A 70 anni dalla morte di Henri Matisse: un omaggio al pittore della gioia di vivere
Il 3 novembre del 1954 moriva Henri Matisse (1869-1954), uno degli artisti più importanti per gli sviluppi dell’arte del ‘900 ed uno dei fondatori della corrente artistica dei Fauves.
Nascita del fauvismo
Agli inizi del ‘900 una serie di scoperte in campo scientifico, la teoria della relatività di Albert Einstein, la psicoanalisi di Sigmund Freud hanno contribuito alla caduta delle certezze ed al superamento della precedente visione positivista.
Anche in arte si svilupparono accese polemiche nei confronti delle tradizioni consolidate e non a caso proprio in quel periodo nacquero le avanguardie con lo scopo di contestare il linguaggio accademico, i suoi modi espressivi ed i suoi temi. Il desiderio di aprirsi al nuovo e di ricercare altre modalità artistiche, portò, in meno di un decennio (1905-11), alla nascita di ben quattro movimenti artistici: l’Espressionismo, il Cubismo, il Futurismo e l’Astrattismo.
Il primo fu l’Espressionismo, il cui obiettivo non era più la rappresentazione della realtà, ma l’espressione dell’interiorità dell’artista. Questo movimento si declina in due gruppi: quello tedesco, Die Brücke (1905-13), e quello francese dei Fauves (1905-8), tra i cui fondatori, come si è detto, c’era Matisse.
Le caratteristiche della pittura dei Fauves
Il termine Fauves (belve) sembra che si debba al critico Louis Vauxcelles, che, durante l’esposizione del 1905 al Salon d’Automne, appellò in quel modo un gruppo di pittori per l’ accostamento nelle loro opere di colori violenti.
Il Fauvismo, come il contemporaneo movimento Cubista, rifiutò lo spazio tridimensionale a favore di aree piatte di colore, ma si differenziò decisamente dal cubismo per l’uso di colori innaturali, per le forme semplici e per i temi spensierati.
Gli espressionisti fauvisti erano completamente diversi anche dagli espressionisti tedeschi del gruppo Die Brücke. Quest’ultimi, attraverso l’utilizzo istintivo di colori accesi e contrastanti, esprimevano le loro emozioni primordiali, le angosce e le inquietudini. Al contrario gli espressionisti francesi del fauvismo adoperavano il colore per manifestare la loro vitalità ed il loro ottimismo.
Lo stesso Matisse ebbe una vita travagliata, eppure cercò sempre la quiete interiore che, però, trovò solo in arte.
Attraverso i colori accesi ed intensi, la sensualità dei corpi femminili, gli arabeschi, le forme geometriche ed attraverso la tecnica dei papiers découpés Matisse è riuscito a trasmettere la positività e la gioia di vivere.
Le innovazioni di Matisse
La ricerca artistica di Matisse si incentrava sulla sperimentazione delle potenzialità espressive ed evocative dei colori e sull’utilizzo gioioso di tinte accese, forti, brillanti, anche decise e violente. Le usava in modo innaturale e senza preoccuparsi che avessero una corrispondenza con la realtà.
Matisse, infatti, non mirava ad una rappresentazione naturalistica, ma dalla realtà attingeva degli elementi che poi raffigurava liberamente.
Aveva abolito la prospettiva geometrica, il disegno preparatorio, il chiaroscuro e le sfumature, muovendosi sulla scia di Cézanne, Gauguin e Van Gogh.
Una volta abolita la prospettiva, Matisse definiva lo spazio con il colore. Per esempio in La finestra aperta sul porto di Collioure (1905) ha reso l’idea della profondità attraverso una progressione di tinte che passa dai colori più scuri della stanza all’arancione chiaro delle imposte, al verde brillante del rampicante ed infine al paesaggio marino dai colori sempre più chiari e più luminosi.
Per dare risalto al colore, l’artista lo utilizzava puro, stendendolo in modo omogeneo, senza ombre e profondità e con pennellate decise e marcate.
L’artista francese raggiunse la fama mondiale non solo grazie all’uso innovativo del colore, ma anche per il processo di semplificazione delle forme.
Raffigurò, infatti, figure semplici, dai contorni netti e dalle linee fluide ed essenziali, che hanno contribuito a dare equilibrio e serenità ai suoi lavori.
Matisse attraverso le sue opere più famose
Questo rivoluzionario artista francese ha al suo attivo una vasta produzione artistica, tra cui dipinti, sculture e papiers découpés.
In questo articolo, nell’economia del nostro spazio, analizzeremo solo qualcuna tra le sue opere più famose.
