A 50 anni si è vecchi?
Alcuni indicatori, come l’aumento dell’aspettativa di vita alla nascita, l’innalzamento dell’età media della popolazione, il calo delle nascite, l’ indice di vecchiaia dimostrano chiaramente che la società italiana sta invecchiando.
Le generazioni attuali però non invecchiano come le precedenti. I progressi della medicina, gli stili di vita più corretti, il livello di istruzione più elevato, gli ambienti abitativi e lavorativi mediamente più sani inducono infatti a spostare sempre più in avanti l’inizio della vecchiaia.
La crisi di mezza età
Indubbiamente anche oggi i 50 anni rappresentano un passaggio importante nella vita di tutti, a volte anche impegnativo.
Per “il gentil sesso” coincide in generale con l’arrivo della menopausa: un momento di transizione fondamentale nella vita di ciascuna donna, che si trova a dover fare i conti con i cambiamenti del proprio corpo e con il tempo che passa.
Anche per gli uomini, sebbene il loro corpo non presenti mutamenti così importanti, né cessi improvvisamente la sua potenziale capacità di procreare, può essere un momento complesso della vita, fatto di bilanci e talvolta di instabilità.
Non a caso si parla di crisi della mezza età, di una situazione psicologica in cui una persona, indifferentemente uomini o donne, intorno ai cinquanta anni, avverte un senso di insoddisfazione. L’impressione che il tempo sfugga, portandoci verso l’ultima parte della vita, spinge talvolta a ricercare forti emozioni, rincorrendo la gioventù perduta, magari sottoponendosi anche a vari interventi di lifting.
Si tratta di una vera e propria crisi esistenziale, che può essere causata da vari motivi, come un lavoro non soddisfacente o il calo delle forze fisiche o la morte di un genitore.
Però, come recita il famoso proverbio, non tutti i mali vengono per nuocere, da un momento più o meno critico può scaturire un vantaggio. La crisi di mezza età, se ben gestita, può diventare un’apertura a nuovi stimoli ed a nuove attività.
L’evidenza dimostra, infatti, che, come tutti i momenti di cambiamento, anche i 50 anni sono una fase preziosa che può favorire la crescita interiore ed il raggiungimento di una piena consapevolezza di sé e delle proprie scelte.
A 50 anni si è vecchi?
Bisogna dire comunque che negli ultimi anni l’aspettativa di vita si è allungata e la generazione dei cinquantenni di oggi è ben diversa da quelle passate.
La stessa menopausa, che fino a qualche decennio fa era vissuta in modo traumatico, come se la perdita della propria fertilità corrispondesse alla perdita di femminilità, oggi viene accettata come una nuova fase della propria vita, piuttosto che come la fine di un periodo. Le 50enni di oggi sono ancora attive e piene di progetti, vogliono la libertà di scegliere chi essere e di indossare quello che desiderano senza timore di essere giudicate.
Indubbiamente i 50enni odierni non sono i 50enni di ieri e contrariamente al passato oggi non possono essere considerate vecchie le persone di 50 anni, se non altro perché, come emerge da studi recenti, l’età apparente, o meglio l’età psicologica, vince sull’età biologica. Ciò deriva senza dubbio dai progressi della medicina, dall’assunzione di stili di vita più corretti, ma soprattutto da un cambiamento di mentalità.
I 50enni dioggi, infatti, hanno maturato la convinzione che l’età che avanza è soprattutto uno stato mentale e, contrariamente alle generazioni dei 50enni del passato, vogliono ancora cimentarsi in nuove esperienze.
Perché è difficile individuare l’età in cui si invecchia
E’ comunque difficile individuare esattamente l’inizio della vecchiaia, dal momento che il processo di invecchiamento, per la sua varietà e complessità, chiama in causa una molteplicità di fattori che variano da un individuo all’altro. Dipende infatti dalla componente genetica di ciascuno, dai fattori interni ed esterni (stile di vita, alimentazione, esercizio fisico, resistenza allo stress, clima, esposizione ad ambiente tossico) e dai fattori psicologici, come la capacità di accettarsi, la resistenza allo stress, l’atteggiamento positivo di fronte ai cambiamenti.
Anche per quanto riguarda l’età oggi gli studiosi dell’invecchiamento non fanno riferimento solo a quella anagrafica, ma considerano varie età:
- l’età cronologica, che corrisponde all’età anagrafica di una persona. Anche se la precisione numerica fa pensare ad un parametro oggettivo per quantificare l’invecchiamento, in realtà non spiega, per esempio, la variabilità individuale nell’invecchiamento all’interno di un gruppo di coetanei
- l’età biologica, cioè l’età che rappresenta i cambiamenti dell’organismo
- l’età psicologica, che coincide con la capacità di adattamento dell’individuo alle inevitabili trasformazioni legate all’età. Si basa sul come le persone si comportano e si sentono, a prescindere quindi dalla loro età cronologica e biologica
- l’età sociale, cioè quell’età che si riferisce ai ruoli sociali di una persona in funzione delle aspettative della società
- l’età lavorativa, ovvero l’età che in Italia è compresa tra i 17 e i 67 anni.
Bisogna però riconoscere che, relativamente all’ ambito lavorativo, c’è stato un vero e proprio ribaltamento nel rapporto tra i giovani e le persone dai 50 anni ed oltre. La velocità delle innovazioni tecnologiche ha portato infatti a considerare obsoleto un lavoratore 50enne, contrariamente al passato, quando invece l’esperienza e le competenze acquisite facevano attribuire alla persona di quell’età maggior valore rispetto ad un giovane.
Mentre qualche decennio fa l’anzianità di servizio veniva stimolata e premiata, gli over 50 di oggi sono i primi a subire le ristrutturazioni aziendali ed avere difficoltà a rientrare sul mercato del lavoro, una volta estromessi.
Per quanto riguarda il solo settore lavorativo, quindi, l’invecchiamento oggi è più precoce che nel passato.
A 50 anni il corpo comincia a mandare segnali importanti
Un’ulteriore dimostrazione che l’invecchiamento non arriva improvvisamente o ad una determinata età ci viene fornita da uno studio dell’anno scorso, pubblicato su Nature Aging.
Da questo studio emerge anche un altro dato molto significativo: la velocità con cui si invecchia è un importante indicatore del deterioramento futuro. Ed è proprio a 50 anni che il corpo comincia a mandare dei segnali molto indicativi sul come stia invecchiando.
Gli studiosi hanno dimostrano infatti che alcune persone di mezza età, invecchiando più velocemente rispetto ai loro coetanei, hanno avuto bisogno di cure che di solito sono riservate ai più anziani.
E’ quindi importante sapere che, invece di curare le malattie, quando i sintomi sono conclamati, è a 50 anni che è opportuno misurare la variazione dell’invecchiamento biologico, per poter intervenire precocemente e mantenere così la qualità della vita e magari anche salvarla.
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