“ANonniMus – VECCHI RIVOLUZIONARI CONTRO GIOVANI ROBOT” di SABINA GUZZANTI
La tecnologia non ha età: ne parla Sabina Guzzanti nel suo nuovo romanzo e ai lettori di Cocooners
Hacker e terza età non sono due parole in conflitto, nonostante quasi tutto potrebbe fare pensare al contrario. Quasi, appunto, ed è qui il senso di un romanzo ad alto coefficiente tecnologico che nasconde, sotto la sua patina letteraria, la precisa fotografia di un futuro oramai prossimo di cui sorridere e, ovviamente, sul quale riflettere. Del resto, che sia più semplice farlo con l’arma della satira lo sa bene Sabina Guzzanti, che torna alle parole scritte dopo il suo debutto con “2119- La disfatta dei sapiens”, mandando in libreria “ANonniMus- Vecchi Rivoluzionari contro giovani robot” (edito da HarperCollins).
La trama del libro
Un po’ commedia che fa pensare, un po’ romanzo al limite del distopico che mette al suo centro l’Intelligenza Artificiale e l’etica, ma anche l’ageismo e i pregiudizi nonché la giungla lavorativa, la tecnologia e il mondo che cambia. Rapidamente. E non solo. Perché sono parecchi i temi che l’autrice sfiora attraverso la sua protagonista, la geniale Laura Annibali, una manager specializzata in Machine Learning&Data Scientist che si è dedicata tutta la vita all’AI progettando gioielli di domotica – come Manfred, la smart home nella quale vive (e con la quale parla)- che l’hanno portata al successo. Fino a quando, arrivata alle soglie dei 50 anni, come spesso succede a chi si è a lungo dedicato a progetti altamente tecnologici, accusa una crisi di coscienza che la porta a preoccuparsi di chi è stato escluso dalla tecnologia imperante, anziani in primis ma non solo, e decide perciò di rimediare provando a renderla più democratica e alla portata di tutti.
Nasce così la Huf, una fondazione no profit con la missione di sostenere le persone tecnologicamente inabili e di trasformare in qualcosa di utile ed etico il progresso tecnologico. Cosa tutt’altro che semplice ma non a causa del fattore umano coinvolto bensì per gli ostacoli che, paradossalmente e cinicamente, la tecnologia cosiddetta utile incontra. A partire dalla multinazionale che dovrebbe sostenere il progetto di Laura e che invece, per una questione di profitti e di strumentalizzazioni, nonché di arrivismo dei più giovani che la considerano fuori tempo massimo per occuparsi di tecnologia, le mette i bastoni tra le ruote. A queste difficoltà si aggiungono gli attacchi hacker di un gruppo di terroristi del web, gli ANonniMus, che sventolano la loro età anagrafica decisamente avanzata come una bandiera e che terrorizzano i possibili sostenitori della fondazione Huf con le loro incursioni randomiche che mostrano tutti i limiti della tecnologia stessa. E i suoi pregiudizi. Perché anche le macchine hanno preconcetti e non c’è da stupirsi dal momento che sono programmate dagli esseri umani… E il fatto poi che le stesse macchine siano messe in crisi proprio da un gruppo di hacker informatici decisamente agé è paradossale e, al contempo, costituisce una vera svolta. Nel romanzo come nella realtà.
Usare la tecnologia senza farsi usare dalla tecnologia. E dal prossimo. Ma non è necessario avere una competenza in questo senso per godere di pagine spassose che impongono, anche, una riflessione e contemporaneamente farsi catturare da personaggi tratteggiati in maniera precisa e sfaccettata pur rappresentando, idealmente, degli archetipi.
Sabina Guzzanti (Intervista)
Cocooners ne ha parlato con Sabina Guzzanti, attrice, regista e anche fine narratrice come dimostra questo suo “ANonniMus” di cui non sveliamo altro ma che vi invitiamo a leggere.
Nel precedente libro hai inventato un futuro lontanissimo mentre qui parli di un tempo più presente. Sentivi l’esigenza di raccontare più da vicino l’evoluzione della società?
Diciamo che, anche se nel libro precedente ho affrontato il tema del riscaldamento globale, c’erano già in essere quegli argomenti – gli algoritmi, la questione informatica – che ho voluto approfondire in questo romanzo. Che sì, non è ambientato in un domani lontanissimo – solo 5 anni – e che quindi si concentra su una società che è abbastanza simile a quella in cui vive il lettore. Mi interessava, di questa società, concentrarmi sui personaggi, soprattutto sulle relazioni modificate dalla tecnologia, che, del resto, è un tema attuale anche ai giorni nostri. È inevitabile pensare a come siamo cambiati con- e a causa- della tecnologia tanto che non è facile ricordarsi come fossimo prima…
Come ti è venuta questa idea?
Mi piace da sempre leggere libri di fantascienza, naturalmente non solo quelli, e quando un paio di anni fa ho seguito l’idea che mi era venuta – chi può dire da dove nascano le idee? – è stato naturale seguirne la direzione senza però voler creare un libro di genere. Non ci sono alieni, per intenderci, ma si indaga sui rapporti umani, su come la tecnologia, usata sempre per fini di lucro, potrebbe essere se avesse dei risvolti etici…
Quindi sei pro o contro l’intelligenza artificiale?
Non è questione di essere pro o contro ma di come usarla. Se, come si dice a un certo punto nel libro, l’intelligenza artificiale fosse utilizzata per farci vivere senza lavorare fornendo ricchezza sufficiente a tutti sarebbe una cosa fantastica. Bisogna fare attenzione a usarla e non a farsi usare, dal momento che oggi sembra programmata per sfruttare il prossimo.
Quanto di te c’è in Laura?
Naturalmente in Laura così come negli altri personaggi del libro c’è un po’ di me, delle mie esperienze, delle persone che conosco o che ho conosciuto…come succede sempre nella letteratura, si lascia sempre un po’ di se’ in quello che si scrive.
Come ti sei documentata per scriverlo?
Innanzitutto, l’ho scritto nella maniera più verosimile possibile, poi mi sono affidata a Luca Greco, un super esperto in materia che ho anche citato nei ringraziamenti, che mi ha aiutato a rendere il tutto totalmente plausibile.
Ci vivresti in una casa gestita dall’Ai? Perché?
Assolutamente no (lascio ai lettori il piacere di scoprire perché leggendo il libro, ndr). Certo, uso la tecnologia per scrivere, per fare ricerca…ma trovo i social pericolosi così come un eccesso della stessa tecnologia…
Ti sei divertita a scrivere il libro?
Scrivere è sempre un’alternanza di momenti bellissimi e atroci a cui è bellissimo ripensare una volta che hai terminato il libro.
Perché hai dedicato il libro a tua mamma?
Perché ha ispirato, in parte, la storia …e del resto tutti nel lockdown si sono trovati a dover insegnare a chi meno pratico la tecnologia, no?
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