A che età inizia il decadimento fisico?
Quando si affronta un tema così delicato come il decadimento fisico è sempre importante chiarire tutta una serie di punti che permettono di avere uno sguardo più completo sull’argomento. In altre parole, ciò significa comprendere che parlare di inizio del decadimento fisico non è sinonimo di vecchiaia. O meglio, ha a che fare con il processo d’invecchiamento che è, per l’appunto, un processo, ovvero il risultato di un percorso che comincia molto prima che nella terza o quarta età.
Ma andiamo con ordine.
I veri indicatori del decadimento fisico sono le proteine
A differenza di quanto comunemente potremmo pensare, il decadimento fisico non comincia quando iniziamo a vedere sul nostro corpo o su quello altrui segnali indicativi come rughe, capelli bianchi o i primi acciacchi (mal di schiena, dolori alla cervicale eccetera). Sicuramente i segni che portiamo su di noi ci dicono che non siamo più dei ragazzini, ma i veri indicatori del decadimento fisico sono, udite udite, le proteine.
Gli scienziati ci dicono che sono proprio le proteine a trasportare informazioni e che, nello specifico, ci indicano, in base ai cambiamenti nella loro quantità, l’inizio, la fine o il funzionamento del processo biologico. È come se all’interno del nostro corpo esistesse un orologio biologico che può definire l’età di una persona con uno scarto di appena tre anni.
Questo è in sintesi il risultato di uno studio scientifico apparso sulla rivista Nature Medicine e condotto dall’Università di Stanford. In base ai dati della ricerca pare che l’invecchiamento subisca una sferzata nella quarta, nella settima e nell’ottava decade di vita. Senza entrare troppo nello specifico dello studio è importante mettere in luce che l’invecchiamento non avanza in maniera graduale, bensì procede a scossoni. Ci sarebbero tre punti di svolta: uno nella prima fase dell’età adulta a 34 anni, a 60 e a 78 anni. Secondo gli scienziati, i cambiamenti in questi tre punti di svolta potrebbero non solo caratterizzare, ma in un certo senso anche causare l’invecchiamento.
La differenza di genere nel decadimento fisico
Una prima tappa significativa sia per l’uomo sia per la donna sono i 50 anni anche se non è un’età inserita nei tre punti di svolta di cui prima abbiamo fatto cenno. Si tratta comunque di un traguardo importante nella vita di tutte le donne e anche per gli uomini. È un’età di piena maturità, di bilanci e di primi cambiamenti significativi.
Per la donna di 50 anni di solito il corpo comincia a cambiare. Iniziano i primi sintomi della menopausa, il metabolismo inizia a rallentare, il grasso tende a concentrarsi intorno al girovita, cominciano le vampate di calore.
Per quanto riguarda l’uomo, invece, già a partire dai 40 anni si verifica un progressivo declino della massa e della forza muscolare. A 60 anni il fenomeno raggiunge il picco e il corpo di un uomo può arrivare ad avere quasi un terzo in più di grasso rispetto all’età adulta. Il tessuto adiposo tende ad accumularsi soprattutto sull’addome e, purtroppo, anche intorno agli organi interni esponendo al rischio cardiovascolare e metabolico.
Quali sono i primi segni del decadimento fisico
Quasi sempre accade che i primi segni dell’invecchiamento riguardino il sistema muscolo-scheletrico perché le ossa tendono ad avere una minor densità (osteopenia) o, addirittura, una grave perdita di densità ossea (osteoporosi).
A cambiare, nella prima parte della mezza età, sono gli occhi e le orecchie. Stessa cosa accade anche per quanto riguarda le funzioni interne. Ma nonostante sin da poco prima dei 30 anni sia in atto un declino graduale ma continuo, la maggior parte delle funzioni rimane adeguata perché entra in gioco la cosiddetta “riserva funzionale”.
Va però anche detto che, nonostante la maggior parte delle funzioni rimanga adeguata, il declino funzionale è responsabile negli anziani di maggiori difficoltà a gestire sollecitazioni. Facciamo degli esempi. Per esempio dell’intensa attività fisica oppure essere esposti a sbalzi di temperatura; minor tolleranza ai farmaci.
In più, alcuni organi sono maggiormente predisposti a disfunzioni nel momento in cui si trovano sotto stress. Tra questi organi possiamo citare cuore e vasi; gli organi dell’apparato urinario (in particolare i reni) e il cervello.
Che cosa accade a naso e bocca
A partire dai 50 anni il gusto e l’olfatto tendono a diminuire. Nello specifico, la sensibilità sulle papille gustative si riduce e tale cambiamento va a interessare principalmente la degustazione dei sapori dolci e salati più di quelli amari e aspri.
Per quanto riguarda la capacità olfattiva, essa si riduce a seguito dell’assottigliamento e della maggior secchezza del rivestimento del naso le cui terminazioni nervose si deteriorano. A ogni modo si tratta di un cambiamento leggero.
La bocca viene a essere spesso percepita come secca perché viene prodotta una minor quantità di saliva.
Inoltre, con l’avanzare dell’età, le gengive tendono a ritirarsi tanto che le parti inferiori dei denti sono esposte ai batteri dei cibi. Cambiamenti che rendono i denti più sensibili a corrosione e a carie mettendo a rischio di probabile perdita dei denti.
In più, all’interno del naso possono crescere dei peli così come sopra al labbro superiore e sul mento. Invecchiando la punta del naso si allunga e tende a protendere verso il basso.
Che cosa succede alla pelle
Con l’avanzare dell’età la pelle si assottiglia, si fa meno elastica e finemente rugosa. L’esposizione alla luce solare contribuisce a far invecchiare la pelle che si fa rugosa e macchiata. La pelle tende a cambiare anche perché il collagene e l’elastina subiscono variazioni e perdono flessibilità, con conseguente rischio di lacerazione.
A livello sottocutaneo lo strato di tessuto adiposo si assottiglia aumentando la probabilità di sviluppare rughe e riducendo la tolleranza al freddo. Si riducono inoltre le terminazioni nervose, tanto che diminuisce la sensibilità al dolore, alla temperatura e alla pressione e si è più esposti al rischio di lesioni.
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