Biennale di Venezia 2024: cosa vedere, artisti e biglietti
Ancora una volta la Biennale di Venezia torna a catalizzare l’attenzione. Quella del 2024 è la 60esima edizione dell’Esposizione internazionale d’arte più importante al mondo che, come ogni anno, offre tantissimo da vedere tra i suoi spazi espositivi. Intitolata “Stranieri Ovunque”, l’esposizione 2024 rappresenta una celebrazione dello straniero, approfondendo questo concetto in tutte le sfumature e vedendo esposti artisti immigrati, espatriati, diasporici, esiliati, rifugiati, indigeni e queer, provenienti da tutto il mondo. Scopriamo i dettagli della Biennale di Venezia 2024, i suoi protagonisti, cosa visitare e dove acquistare i biglietti.
Biennale Venezia 2024: cosa sapere
Visitare la Biennale di Venezia è sempre un’esperienza suggestiva, che richiama puntualmente innumerevoli spettatori. E anche l’edizione numero 60 della manifestazione non fa eccezione: solo il giorno di apertura, lo scorso 20 aprile, sono state 8.697 le persone accorse a contemplare i suoi spazi. La mostra ci ha accompagnato durante la primavera e tutta l’estate 2024 e continuerà a farlo per buona parte dell’autunno: c’è tempo fino a domenica 24 novembre per poter immergersi tra le sue sedi espositive iconiche nei Giardini e nell’Arsenale, animate quest’anno da 90 partecipazioni nazionali e 332 artisti provenienti da ogni parte del mondo. Organizzata dalla Fondazione Biennale di Venezia, la manifestazione, in scena dal 1895, è tornata in Laguna dopo due anni con un programma fittissimo, in cui sono stati inclusi anche 30 eventi collaterali sparsi per il centro della Serenissima e mostre per i suoi musei e gallerie.
Il tema della 60esima edizione della Biennale e il suo curatore
“Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” è sia il titolo che il tema della 60esima Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia ed è tratto da una serie di opere realizzate nel 2004 dal collettivo Claire Fontaine, duo composto da Fulvia Carnevale e James Thornhill, di nascita parigina e con sede a Palermo. L’installazione consiste in diverse sculture al neon colorate, dominate dalla scritta “Stranieri ovunque”, riportata in 53 lingue, ispirata al nome dell’omonimo collettivo torinese impegnato nella lotta con il razzismo e la xenofobia negli anni Duemila. Il titolo manifesto della Biennale racchiude diverse interpretazioni, sfaccettature e significati declinati nel duplice concetto di sentirci stranieri a prescindere dalla nostra ubicazione e del fatto che in qualsiasi posto andiamo troviamo sempre stranieri, visto che sono e siamo ovunque.
Il tema dello straniero è al centro dell’esposizione, ponendo il focus sulle tematiche calde dei nostri tempi e sulle vicende geopolitiche: attraverso l’arte e le sue forme espressive, la Biennale 2024 invita il fruitore a riflettere sui concetti di divisione, barriere e senso di identità e appartenenza.
In un bilanciamento tra arte e politica, l’esposizione si focalizza in particolare sulla decolonizzazione, la discriminazione di genere e il multiculturalismo, sviscerandoli con opere, dipinti, installazioni, slogan, parole e citazioni che rimandano a popoli costretti a lasciare la loro terra, conflitti e tensioni. Un focus particolare nell’esposizione è rivolto a figure queer e indigene. Il curatore della Biennale di Venezia 2024 è Adriano Pedrosa, direttore artistico del Museo d’arte di San Paolo, di origini brasiliane: si tratta del primo curatore della manifestazione proveniente dal Sudamerica e apertamente queer.
