ALLA FINE DELLA FIERA, COME SI VA IN PENSIONE NEL 2023?
Siamo giunti nel 2023 e molti si chiedono quali siano i requisiti per andare in pensione quest’anno. Ve lo spieghiamo in questo articolo.
Pensione di vecchiaia a 67 anni di età e 20 di contribuzione. Per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1/1/1996 serve anche un importo minimo
Dopo il solito balletto di opzioni e ipotesi, come si va in pensione nel 2023? Con 67 anni di età e 20 di contributi, ai quali concorrono anche contributi figurativi, contributi da riscatto (esempio riscatto laurea, quando conviene…) e contributi versati all’estero. Uguale per uomini e donne, lavoratori dipendenti e lavoratori autonomi, senza più nessuna differenza. Esiste però una differenza tra i sistemi di calcolo: ex-retributivo, misto o contributivo. Per chi infatti ha iniziato a contribuire dopo l’01/01/1996, il sistema di calcolo è totalmente contributivo e in questo caso il diritto alla pensione di vecchiaia matura con 67 anni di età, 20 di contributi e un importo minimo pensionistico non inferiore a 754,91 euro (1,5 volte l’importo dell’assegno sociale che per il 2023 è pari 503,27 euro). Cosa succede se l’importo è inferiore al minimo? Che occorre aspettare di veder salire l’importo previsto per effetto di ulteriore contribuzione o per effetto del più favorevole coefficiente di conversione del montante contributivo derivante da una età più avanzata. Oppure il raggiungimento dei 71 anni anagrafici. A questa età infatti si ha diritto alla pensione anche con soli 5 anni di contribuzione.
Si accede al calcolo puramente contributivo anche con contributi versati in più gestioni e anche con parte dei contributi antecedenti il 1996, ma si deve rinunciare alla valorizzazione di quanto versato prima di quella data. Allo stesso modo si può accedere al calcolo contributivo se si decide di valorizzare contributi di altre gestioni nella gestione separata Inps, purché in presenza di:
– almeno 15 anni di contributi, di cui cinque dopo il 1995; – almeno un contributo ma meno di 18 anni al 1995;
– almeno un mese di contributi in gestione separata.
Le lavoratrici con figli hanno uno sconto sui requisiti
Come detto non esistono più differenze di requisiti tra uomini e donne per la pensione di vecchiaia, ma le donne madri lavoratrici possono usufruire di uno sconto dell’età anagrafica o un ritocco in meglio del coefficiente di trasformazione del montante contributivo:
- uno sconto di età anagrafica di quattro mesi per ogni figlio, fino a un massimo di 12 mesi;
- l’applicazione del coefficiente di trasformazione del montante maggiorato di un anno con uno o due figli, due anni con almeno tre figli.
Opzione Donna nuova versione: in pensione sotto i 60 anni solo con figli, carichi di caregiving, invalidità, licenziamento o crisi aziendale
Cambiano i requisiti per avere accesso a Opzione Donna che trasforma il sistema di calcolo in puramente contributivo (senza però il contributo dell’importo minimo visto prima).
I requisiti per il 2023 sono:
- almeno 35 anni di contributi
- 58 anni di età per le lavoratrici con almeno due figli;
- 59 anni di età per le lavoratrici con un solo figlio
- 60 anni per le lavoratrici senza figli.
Ma non è tutto, serve anche un altro requisito:
- assistono da almeno 6 mesi un familiare con handicap grave (coniuge, parenti o affini, cioè i parenti del coniuge);
- presentano invalidità civile uguale o superiore al 74%
- sono state licenziate o sono dipendenti di imprese in fase di tavolo di confronto per crisi (e in questo caso il requisito anagrafico sono i 58 anni).
Quota 103: in pensione con 62 anni di età, 41 di contributi e un importo non superiore a 2.818,65 euro
Quota 103 è un’opzione sperimentale per il 2023. Vale per chi ha maturato i requisiti entro il 31/12/2022, e in questo caso ci sono due finestre: per i lavoratori privati l’1/4/2023, per i lavoratori pubblici l’1/8/2023. Oppure li matura quest’anno e in questo caso c’è una finestra di latenza: i lavoratori del privato ottengono la pensione con Quota 103 dopo 3 mesi dalla maturazione dei requisiti e i lavoratori del pubblico dopo 6 mesi (comunque non prima dell’1/8/2023). Oltre a età e anzianità di contribuzione, esiste un altro requisito: un importo pensionistico lordo minimo di 2.818,65 euro (ovvero 5 volte il minimo).
In questo caso ci sono le finestre: 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per quelle autonome.
E’ interessante notare un inizio di incentivazione a restare al lavoro: chi infatti avesse tutti i requisiti per accedere a Quota 103 ma decidesse di restare al lavoro, riceverà una somma pari alla sua quota di contribuzione (9,19%) direttamente in busta paga, con esonero dal versamento del datore di lavoro.
Queste le opzioni per l’accesso alla pensione di vecchiaia nel 2023. Non sono previste finestre (salvo per Opzione Donna), termine con il quale si intendono i periodi di latenza tra la maturazione del diritto alla pensione e la decorrenza effettiva del pagamento dell’assegno. Quindi il mese successivo alla data di maturazione dei requisiti di età e contributi, scatta il pagamento della pensione.
Eccezioni che fanno venire il mal di testa
Si possono avere anche solo 15 anni di contribuzione per la pensione di vecchiaia se i contributi sono stati versati precedentemente al 1992, oppure parzialmente entro il 1992 ma, anche sommando i contributi versati successivamente, non si raggiungono i 20 anni; oppure se si hanno almeno 25 anni di anzianità con una occupazione per almeno 10 anni, anche non consecutivi, per periodi inferiori a 52 settimane nell’anno solare.
I lavoratori con invalidità almeno dell’80% hanno diritto di accesso alla pensione di vecchiaia (con finestra di 12 mesi) a 61 anni se uomini, 56 se donne.
I lavoratori impiegati in lavori usuranti o in mansioni particolarmente gravose possono accedere alla pensione di vecchiaia con uno sconticino di pochi mesi sull’età anagrafica, 66 anni e 7 mesi, in compenso però devono avere 30 anni di contributi invece di 20. Mistero della logica.
Riassumendo, come si va in pensione di vecchiaia nel 2023:
- Requisiti base: 67 anni di età e 20 di contribuzione, con un importo minimo di 754,91 euro per chi ha iniziato a lavorare dopo l’01/01/1996 (le donne con figli possono avere un sconto sui requisiti);
- Opzione Donna offre ancora la possibilità di andare in pensione tra i 58 e i 60 anni (a seconda che si abbiano o no figli), ma richiede un requisito di invalidità, o di carico di caregiving, o licenziamento o dipendenti di azienda in crisi.
- Quota 103 offre l’accesso a 62 anni e 41 di contributi e un importo lordo non superiore a 2.818,65 euro
Sul Sole 24 Ore è uscita un’interessante guida consultabile anche online.
A conti fatti, chi di voi stappa la bottiglia per festeggiare il pensionamento nel 2023?
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