Sanremo, il ritorno al futuro
Voglia di stringersi e poi
Vino bianco, fiori e vecchie canzoni
E si rideva di noi
Che imbroglio era
Maledetta primavera
Loretta la veggente, Sanremo la consuetudine che, tra motivetti, scioglilingua e filastrocche, costruisce ogni anno un cuscinetto di protezione, che profuma di rilancio, che, mai come oggi, sembra somigliare alla realtà distopica di una qualsivoglia serie di Netflix. C’era una volta il Festival dei fiori, che intanto si riaprono per la “felicità” degli allergici; 40 anni fa ma pare oggi, tra crisi, drammi e tentativi di ripartenza, il 1981 e la parlantina di Claudio Cecchetto, la gioventù che diventava autorevole, le telecamere che si riaccendevano, la Rai che riprendeva colore, sempre vivo come strillavano i claim pubblicitari, scenografie ringalluzzite, Alice, Loretta e… Ancoraaaa, perché io da quella sera, non ho fatto più l’amore senza te!!!
40 anni fa, era tutta un’altra musica…
Era il 1981, la parola riflusso era appena assurta agli onori della cronaca, dalla partecipazione popolare e quindi estremamente fisica si era passati alla personalizzazione, all’individualismo, al privato, alle quattro mura come rifugio, al distanziamento come scelta di vita… alle coppie costrette a incontrarsi alla finestra, come Romeo e Giulietta, e i Dire Straits che cantano di Romeo & Juliet e di possibili Tunnel dell’Amore dal palco dell’Ariston. Perché Sanremo è Sanremo ed è tutti noi, come direbbe Conte (decidete voi quale, se l’ex premier o il bell’Antonio tinto di nerazzurro) negli spogliatoi di San Siro ai suoi uomini, futuri campioni di un’Italia che deve svoltare. E dunque, bando alle polemiche, al pubblico sì, ma poi no, ma anche chissà, Amadeus è pronto a fare da spalla a Fiorello, i 26 campioni e gli otto emergenti fremono e sperano di tramutarsi in un evergreen che possa durare almeno fino ad aprile, anche perché del dopodomani non vi è certezza, come recita una celebre poesia di Mario Draghi.
La continuità che si rinnova
Banditi i colpi di scena e i giochi di prestigio di Maghi Morgani, il 2021 è come il 1981, cerchiobottista, doppiogiochista, democristiano e renziano, tra tradizione e apparente voglia di rinnovamento, lo specchio di un Paese che pensa tutto e il contrario di tutto. I titoli, come si suol dire, sono tutto un programma: dall’attualità stretta e senza remore di “Ora” dell’atteso Aiello, all’apoteosi dell’autoritatismo governativo in tempi di emergenza di “Zitti e basta” dei Maneskin, dal riconoscimento di nuove figure eroiche, “Il Farmacista” di Max Gazzè, alla consapevolezza che forse, negli ultimi 12 mesi “Potevi fare di più”, la resa di Arisa, dal tributo stagionale alla primavera entrante, “Glicine” di Noemi ma anche “Fiamme negli occhi” di Coma Cose, alla speranza che comunque vinceranno i sentimenti e con loro trionferemo tutti, da “Quando trovo te” di Renga a “Torno a te” di Random, fino a Orietta Berti, che ha ancora la determinazione di chiedere “Quando ti sei innamorato”. E nel Festival tributo di ieri, di oggi e di domani, non poteva mancare l’omaggio ai Clash dello Stato Sociale, “Combat Pop”! Ma alla fine, potrebbe spuntarla il cosiddetto outsider: “Corsi e Ricorsi Storici”, canta Giambattista Vico, dirige il Maestro Beppe Vessicchio, è lei la canzone nascosta e favorita del Festival di Sanremo 2021, 40 anni dopo, in attesa di un nuovo rilancio, di una ripresa, di un inedito Tunnel Of Love.
Siamo giunti, comunque, alla quarta serata: Amadeus e Fiorello, questa sera saranno affiancati sul palco da: Barbara Palombelli.
Gli ospiti attesi sono: Achille Lauro, Zlatan Ibrahimovic e Mahmood.
Ecco anche i campioni in gara di stasera e clicca qui per scoprire tutti i testi:
- Aiello – “Ora”
- Annalisa – “Dieci”
- Arisa – “Potevi fare di più”
- Bugo – “E invece sì”
- Colapesce e Dimartino – “Musica leggerissima”
- Coma_Cose – “Fiamme negli occhi”
- Ermal Meta – “Un milione di cose da dirti”
- Extraliscio feat. Davide Toffolo – “Bianca luce nera”
- Fasma – “Parlami”
- Francesca Michielin e Fedez – “Chiamami per nome”
- Francesco Renga – “Quando trovo te”
- Fulminacci – “Santa Marinella”
- Gaia – “Cuore amaro”
- Ghemon – “Momento perfetto”
- Gio Evan – “Arnica”
- Irama – “La genesi del tuo colore”
- La Rappresentante di Lista – “Amare”
- Lo Stato Sociale – “Combat Pop”
- Madame – “Voce”
- Malika Ayane – “Ti piaci così”
- Maneskin – “Zitti e buoni”
- Max Gazzè e Trifluoperazina Monstery Band – “Il farmacista”
- Noemi – “Glicine”
- Orietta Berti – “Quando ti sei innamorato”
- Random – “Torno a te”
- Willie Peyote – “Mai dire mai (La locura)”
Pronti a sintonizzarvi sul Festival più Nazional Popolare della storia ?
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