“Gioia di vivere”
Nel dipinto del 1906, la Gioia di vivere, in cui la vita sembra una festa continua, sono presenti tutti gli elementi della nuova poetica di Matisse: dalla forma semplificata al ricorso al primitivo, ai tratti stilizzati e fluidi delle figure ed all’uso innovativo del colore.
La delicatezza delle tonalità dei colori, stesi in modo uniforme, senza sfumature, creano un’atmosfera irreale. L’assenza di dettagli anatomici, poi, accresce l’aspetto atemporale dell’opera, che appare ben distante dal mondo reale.
La composizione armonica delle figure che si abbracciano tra di loro e le loro pose rilassate offrono una sensazione di benessere, di calma e soprattutto di gioia di vivere, accentuata anche dall’ambiente idilliaco in cui sono immerse.
“La Danza”
La Danza è universalmente riconosciuta come il capolavoro di Matisse. Ne esistono due versioni: una del 1909, custodita al Museum of Modern Art di New York e l’altra del 1910 che si trova all’Hermitage di San Pietroburgo.
Parliamo di quest’ultima, perché è la più famosa e riassume tutta la poetica di Matisse.
Sono rappresentate cinque figure nude che danzano in cerchio, con i corpi in torsione per il movimento rotatorio ed ognuna con il braccio proteso verso quello della vicina per afferrarne la mano.
All’inizio l’eccessiva semplificazione delle forme fu valutata negativamente dalla critica. Molto probabilmente, però, con questa trasformazione dei soggetti e con il rifiuto del realismo oggettivo Matisse voleva far prevalere l’astrazione del ritmo della danza.
Su uno sfondo completamente piatto l’artista ha utilizzato, tramite campiture monocromatiche, solo tre colori: il rosso per i corpi, il blu per il cielo ed il verde per la terra. Con questo accostamento di colori complementari e di tinte accese e vivaci Matisse è riuscito a conferire dinamismo e luminosità all’intera scena. Soprattutto è stato capace di creare una particolare atmosfera emozionale.
L’impressione di gioia e di spensieratezza, però, è solo apparente. C’è, infatti, nel dipinto un aspetto significativo: le mani di due figure di sinistra non arrivano a toccarsi.
Cosa ha voluto, quindi, comunicarci Matisse? Il cerchio non perfettamente chiuso diventa il simbolo della vita umana, caratterizzata dalla caducità e dalla fine, mentre il moto perpetuo è solo del cielo e della terra che sulla tela fanno da sfondo.
“L’Italiana”
In L’italiana, realizzata nel 1916, viene dipinta una ragazza frontalmente, in una posa ieratica che le conferisce una certa solennità ed eleganza.
Anche per questo dipinto Matisse ha usato pochi colori: il verde, il blu, declinati nelle loro diverse tonalità, ed il nero per i lunghi capelli. Questo colore, per contrasto, fa risaltare il volto della donna dalle tinte chiare. E’ su di esso, infatti, che si focalizza l’attenzione.
I tratti allungati del viso richiamano le maschere africane, dando all’intera figura femminile un connotato esotico e primitivo.
Gli occhi piuttosto malinconici e lo sguardo abbassato le conferiscono un’ immagine di tristezza, sottolineata anche, se si prescinde dal nero, dall’uso di colori spenti e sbiaditi.
La serie di Nudi Blu
Anche se negli ultimi 15 anni della sua vita fu ridotto su una sedia a rotelle, Matisse non si arrese mai e, poiché aveva difficoltà a dipingere, si dedicò al découpages.
Con l’aiuto di assistenti stendeva la tempera su fogli da cui ritagliava le forme che venivano poi incollate su dei cartoncini .
Ne è un esempio la serie di Nudi Blu. frutto di studio e di un intenso lavoro.
Queste opere rappresentano sempre, su uno sfondo chiaro, una donna, che, però, ogni volta è stata raffigurata in posizioni diverse.
Con linee fluide e sinuose viene definito il contorno del corpo, la cui forma è stilizzata e semplificata fino all’essenziale. Anche in questo caso l’uso dell’eccessiva semplificazione che si avvicina quasi all’astrazione rende la figura umana atemporale ed universale.
Come ci suggerisce il titolo, la donna è rappresentata con una tonalità di blu intenso, che è il colore simbolo della spiritualità e della tranquillità.
La tecnica fauvista è sempre presente non solo per la semplificazione delle figure, per l’assenza della prospettiva e del chiaroscuro, ma soprattutto per l’esaltazione del colore e per la sensazione di serenità che i Nudi Blu trasmettono.
Vuoi commentare l’articolo? Iscriviti alla community e partecipa alla discussione.
Cocooners è una community che aggrega persone appassionate, piene di interessi e gratitudine nei confronti della vita, per offrire loro esperienze di socialità e risorse per vivere al meglio.