Caldo: i rischi sulla salute e come prevenirli
Uno studio, condotto dall’Istituto di Barcellona per la salute Globale (ISGlobal), in collaborazione con l’Istituto nazionale della salute francese (Inserm), pubblicato poche settimane fa, esattamente il 10 -7-2023, su Nature Medicine, porta tragicamente alla ribalta l’elevato numero di decessi provocati dal caldo nell’estate scorsa.
L’anno scorso il nostro paese ha avuto il primato di morti per il caldo
Nell’estate del 2022, in Italia, sono morte per il caldo oltre 18 mila persone. Abbiamo avuto perciò il triste primato con 295 morti ogni milione di abitanti, ben al di sopra della media europea che è di 114 ogni milione. Secondo i ricercatori la popolazione del vecchio continente sarà sempre più esposta a condizioni “estive estreme, per cui si prevede che in futuro si sperimenterà una mortalità legata al caldo sempre più elevata”. Diventa perciò necessario potenziare le “piattaforme di sorveglianza del calore, i piani di prevenzione e le strategie di adattamento sul lungo periodo”.
Anche quest’estate infatti gli ospedali sono sotto pressione: nella prima metà di luglio risultava che addirittura un quarto dei ricoveri sono stati causati dall’ondata di caldo.
Generalmente, siamo così desiderosi di goderci la bella stagione, che ne trascuriamo o ne sottovalutiamo i pericoli. Sole, buonumore, vacanza, divertimento, vita all’aria aperta sono indubbiamente i benefici dell’ estate. Come recita il famoso detto, ogni medaglia, però, ha il suo rovescio. Il caldo, infatti, soprattutto se è accompagnato dall’afa, può provocare al nostro organismo vari problemi, anche molto seri.
Il sistema di termoregolazione per fronteggiare il caldo
Il corpo umano possiede un sistema di termoregolazione, che garantisce una temperatura interna costante intorno ai 36 – 37° gradi, indipendentemente dalle condizioni esterne.
Quando fa caldo, per evitare che il corpo si surriscaldi, aumenta la produzione di sudore, i vasi sanguigni si dilatano, in modo che il sangue che trasporta calore, possa circolare più facilmente e possa arrivare ai tessuti superficiali, attraverso i quali il calore viene espulso. Aumenta anche il respiro, perché il calore possa essere eliminato, e contemporaneamente ne viene rallentata la produzione interna con la diminuzione di alcune attività, come l’appetito e il metabolismo.
In condizione di afa, tuttavia, che si verifica soprattutto quando le temperature sono superiori ai 30 °C e con tassi di umidità relativa superiore al 40%, il sudore non riesce ad evaporare, perché l’ambiente è già carico di umidità. Il nostro corpo così viene indotto ad alzare la temperatura, con rischi anche seri per la salute.
Le conseguenze del caldo sul nostro corpo
A parte il disagio ed il dormire poco, cosa succede al nostro corpo quando è costretto a convivere con il caldo per più giorni di seguito?
Quando la temperatura sale, i vasi sanguigni, come si è detto, si dilatano, la pressione scende, per cui il cuore deve fare più fatica per inviare il sangue nelle varie parti del corpo e soprattutto per farlo giungere anche alle estremità. Contemporaneamente, per il caldo, soprattutto se unito ad un tasso alto di umidità, si suda e si perdono con i liquidi anche i sali minerali.
Questi fenomeni possono comportare stanchezza, difficoltà di respirazione, cefalea, nausea, vertigini, con aumentato rischio di cadute. Se, però, c’è un rapido aumento della temperatura del corpo (in 10-15 minuti) fino anche a 40-41° C ed è seguita da un possibile malfunzionamento degli organi interni, le conseguenze diventano più gravi fino a portare alla morte.
Temperature elevate: gli anziani sono tra le persone più a rischio
In estate tra le persone più a rischio ci sono gli anziani, soprattutto se hanno delle cronicità (malattie cardiovascolari, neurologiche, renali, respiratorie e il diabete mellito). Purtroppo è un problema ancora sottovalutato, anche se ogni anno si ritorna a parlarne.
