6 Paesi in cui trasferirsi dopo la pensione
Lo scopo di questo articolo è aggiornare la lista dei Paesi dove si potrebbe pensare di trasferirsi per far valere di più la propria pensione, senza però proporre, come succede spesso in rete, mete che nel cangiante panorama geopolitico potrebbero riservare sorprese non troppo gradevoli per il futuro. Considereremo quindi il vantaggio fiscale come caratteristica base della ricerca ma aggiungeremo anche la distanza, non tanto chilometrica, quanto culturale e politica da dove siamo cresciuti, con qualche considerazione in più su altri aspetti che completano il quadro del “benessere pensionistico”.
Il quadro fiscale più dettagliato lo trovate su fiscomania.com che offre non solo la lista dei Paesi che offrono fiscalità agevolata su pensioni estere ma anche raccomandazioni utili su come accedervi. A prescindere dai consigli del sito, la raccomandazione – se questa è la decisione che avete preso per i vostri anni di pensione – è farsi assistere da un tributarista o un commercialista specializzato in fiscalità estera.
Requisiti per potersi trasferire in Paese con regime fiscale vantaggioso
La prima considerazione, fondamentale, è che come per molte altre cose, la decisione di trasferirsi all’estero non si può prendere pensando di “figurare” residenti all’estero: i requisiti richiesti dai Paesi ospitanti e i controlli effettuati dall’Italia sono ormai piuttosto stringenti e il rischio non vale davvero la candela.
Per trasferirsi con l’agevolazione di pagare sulla pensione solo le tasse (agevolate) previste dal Paese di nuova residenza, e non anche quelle italiane, bisogna chiedere e ottenere effettivamente lo status di “residente non abituale” in un Paese che abbia una convenzione con l’Italia ed essere pensionati da lavoro privato (i pensionati da lavoro pubblico non hanno diritto a queste agevolazioni, salvo rari casi) .
Per accedervi sono generalmente richieste alcune condizioni, anche se è utile valutare paese per paese:
- non essere stato residente fiscale del Paese estero prescelto duranti i 5 anni precedenti la richiesta di trasferimento;
- aver soggiornato nel Paese estero prescelto per più della metà dell’anno: 183 giorni – 184 in quelli bisestili (non necessariamente di seguito), con contestuale iscrizione al registro degli italiani residenti all’estero, A.I.R.E;
- in mancanza del requisito dei 183/184 gg, possedere abitazione/proprietà presso il Paese estero prescelto che facciano pensare alla volontà di risiedervi;
- in molti casi lo status di residente fiscale non abituale deve essere richiesto entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello in cui si sono presentati i requisiti richiesti;
- se si è pensionati da lavoro presso un ente pubblico, occorre scegliere un Paese tra i pochi che hanno con l’Italia una convenzione a favore anche dei pensionati pubblici (come per esempio la Tunisia).
Fiscalità ma anche costo della vita
La seconda considerazione riguarda altri parametri di benessere offerti dal Paese estero in questione, oltre al regime fiscale sulla pensione, come per esempio il costo del tenore di vita e la qualità/accessibilità dei servizi sanitari, due questioni di consistente rilevanza in ottica di longevità. Se anche Manhattan, NY consentisse un vantaggio fiscale sui redditi pensionistici, potrebbe non convenire sul piano del costo della vita, riducendo in polvere il vantaggio di pagare poche tasse. Quanto ai servizi sanitari, è bene prestare attenzione perché il pensiero comune di concentrare cure e screening nei periodi di ritorno temporaneo nel proprio Paese potrebbe essere vanificato dalle regole italiane che prevedono prestazioni sanitarie gratuite a cittadini pensionati italiani residenti all’estero solo per carattere di urgenza e per la durata di 90 gg all’anno. In molti casi può essere conveniente, oltre che utile, stipulare una polizza sanitaria privata a ulteriore copertura, sia all’estero che di ritorno in Italia, valutandone attentamente condizioni e clausole.
Convenienza economica ma anche stabilità economica e politica
La terza considerazione riguarda la stabilità economica, politica e climatica del Paese prescelto! La Tunisia, per esempio, figura ancora nell’elenco delle località papabili grazie a una convenzione con l’Italia con il doppio vantaggio di una tassazione del 7% sul 20% dell’importo pensionistico e trattamento esteso anche ai pensionati da lavoro pubblico, ma chi vorrebbe oggi trovarsi in Tunisia?
L’elenco dei Best Places to Retire in 2023 compilato in base all’Annual Global Retirement Index, guida molto popolare presso il pubblico statunitense e di fatto stilata in un confronto continuo con stile e costo di vita americani, suggerisce il Messico, dove chi scrive ha vissuto e non ci manderebbe certo in pensione i propri genitori, come altri Paesi del sud America tra cui figura ancora l’Ecuador che oggi non richiamerebbe un europeo desideroso di invecchiare in pace, e la Thailandia, posto incantevole dove i servizi sanitari sono di assoluto prim’ordine ma dietro la cortina offerta alla vista di un turismo benestante e indifferente c’è la nebbia di un governo non liberale e un’instabilità storica nei rapporti con gli stati vicini. De gustibus.
