Accumulare e decumulare: servono due profili finanziari diversi
Il pensionamento è l’investimento più grande della vita e richiede un’attenzione diversa da quella che serve per accumulare un patrimonio
Secondo la teoria del ciclo di vita di Franco Modigliani, premio Nobel per l’Economia, nella prima fase della vita adulta tendiamo ad accumulare risparmio, autodisciplinandoci attraverso un tenore di consumi pressoché costante, una specie di tenore di vita ideale, per avere le spalle coperte nel futuro quando, nella fase del pensionamento, detta appunto fase di decumulo, consumeremo le risorse accantonate.
Da quando Franco Modigliani aveva teorizzato questo sistema di autogestione dei redditi le cose sono cambiate parecchio: non esiste più il posto fisso, il futuro non coincide più necessariamente con un miglioramento della situazione economica, lo stesso lavoro è diventato precario. Resta però indiscutibile la tendenza a curva del ciclo di vita del risparmio, come illustra la raffigurazione di Fei&partners.
Profili di accumulo e deculumo
Ora, se per la fase di accumulo servono qualità come disciplina, soprattutto per affrontare investimenti nei mercati azionari, fiducia nell’assist del fattore tempo, evitando di muovere continuamente il proprio portafoglio investimenti ad ogni oscillazione del mercato, chiarezza di obiettivi per fasce temporali e un buon consulente, le qualità necessarie per la fase di decumulo non sono necessariamente le stesse.
Il pensionamento costituisce di fatto il maggior investimento di tutta la vita e come tale necessita di una pianificazione che tenga in conto molte variabili diverse: quando e come smettere di lavorare, se gradualmente o di colpo, dove si decide di invecchiare (casa e località), con chi (famiglia/socialità), le condizioni fisiche, la tutela da malattie invalidanti, le volontà di successione e la “preparazione” del patrimonio al decumulo e al passaggio di consegne.
Essere lungimiranti aiuta
La prima qualità necessaria nella pianificazione della fase di decumulo è la lungimiranza: la vecchiaia ormai può durare anche 25/30 anni e la prospettiva del sistema contributivo è di un assegno pensionistico che nel migliore dei casi (lavoratori dipendenti) sarà pari al 60% dell’ultimo stipendio e nel peggiore (lavoratori autonomi) intorno al 40%.
Valutare bene il mix di aspettativa di vita, tenore di vita desiderato, reddito pensionistico verosimilmente e risparmi è quindi il primo passo, meglio se fatto, anche qui, con un consulente di fiducia.
Pianificare i 30 anni di vita che possono dal pensionamento non è cosa da poco, tanto più che sono 30 anni durante i quali le condizioni di vita, dal punto di vista della salute, dell’autonomia, della socialità, possono variare molto. Se la prima qualità è la lungimiranza, la seconda è la previdenza, sia nella valutazione di cui già si è detto dell’allineamento tenore di vita/risorse, sia nella tutela dai rischi.
Tutelarsi dai rischi, un modo di proteggere il patrimonio
Tutelare se stessi da una malattia che possa condurci alla non indipendenza con una polizza Long Term Care e/o con un piano di accumulo mirato non è solo tutelare se stessi. In realtà è una tutela diretta ai propri familiari onde vitare che si trasformino in care giver o in finanziatori di care giving.
Inoltre, se ancora oggi non sono rari i casi di due/tre figli che si dividono l’onere di due genitori molto anziani, domani i nostri tassi di natalità vedranno un figlio per coppia sulle cui spalle peserà l’assistenza di due anziani.
La tutela di sé proiettata sul futuro non è solo una forma di protezione dei propri familiari evitando che ricada su di loro l’assistenza a lungo termine. Può addirittura costituire una specie di anticipo di eredità: pago una polizza oggi per evitare una spesa maggiore in futuro che potrebbe erodere significativamente il mio patrimonio e pertanto quello dei miei eredi.
La casa per invecchiare meglio
Lo stesso vale per la decisione relativa a dove intendiamo vivere la nostra vecchiaia.
Una casa inadeguata (come molte delle case degli over 65 di oggi, quasi sempre di proprietà, piuttosto vecchie e in molti casi senza ascensore) contempla rischi per un residente molto anziano di cadute e di incidenti che non raramente sfociano nella perdita di autonomia e pertanto in ricoveri in RSA, spesso molto costose. Anche in questo caso, pianificare la propria vecchiaia vuol dire saper guardare avanti, in modo lungimirante e previdente, migliorando l’ambiente in cui viviamo e riducendone le insidie per quando avremo meno mobilità oppure decidendo di vendere casa e trasferirsi in un luogo più ospitale e sicuro, come un senior living, dove assistenza e protezione sono declinati sulla vita quotidiana senza ledere la privacy.
Investimenti oggi per migliorare la serenità futura e per proteggere il patrimonio dalle erosioni evitabili.
Tu come sei messo quanto a longevità e previdenza?
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