Cosa vedere alla Biennale di Venezia 2024
Allestita come ogni anno tra i Giardini e l’Arsenale, la Biennale 2024 è articolata in due aree distinte, ovvero il nucleo contemporaneo e il nucleo storico. Il primo nucleo vede protagonisti artisti stranieri, immigrati, espatriati, rifugiati, indigeni, queer e outsider, ovvero ai margini del mondo dell’arte, ed esplora il concetto stesso di straniero. Una presenza di spicco in questa area sono gli artisti indigeni. Tra le opere esposte emerge un murales monumentale di 700 metri quadrati che domina la facciata del padiglione centrale, frutto del collettivo brasiliano Mahku, e nelle Cordiere la grande installazione del collettivo Maataho di Aotearoa, Nuova Zelanda, che accoglie i visitatori nella prima sala.
Il nucleo storico vede al centro della scena opere del XX secolo di artisti provenienti dall’Asia, dal mondo arabo, dall’America Latina e dall’Africa ed è diviso in tre sale all’interno del padiglione centrale, quali la sala ritratti, dedicata al tema della figura umana e con protagonisti 112 artisti, e quella delle astrazioni, con 37 artisti, di cui la maggior parte esposti per la prima volta e alcuni indigeni, tra i quali Selwyn Wilson e Sandy Adsett. La terza sala è dedicata alla diaspora artistica italiana del XX secolo che ha visto autori italiani trasferirsi in Africa, Asia e America Latina, ma anche in Europa e Stati Uniti, avviando delle carriere all’estero e integrandosi anche con culture locali. Sono 40 gli autori italiani esposti in questa sala.
I padiglioni più interessanti della Biennale di Venezia 2024
I paesi protagonisti nella Biennale di quest’anno sono in totale 90, di cui 4 partecipano per la primissima volta, quali Repubblica del Benin, Etiopia, Repubblica Democratica di Timor Leste e Repubblica Unita della Tanzania. Per i paesi del Nicaragua, Repubblica di Panama e Senegal si tratta della prima edizione in cui sono esposti con un padiglione tutto loro. Nella parte dell’Arsenale è stata collocata la serie del collettivo Claire Fontaine che ha ispirato il titolo e il tema della mostra. In generale, in questa edizione 2024 la scelta è stata quella di dare spazio ad artisti nuovi, che non abbiamo mai partecipato prima all’Esposizione Internazionale, e si è puntato molto sugli spazi outdoor.
Per quanto riguarda i padiglioni più interessanti dei Giardini, spicca quello del Giappone dominato dalla struttura dell’architetto Takamasa Yoshizaka, realizzata nel 1956 e composta da tubi e cavi intrecciati. Altra tappa immancabile è il padiglione del Lussemburgo, dove immergersi nell’opera “A comparative Dialogue Act”, frutto del collettivo Every Island e dall’artista Andrea Mancin, che vede protagonista una grande installazione composta da quattro strutture, capaci di creare dei muri sonori.
Un padiglione molto interessante è poi quello degli Stati Uniti animato dall’artista indigeno e queer Jeffrey Gibson con l’installazione “The space in which to place me“, opera composta da sculture dai motivi tribali e dipinti, dedicata alle culture oppresse e ai margini e alle lotte delle comunità indigene. Nel padiglione Italia, il cui curatore è Luca Cerizza, è protagonista l’artista toscano Massimo Bartolini che ha dato via a uno spazio minimale e zen, al centro del quale è collocata una piccola statua della figura del Bodhisattva, affiancata dall’opera “Due qui/To Hear”, composta da organi meccanici che creano delle melodie costanti intorno a una vasca dalla forma circolare.
Dove si acquistano i biglietti per la Biennale?
Per accedere alla Biennale è necessario munirsi di biglietto, acquistabile sul sito ufficiale www.labiennale.org o presso gli Infopoint collocati a Venezia ai Giardini in viale Trento oppure all’Arsenale in Riva di Ca’ di Dio. Per visitare le due sedi espositive dell’Arsenale e dei Giardini il costo è di 30 euro, abbassato a 20 per i residenti nel comune di Venezia e gli over 65, e a 16 euro per gli under 26 e gli studenti. Accanto al biglietto con un singolo ingresso, tra le varie opzioni ci sono un biglietto a pluringresso da 40 euro, valido per tre giornate, e uno da 50 euro per una settimana.
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