Il rischio aumenta se le persone anziane vivono in città, dove i gas di scarico delle auto, l’inquinamento, i materiali utilizzati nella costruzione degli edifici e l’asfalto delle strade, che incamerano i raggi di sole, fanno aumentare la temperatura e contribuiscono ad incrementare l’effetto serra.
Per questa fascia di persone il caldo è più nocivo, perché il loro meccanismo di termoregolazione è meno efficiente ed è più lento. A complicare la situazione si aggiunge il fatto che il sudore, come si è detto, comporta la perdita di liquidi e di sali minerali, che andrebbero integrati, bevendo almeno un litro e mezzo di acqua al giorno. Gli anziani, invece, non avvertendo lo stimolo della sete, a causa dei cambiamenti fisiologici che inibiscono l’area del cervello deputata a questo stimolo, bevono poco, per cui rischiano la disidratazione.
Conseguenze della disidratazione
La disidratazione si manifesta innanzitutto con la secchezza della bocca, poi anche della pelle e delle mucose ed in seguito con l’ aumento della temperatura corporea, mal di testa, diminuzione della pressione sanguigna e conseguente aumento della frequenza cardiaca, spossatezza, perdita di memoria, senso di confusione, vomito e vertigini.
Come avverte la Urology Care Foundation , un’eccessiva disidratazione può anche aumentare il rischio di produrre calcoli renali, di contrarre infezioni alle vie urinarie ed addirittura di avere un’ insufficienza renale. Quando l’apporto di liquidi è minore, i reni, infatti, trattengono l’acqua e così si urina di meno. Dal momento che l’ aspetto dell’urina cambia in base alla concentrazione, l’attenzione al suo colore ci dà informazioni utili sullo stato di idratazione del nostro organismo: se è limpida, siamo ben idratati, se invece è torbida, di colore giallo scuro o addirittura tendente all’ambra con un odore forte, siamo disidratati.
Anche i crampi muscolari possono essere un segno di disidratazione, in quanto la sudorazione può provocare insieme ai liquidi la perdita di sodio, che è un elettrolita importante nella contrazione muscolare.
Come prevenire i rischi del caldo
Per ridurre i rischi del caldo, prima di tutto si deve bere almeno un litro e mezzo di liquidi al giorno, escludendo, però, le bevande alcoliche, quelle gassate, quelle troppo zuccherate e troppo fredde. La raccomandazione va rivolta soprattutto agli anziani, perché non sentono lo stimolo della sete, Per favorire l’introito di liquidi, però, potrebbero provare ad aromatizzare l’acqua con lo zenzero e qualche ciuffo di menta fresca, oppure con fette di limone o di cetriolo, lasciandoli in infusione in frigorifero per almeno una notte. In questo modo l’acqua assume un’ aroma più gradevole e si arricchisce anche delle proprietà salutari degli ingredienti.
Inoltre, per prevenire le conseguenze del caldo, è opportuno adottare alcuni comportamenti:
- consumare prevalentemente frutta e verdura o comunque cibi freschi e ricchi di liquidi, evitando, invece, quelli grassi e piccanti
- indossare abiti leggeri e chiari, perché attirano di meno i raggi del sole, meglio se di cotone o di lino, in modo da favorire il passaggio dell’aria. Inoltre è consigliato indossare gli occhiali oscuranti e tenere sempre la testa coperta e riparata dal sole
- monitorare spesso la pressione (gli anziani in cura per l’ ipertensione, in caso di una sua eccessiva diminuzione, devono rivedere, sempre sotto controllo del medico, i dosaggi dei farmaci, per evitare il rischio di ipotensione)
- verificare il colore delle urine, perché, come si è visto, è un ottimo indicatore dello stato di idratazione del nostro organismo
- mantenere i farmaci lontano dal caldo e dall’umidità
- non uscire nelle ore più calde della giornata e limitare l’ attività fisica a quelle più sopportabili del mattino presto o della sera
- rinfrescare l’ambiente con un ventilatore o meglio con un climatizzatore munito di umidificatore, per mantenere la temperatura fra i 25 ed i 27° e contemporaneamente per ridurre l’umidità.
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