Ashwagandha: cos’è, benefici, a cosa serve
Pianta sempreverde che cresce principalmente in India e in alcune parti dell’Africa, l’ashwagandha vanta numerose proprietà. Si tratta di una delle principali piante adattogene e il suo uso nella medicina ayurvedica è molto frequente.
Che cos’è l’ashwagandha
La pianta di ashwagandha fa parte delle solanacee ed è conosciuta più comunemente come ginseng indiano o con il nome scientifico di Withania somnifera. Della pianta, particolarmente utilizzata in campo erboristico e ayurvedico, le parti con maggiori effetti benefici sono le radici e i frutti. Il nome deriva proprio dall’odore particolare delle prime, simile all’odore forte e muschiato di un cavallo. Non a caso, infatti, la parola ashva deriva dal sanscrito e significa cavallo, mentre gandha significa odore: ashwagandha, quindi, può essere tradotta in “come un cavallo”.
La coltivazione dell’ashwagandha avviene soprattutto in India e in certe zone dell’Africa, ma si può trovare anche in Nepal, nello Sri Lanka, in Cina e in Yemen. Si coltiva anche nel bacino mediterraneo, in particolare in Sicilia e in Sardegna.
A cosa serve l’ashwagandha? Le proprietà e i benefici della pianta
Questa pianta sempreverde è da sempre considerata un ottimo rimedio fitoterapico, ma le sue proprietà si estendono anche in campo antinfiammatorio e analgesico. Considerata una delle principali piante adattogene, l’ashwagandha aiuta l’organismo a rispondere allo stress mentale e fisico e ripristina anche la normale funzione emotiva e fisica del corpo.
Tra le sue principali proprietà benefiche, quindi, ci sono:
- Riduce i sintomi dello stress;
- Riduce e migliora ansia e depressione;
- Combatte l’affaticamento;
- Combatte il dolore cronico;
- Riduce le infiammazioni della pelle;
- Combatte l’insonnia;
- Aumenta l’energia;
- Migliora la performance cognitiva e della memoria;
- Abbassa la pressione arteriosa;
- Riduce i livelli di zucchero nel sangue nelle persone diabetiche;
- Riduce l’aumento di peso associato al cortisolo;
- Aumento della fertilità negli uomini
Come si può facilmente notare dall’elenco, sono numerose le proprietà legate all’ashwagandha ed è piuttosto normale rendersi conto che non tutte queste possono lavorare all’unisono su ogni singola persona. Diversi studi hanno dimostrato che tra i principali benefici della pianta c’è un notevole aiuto nel ridurre lo stress, l’ansia e l’affaticamento generale, ma pare anche sia molto utile nel migliorare la qualità del sonno.
Il ruolo dell’ashwagandha nella sfera della salute sessuale
Non tutte le persone ne sono a conoscenza, ma l’ashwagandha è utilizzata anche all’interno della sfera sessuale. In particolare, molti studiosi hanno portato alla luce i numerosi effetti afrodisiaci e la grande capacità di contrastare l’impotenza maschile. Quindi, sì, la whitania, o ginseng indiano, aiuta l’erezione. Pare infatti che la pianta sia in grado di aumentare gli ormoni steroidi e di migliorare anche lo stress sessuale maschile e femminile.
I benefici, quindi, sono sia per gli uomini, sia per le donne. Gli estratti dell’ashwagandha stimolano anche il rilascio di gonadotropine e migliorano i sintomi della menopausa. Protegge anche la membrana cellulare degli spermatozoi e pare anche che aumenti la libido.
Ashwagandha: i possibili effetti collaterali
Assumere ashwagandha per tre mesi è sicuro. Se, però, si assumono dosi elevate sono diversi gli effetti collaterali a cui si può andare incontro. Tra i più comuni troviamo:
- mal di stomaco;
- diarrea;
- vomito;
- irritazione all’apparato digerente;
- sonnolenza;
- mal di testa;
- disturbi epatici (molto raramente).
In caso di malattie epatiche, di malattie autoimmuni, di casi di chirurgia imminente e in caso di problemi alla tiroide sarebbe meglio non assumere integratori a base di ashwagandha. Se ne sconsiglia altamente l’uso anche in gravidanza.
Come si assume l’ashwagandha?
L’ashwagandha può essere consumata in diverse forme, come tè, polvere (può essere sciolta in frullati, nello yogurt o in acqua calda) e più frequentemente capsule.
Gli integratori, infatti, sono considerati più comodi, grazie al dosaggio già impostato. Le capsule sono da assumere duranti i pasti (pranzo e cena), oppure a colazione in un’unica assunzione (si parla di dosaggi compresi tra i 300mg e i 600mg al giorno).
In linea di massima, però, il dosaggio dipende dalla condizione che si vuole trattare. Il range che abbiamo citato, ad esempio, pare sia molto efficace per ridurre lo stress.
L’integrazione spesso è un grande aiuto per il benessere dell’organismo, ma è necessario comunque portare avanti uno stile di vita sano, seguire una dieta bilanciata e svolgere attività fisica regolare. Prima di cominciare a utilizzare l’ashwagandha, però, è sempre bene consultare il proprio medico di base.
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