Ma dove si può andare allora?
Il primo posto a parere di chi scrive va al Portogallo. Con il rispetto dei criteri già indicati, è possibile acquisire lo status di residente non abituale con l’agevolazione, grazie a una convenzione con l’Italia che esclude la doppia tassazione, di un regime fiscale che prevede il prelievo del 10% sulla pensione lorda (contro il nostro medio 30%) per un periodo di 10 anni. Anche prescindendo dalla convenienza della tassazione, il costo della vita in Portogallo è inferiore a quelli di molti Paesi europei sotto molti punti di vista, dai ristoranti alle abitazioni, sempre che si evitino le zone più gettonate da turisti e pensionati esteri che hanno provocato un rialzo dei prezzi. In più si può contare su un clima confortevole, paesaggi peculiari, cultura e gastronomia, oltre a un servizio sanitario accessibile e di buona qualità (al 12° posto nel ranking del WHO, World Health Organization). Dal punto di vista politico ed economico, infine, vorremmo poter dire dell’Italia di aver fatto il cammino del Portogallo in questi ultimi anni, con un Pil record europeo al +6,7% nel 2022, dopo il +5.5% fatto registrare nel 2021.
Dall’Algarve alle città come Lisbona e Porto, il Portogallo offre ampia scelta di stili di vita. E’ conveniente, bello, climaticamente accogliente, membro dell’Unione Europea e relativamente vicino a “casa”.
A ruota seguono, per restare vicini:
Cipro che offre una tassazione al 5% dei redditi esteri da pensione sopra la soglia dei 3.420 euro, più una piccola soprattassa locale. Sotto la soglia indicata la tassazione è pari a zero. Dopo la crisi bancaria del 2013, Cipro si è ripresa finanziariamente e adesso appare economicamente in crescita con un sistema bancario oggi solido e un Pil in crescita del 2,30 nel 2022, contro il +3.20 del 2021. Paesaggi e clima posizionano Cipro ai primi posti per la scelta di un piccolo paradiso in cui invecchiare, sebbene la collocazione geografica nella parte orientale del mediterraneo la ponga in una posizione delicata quanto a stabilità politica. Ricordiamo però che Cipro è membro dell’Unione Europea.
Grecia: anche la Grecia offre un trattamento fiscale conveniente ai pensionati esteri che scelgono di trasferirvisi, con una tassazione al 7% per la durata di 10 anni. A ciò si aggiungono il clima caldo e confortevole, perché sufficientemente variabile di stagione in stagione, la relativa stabilità economica riguadagnata con grandi sacrifici dopo la crisi, case in affitto e in vendita a prezzi accettabili e un buon sistema sanitario pubblico e uno privato. Pil nel 2022 +2,10, contro il +4,80 nel 2021.
Albania, che tanto sta facendo parlare di sé per la preferenza accordatale da molti turisti italiani stanchi di farsi pelare dai ristoranti, B&B, alberghi e lidi nostrani, offre una tassazione pari a zero sulle pensioni estere e un accordo stretto con l’Italia che esclude la tassazione nel Paese di origine. Grazie alle riforme degli ultimi anni, il Paese può vantare stabilità finanziaria, bassa criminalità e un Pil che dopo il crollo dell’anno pandemico è sempre in crescita, con un +2,72 nel 2022, contro il + 4,44% nel 2021. Servizi sanitari di buona qualità a prezzi accessibili e proprietà immobiliari a costi contenuti completano il quadro.
L’elenco include anche la Romania, con un trattamento fiscale sulle pensioni estere del 10%, una guadagnata stabilità finanziaria anche in virtù del suo ingresso nell’Unione Europea e servizi di assistenza sanitaria accessibili e di buona qualità. Purtroppo la vicinanza geografica all’Ucraina e al baricentro delle tensioni geopolitiche dell’area non la pone in cima alla lista dei posti dove andare a invecchiare serenamente.
Lo stesso si può dire per la Slovacchia, stato membro dell’Unione Europea che ha una convenzione con l‘Italia e dove i redditi da pensione non vengono tassati, sistema sanitario efficiente e moderno, costi delle case e della vita competitivi rispetto ad altri Stati europei. Per finire economia in crescita seppur gestita in modo prudente, fattori che l’hanno protetta durante la crisi finanziaria globale del 2008.
Se invece a richiamarvi non sono solo le convenienze economiche ma anche il gusto per l’avventura, potete trovare in giro per la rete moltissimi siti che illustrano entrambi gli aspetti di mete più esotiche, ma ricordate sempre le buone regole che sintetizziamo così:
- avvalersi di un consulente specializzato in fiscalità estera
- valutare vantaggio fiscale sulla pensione ma anche costo della vita e sicurezza geopolitica, economica e ormai anche climatica
- seguire le procedure per candidarsi senza tentare scorciatoie che potrebbero costare pesanti sanzioni
- valutare attentamente le condizioni sanitarie e polizze private a sostegno della copertura del Paese estero
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