potrei essere io e potrebbe essere qualsiasi altra donna che è arrivata ad una età in cui il passato ritorna ( spesso sotto il segno di un progetto che non hai realizzato), il presente è un matrimonio diventato noioso e il futuro un orizzonte che si restringe. Sono io sei tu siamo tutte…noi over…e più avanti anche tutte le altre, perché chi non muore si rispecchia. Se invecchia. E non invecchia soltanto se muore prima.
Alcune scrittrici della collana Terzo tempo non compaiono per diversi motivi: qual è il suo?
Molto semplice: non ci tengo. Credo in questo gioco bellissimo, penso che possa far bene alle donne , non ho nessun motivo per volere apparire con il mio nome. Quella che conta è lei, Cinzia Bloom, con la sua voce bellissima che riprende a cantare proprio quando si avvicina la parte della vita in non dovrebbe succedere più niente.
Ci può dire, senza svelare troppo, che cosa fa nella vita?
Scrivo, nella mia vita scrivo. Leggo anche molto. Mi nutro di quello che scrivono gli altri, le altre. Amo i furiosamente i libri, i bambini molto piccoli , i vecchi molto vecchi, la musica, il mare e il risotto ai carciofi.
Anche a 60 anni si può provare un amore romantico? Come si differenzia da quello del 1° o 2° tempo?
Che cos’è l’amore romantico? C’è anche l’amore illuminista? Ci si può innamorare a 60 anni e anche a 70 o a 80, ma è un amore meno egoista. Non hai più bisogno di specchiarti nello sguardo dell’uomo. Sai chi sei, difetti e virtù. Non senti più il bisogno, ma il desiderio c’è, e il desiderio è più raffinato, più lento, più prezioso. Non siete, ne tu ne lui, preda degli ormoni scatenati come nel primo tempo o ostaggio della fretta come nel secondo. Vi scegliete con calma, per affinità come i due protagonisti del Diario di Cinzia Bloom che si ritrovano nella passione per la lirica e nel senso dell’umorismo…l’amore del terzo tempo è voglia di condividere.
Aveva già scritto romanzi di evasione?
Sì, ho scritto romanzi per “giovani adulti”, anzi, giovani adulte. Ma mi diverto molto di più a dar voce, volto, storie e sentimenti alle donne della mia età.
Scriverà ancora per questa collana?
Non vedo l’ora di scrivere un nuovo romanzo di Cinzia Bloom. Ho già la protagonista: è una donna infelice perchè ha introiettato tutti gli stereotipi sull’età, crede a tutte le peggio banalità che le rifilano …e sta reclusa in casa e soffre…poi incontra un tipo un po’ folle che le risciacqua il cervello… Basta, non vi dico altro.
Un’estate a Monte Carlo
Della seconda scrittrice si sa di più: Elena Vestri ha già all’attivo un romanzo (“Mai dire, mai più” edito da Giunti), è una insegnante di matematica madre di tre figli, ma ha sempre avuto la passione per la scrittura. Fatale le è stato l’incontro con Lidia Ravera che, non solo,l’ha “scoperta” e l’ha supportata nella pubblicazione del primo libro, ma soddisfatta della collaborazione, l’ha rivoluta con sè anche in questa avventura.
Dopo l’esordio con Mai dire, mai più, pubblica un libro per Harmony ritrovando, tra l’altro Lidia Ravera. Come è avvenuta la richiesta e che reazione ha avuto?
E’ stata Lidia a chiedermi di provarci di nuovo, visto che Mai dire mai più le era piaciuto, e io sono stata felicissima di accettare. Pensavo che quella mia incursione nel romanzo fosse destinata a restare un caso isolato, e aver l’opportunità di tornare a Borgo Marino con una nuova protagonista mi ha entusiasmato.
Conosceva già le collezioni Harmony? Cosa pensa di una collana dedicata al “terzo tempo”?
Certo che conoscevo gli “Harmony”, ne ho letti tanti, e penso che questo mi sia stato utile al momento di scrivere “Un’estate a Montecarlo”. Mi muovevo in un territorio familiare, di cui conosco i meccanismi. E’ stato molto divertente passare dai panni di lettrice a quelli di autrice. “Terzo Tempo” mi sembra un’ottima idea, perchè da modo anche alle donne più grandi di identificarsi con le protagoniste, e di sognare, evadere, però in un contesto che in qualche modo sentono possibile, vicino a loro.
