Andare in pensione dopo i 50 anni
Regole e requisiti per andare in pensione cinquantenni
Mentre cerchiamo di abituarci all’idea di andare in pensione sempre più tardi, permangono però condizioni nella quali è possibile andare in pensione da cinquantenni, prima cioè dei 60 anni . In genere, il diritto di anticipare anche di molto il pensionamento è correlato a un’attività lavorativa iniziata molto presto, praticamente da ragazzino/a, oppure a un’attività particolarmente gravosa. In alternativa, vale a la disponibilità economica necessaria per riscattare gli anni di laurea. In ogni caso, le condizioni sono così particolari e cambiano purtroppo così spesso nel nostro Paese che è consigliabile avvalersi di un CAF o di un consulente previdenziale per capire se davvero una determinata opzione conviene, in termini di temporali o economici (rispetto al costo). Andiamo con ordine.
Lavoratori precoci
Chi può dimostrare di aver versato 12 mesi di contributi prima del 19° anno e maturi il requisito di 41 anni di contribuzione entro il 31/12/2026 ha la possibilità di richiedere l’opzione, purché si trovi in una delle seguenti condizioni:
- disoccupato;
- disabile al 74% o più;
- assista da almeno 6 mesi coniuge o parente di 1° grado convivente con handicap oppure parente o affine di 2° grado convivente i cui genitori o coniuge abbiano compiuto 70 anni o siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti/mancanti;
- abbia svolto attività particolarmente faticose o pesanti;
- sia lavoratore dipendente presso una delle seguenti categorie e abbia svolto attività gravosa per almeno 7 degli ultimi 10 anni o 6 degli ultimi 7:
- operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni; conciatori di pelli e di pellicce;
conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
conduttori di mezzi pesanti e camion; - personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni; addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
facchini, addetti allo spostamento merci ed assimilati; - personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
- operatori ecologici ed altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
- operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
- pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
- lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del d.lgs.67/2011;
- marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.
Pensione anticipata per lavori gravosi
L’ultimo requisito relativo all’attività gravosa è sufficiente anche per richiedere la pensione anticipata pur non essendo lavoratori precoci purché si abbiano almeno 30 anni di contributi. Ai lavori gravosi indicati sopra si aggiungono lavori notturni per almeno 6 ore (tra la mezzanotte e le 5 del mattino), e per un numero minimo di 64 giorni lavorativi all’anno. Altrimenti chi ha svolto attività usuranti può andare in pensione a 61 anni e 7 mesi con almeno 35 anni di contributi.
Pensione anticipata ordinaria o Quota 41
Esiste anche la possibilità di accedere alla pensione anticipata ordinaria, detta anche Quota 41 perché fino al 31/12/2026 richiede 41/42 anni – e 10 mesi- di contribuzione (termine donna e termine uomo), prescindendo dall’età anagrafica ed eventualmente addirittura facendo come anzianità contributiva anche gli anni del corso di laurea (riscatto di laurea) o aggiungerne in forma volontaria onerosa.
Opzione Donna, finché c’è
Pur con le nuove limitazioni, Opzione Donna offre un’uscita anticipata a 58 anni per le mamme di 2 o più figli, 59 anni per chi ha un solo figlio e 60 per chi non ha avuto figli – in tutti e tre i casi con il pre-requisito dei 35 anni di contribuzione e, a partire dal 2023, l’esistenza di una delle seguenti condizioni: invalidità almeno al 74%, caregiver o disoccupate. Quindi prima dei 60 anni per le donne con figli. Chi avesse però maturato il diritto ad accedervi entro il 2022 (senza quindi le nuove restrizioni) può far valere la “cristallizzazione del diritto” e mantenerlo anche se decide di sfruttarlo nel 2023.
Riscatto di laurea
Opzione donna e l’opzione di pensione anticipata ordinaria ammettono il riscatto della laurea ovvero quel meccanismo che permette l’attribuzione di valore contributivo agli anni di laurea (esclusi gli anni fuori corso), a un costo fisso per ogni anno variabile a seconda del reddito o, con la formula agevolata, un forfait. Il costo è parzialmente detraibile. Bisogna però fare molta attenzione perché a seconda di quando si è iniziato a lavorare, anche pagando si potrebbe non avere un effetto di anticipazione ma solo di valorizzazione degli anni di laurea nell’assegno pensionistico.
Ma anche in questo caso, bisogna farsi aiutare nel calcolo perché il vantaggio in termini di reddito pensionistico potrebbe essere così infinitesimale da non valere la pena.
La regola generale vuole che il riscatto di laurea serva ad anticipare il momento della pensione con certezza solo a chi ha iniziato a lavorare entro i 24 anni. E’ sicuramente escluso, invece, per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo i 30 anni. Inoltre, Il riscatto delle lauree precedenti al 1996, anche se tramite sistema contributivo, non permette di accedere alle opzioni di pensione anticipata contributiva.
Contribuzione volontaria
Infine è importante ricordare che è possibile versare volontariamente i contributi che mancano al perfezionamento di un requisito contributiuvo per avere accesso a una forma anticipata di pensione. Solo chi ha iniziato a lavorare dopo il 31/12/1995, quindi rientrata nel sistema contributivo puro, non può avvalersi del versamento volontario per la pensione anticipata.
I requisiti necessari per avere accessi alla contribuzione volontaria sono:
- almeno 5 anni di contributi (pari a 260 contributi settimanali ovvero a 60 contributi mensili);
- almeno 3 anni di contribuzione nei 5 anni precedenti la data di presentazione della domanda.
Il sito dell’Inps può essere di aiuto con le simulazioni. In alternativa un CAF o un consulente previdenziale può dare maggiore certezza delle proprie opzioni e di quali tra esse convengano davvero.
Foto di Joshua Clay su Unsplash
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