Ovviamente c’è uno schema da seguire, come si è nata Adelaide?
Seguendo appunto uno schema che ben conoscevo, adattandolo però alle mie preferenze personali. Come anche l’Arianna di “Mai dire mai più”, Adelaide è una donna normale, che ha una vita tranquilla, proprio come può essere una lettrice sessantenne degli “Harmony”. Ma ecco che nella sua vita irrompe qualcosa di totalmente nuovo, un’avventura che la porta non troppo lontana da casa ma in un ambiente diverso. E da lì parte il sogno.
Quale parte di lei si riconosce in questo personaggio?
A occhio direi nessuna, tranne il fatto che anche io sono madre di maschi, e addirittura tre. Non credo per nulla nell’autobiografismo. Il divertimento di scrivere è proprio allontanarsi da sé, inventare donne diverse, con una vita ed esperienze che io non ho mai avuto. Tipo il tormentato amore fra Adelaide e Valerio. Anche se naturalmente qualche piccola parte di se resta sempre impigliata nelle storie e nei personaggi. Ad esempio, anche io vado matta per il Museo delle Bambole di Montecarlo.
Potrebbe scriverne altri di romanzi per questa collana?
Molto volentieri. Anzi, ho già in mente una nuova storia, con una protagonista abbastanza diversa da Adelaide, e anche come ambientazione mi allontanerei da Borgo Marino e dalla Liguria.. mi piacerebbe un paesino un po’ stile Austen o sorelle Bronte, però in Italia. Qui vive una tipa affascinante ma molto chiusa, che sta sempre per conto suo. Finchè un giorno torna in paese il suo peggior nemico.
I libri Harmony sono considerati dei libri di evasione. Cosa pensava di questo genere prima di scrivere il romanzo? Li aveva mai letti? Si è divertita nel raccontare la storia di questa puericultrice?
Ho già risposto a questa domanda, in più posso dire che ogni romanzo è un libro di evasione, perchè ti permette di lasciare per qualche ora la tua realtà quotidiana e andare da un’altra parte. Poi l’evasione può essere di tanti generi.. c’è l’evasione romantica, come gli Harmony e i romanzi d’amore in generale. C’è l’evasione thriller..c’è quella fantasy, che ci porta in regni affascinanti e immaginari. E’ c’è l’evasione che ci costringe a pensare, a imparare, che ci chiede impegno e ci ricompensa con un approfondimento di noi stessi, una maggiore conoscenza del mondo. Ma ogni volta che prendiamo un libro in mano, qualunque libro, noi evadiamo.
Qual è l’elemento che distingue le donne dagli uomini dopo i 60 e quello che invece le accomuna tra di loro?
Quello che maggiormente distingue le donne over 60 dagli uomini della stessa età è che gli uomini a 62 o 72 anni possono ancora diventare padri, le donne non possono più, a meno di acrobazie scientifiche che non voglio neanche prendere in considerazione. Ed è questa sostanziale differenza biologica che si riverbera un po’ su tutto. Non importa se l’uomo in questione non ha nessuna intenzione di mettere al mondo dei figli. Sa che potrebbe. Sa che potrebbe fidanzarsi con una trentenne e iniziare una nuova vita, una nuova famiglia. E quanti lo fanno! Questo lo aiuta a invecchiare meglio, più lentamente, a mantenere un certo slancio, a illudersi che tutto sia ancora possibile.
In quanto a quello che hanno in comune tutte le donne over sessanta, direi ben poco: come a qualsiasi altra età, non ce n’è due uguali. Perfino alcune leggi della fisica, tipo le rughe o la prudenza che indurrebbe ad astenersi dal bikini, ormai con la chirurgia estetica sono saltate. Tranne forse una cosa: per quanto lo mascherino, tutte le donne dopo i sessanta sanno che se vogliono essere felici, devono sbrigarsi. E gli Harmony Terzo Tempo stanno lì a dimostrare che si può.
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